Principessa.

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April. 27 Novembre, 14:30.

"Siete pronte?" urla Jenna dalla cucina.

"No!" urlano in coro le gemelle.

Non ho ancora instaurato un buon rapporto con loro; io non le considero minimamente, anche quando mi chiedono di giocare. Non ho tempo per certe cose, né tanto meno voglia. Sono solo bambine, lo so, ma non mi interessa comunque. Prima andranno via, prima rimarrò sola.

Sento una porta sbattere, annunciando l'arrivo di Logan e del suo amico, Dylan. Mi guardano; il primo con indifferenza, l'altro, invece, più attentamente.

Sono sul divano, pigiama grigio chiaro con qualche sfumatura rosa, le mie fedeli pantofole ai piedi. Ho le cuffie alle orecchie, che riprendono a trasmettere musica proprio nel momento in cui i due ragazzi si avvicinano.

Un saluto veloce di Jenna, seguito da quello delle bambine, poi il silenzio.

Un messaggio: Connor.

Ehi, ti va di uscire?

In questa settimana, abbiamo legato molto. Ho scoperto che ha quasi 19 anni, vive da solo, per sua scelta, ed adora nuotare. Non molto, ma sempre qualcosa in più rispetto a quello che lui sa di me; praticamente niente. Da quella volta, in mensa, non ha accennato ad una minima domanda, e forse per questo, adesso, mi ritrovo a rispondere "Ok, sotto casa mia fra quindici minuti" al suo messaggio.

Nessuna domanda che possa rovinare la mia giornata potrà mai uscire da quelle labbra perfette. Non è indiscreto, né curioso, ed io gli sono riconoscente per questo.

Da: Connor.

Agli ordini, principessa.

Mi ritrovo a sorridere, mentre le mie guance si colorano di rosa. Quel "principessa", scritto di sfuggita. Perché lui è così: non pensa a ciò che fa, senza far conto di quello che pensano o provano gli altri.

Mi alzo dal divano, non dando nessun conto ai due che continuano ad osservarmi.

"Dove vai?" Mi fermo, voltandomi.

"Non credo siano affari tuoi, Logan."

Sento Dylan ridere, cosa che mi fa incazzare maggiormente.

"Hai qualcosa da dire, Dylan? Illuminami." Sposto i capelli su una spalla, guardando il ragazzo davanti a me sorridere.

"Hai qualche appuntamento? Magari, con quello lì, Lewis. Ti gira sempre intorno. Secondo me, ha una cotta per te" ridacchia.

Arrossisco, cercando di mantenere la calma: "Invece di pensare a queste cose, perché non giri un pò intorno alla tua, di ragazza. Eh? Che ne dici?"

"Che vorresti dire?" risponde, alzando un sopracciglio. È stranamente calmo, quasi carino, senza la sua aria di superiorità.

"Quello che ho detto." Lancio un'occhiata divertita a Logan, che cerca in tutti i modi di non urlare per la rabbia nei miei confronti.

Sento il campanello suonare, così corro verso la porta, trovando i due ragazzi dietro di me che mi osservano. Sono inquietanti, davvero.

"Ehi!" dico, dando un bacio sulla guancia al ragazzo davanti a me. Lui, a sua volta, mi spettina i capelli, sorridendo.

"Ciao, principessa." Ed ancora una volta quel soprannome, così bello, dolce, perché pronunciato da lui, che mi porta ad arrossire per l'ennesima volta.

"Vieni con me, devo cambiarmi" dico, prendendogli la mano. Non ho intenzione di lasciarlo qui, nelle mani di quei due pazzi. Non mi piacciono, soprattutto Logan, che continua a guardare le nostre mani intrecciate.

Chiudo la porta alle mie spalle, sospirando. Connor si guarda in giro, sedendosi sul letto. Sarebbe anche una situazione normale se io non dovessi cambiarmi.

"Allora, dove si va?" chiedo, cercando di apparire il più naturale possibile, mentre apro le ante dell'armadio, ritrovando tutti i vestiti ammassati fra di loro.

Jenna aprii la porta, guardandomi, seduta a terra, in lacrime, circondata dai vestiti.

"Tesoro... che hai fatto..." Non suonò come una domanda, anche perché sapeva che, in quel momento, non sarei riuscita minimamente a rispondere ad una di essa.

Si sedette accanto a me, prendendomi fra le sue braccia. Mi baciò la testa, mentre continuavo a piangere, bagnando il suo maglione grigio.

Non volevo diventare unpeso, non l'avevo mai voluto. Ma mentre lei mi sussurrava parole di conforto, dolci, sincere, parole che non mi meritavo, lacerando il suo petto con i miei piccoli "mi dispiace", sussurrati con tanto rammarico per una vita che non volevo, che non aveva scelto; proprio in quel momento, capii di esserlo diventata.

Mi divincolo, voltandomi verso di lui.

"Ehi" sussurra, "va tutto bene, adesso?" Annuisco, sospirando. 

"Grazie per non aver fatto domande." Un bacio sui capelli.

"Grazie per non avermi giudicata." Un abbraccio.

"Ma, soprattutto, grazie per essere rimasto qui, con me." Gli accarezzo una guancia, sorridendo.

"Di nulla, principessa."

Angolo autrice.

Ehi ehi, salve! Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Commentate e votate, se vi va.

Al prossimo aggiornamento. ××

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