14 ottobre 2020Magnus si trovava in una foresta. Non ricordava come ci fosse finito, ma in qualche modo ci era arrivato. Aveva la sua spada, Jack, con sé, ma di recente aveva deciso di zittirsi. La foresta gli metteva paura. Sembrava che gli alberi stessero cercando di avvicinarsi il più possibile a lui per afferrarlo con i rami e ucciderlo. Non sapeva che foresta fosse, ma sapeva che non era normale.
A parte Jack, non aveva compagnia. Qualche volta riusciva a notare un animaletto che spariva dalla sua vista in pochi secondi.
Insieme a lui non c'era nessuno. Né Alex, la sua ragazza/o, né Blitz o Hearthstone, né Samirah o uno dei suoi compagni dell'Hotel Valhalla.
Era solo in questa impresa.Girava nella foresta da molto tempo, o forse solo 5 minuti, ma era sicuro di essersi perso. Gli sembrava di sentire delle risate e delle parole provenire dagli alberi, "L'eroe si è perso!", "Per mare andando, il codardo affronteranno.". Gli sembrò pure di sentire un albero che cercava di vendere un rastrello a un altro per togliere le foglie secche dai rami mentre quello rifiutava. "Fidati, è un grande affare."
Stava davvero impazzendo.
Lui stava continuando a girare, cercando una meta, una speranza per ritrovare la via, ma il bosco non approvava la sua scelta. Magnus Chase sarebbe morto lì.
Si sedette per terra, disperandosi. Non aveva più energie. Jack non gli dava consigli, né faceva qualche battuta che potesse farlo sentire meglio. Neanche quando erano andati a Niflheim aveva rinunciato, almeno all'inizio, a una battuta o a una delle sue serenate. Era troppo silenzioso. Magnus voleva che la sua spada tornasse a dare fastidio con la sua voce assordante mentre cantava una canzone.
Poi lo sentì. Un urlo di agonia, proveniente da una voce maschile.
Pensò di esserselo immaginato, ma poi lo risentì altre volte. Così Magnus, non sapendo più che fare, decise di andare nella direzione della voce.La foresta diventava più tetra ogni passo che faceva. Lui cercò di utilizzare un po' del suo potere per farla sentire meglio, ma riuscì solo a farla diventare più oscura.
Alla fine, stanco di tutta la camminata fatta, vide una gabbia di fiamme. Tutta l'oscurità che percepiva e che faceva deprimere gli alberi lì intorno veniva da lì. Ma quello che era all'interno della gabbia interessava di più a Magnus.
C'era un uomo, con il capo chinato, cosparso di ferite, alcune anche molto gravi. Si avvicinò alla gabbia cautamente.- Chi sei? Che sta succedendo? - gli chiese.
Quando quell'uomo alzò il viso per guardarlo, Magnus si terrorizzò: suo padre Freyr era in quella gabbia.
-Padre! - si chinò e cercò di farlo uscire da lì. Freyr Gli urlò qualcosa, un avvertimento probabilmente o qualcosa del genere. Qualunque cosa fosse, Magnus non lo sentì, perché qualcosa gli piombò addosso e una risata femminile gli distrusse a la testa. Una risata silenziosa e assordante. Era quasi morto, lo sentiva.
- Aaaaah! -
Non c'era niente. Era nell'Hotel Valhalla, nel letto della sua stanza. Si era sognato tutto. La foresta, la gabbia con suo padre la risata. Aveva imparato a temere i sogni, spesso poi diventavano realtà, ma non sapeva mai quando avrebbe dovuto essere pronto a ciò che lo aspettava lì. Magari era davvero solo un sogno. Uno normale, che tutti i mortali normali hanno.
"Per una volta può essere così? Vi prego."
- Tutto a posto, Magnus? - Alex era stata/o svegliata/o dal suo urlo e aspettava una risposta alla sua domanda.
- Sì, tutto a posto. - non voleva parlarle dei suoi incubi notturni. Da quando a cominciato a farli, si svegliava sempre nel cuore della notte, svegliando qualcuno dei suoi vicini (ma mai Mallory. Quel irlandese se si addormentava sarebbe stata quasi impossibile da svegliare).
STAI LEGGENDO
LA BATTAGLIA DEGLI DEI
RastgeleÈ una storia dell'universo di Percy Jackson, ambientato 7 anni dopo gli avvenimenti delle sfide di Apollo, nel 2020. Ovviamente potrebbero esserci degli errori rispetto al prossimo libro di Riordan, che non ho ancora preso, quindi seguirò la mia ver...