Capitolo 1

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Odiava quel tipo di feste. Non solo perchè era circondata quasi completamente da cinquantenni, ma anche perchè la maggior parte di loro erano suoi parenti. Non poteva nemmeno distrarsi bevendo alcolici perchè suo padre non lo avrebbe permesso. La serata si prevedeva lunga e noiosa.

Nadia D'Angeli, una ragazza di 23 anni, stava partecipando alla festa di fidanzamento di suo padre Giancarlo D'Angeli con una donna a cui Nadia raramente rivolgeva la parola, Silvia Bruno. Nonostante l'evidente rapporto freddo che avevano ormai instaurato, Nadia era comunque felice della loro unione perchè insieme erano felici ed era questa la cosa importante. 

Si trovavano sullo yatch di famiglia e Nadia stava ammirando la fine imminente del tramonto. Vicino a lei c'era sua sorella minore di 20 anni, Mona, che stava sorseggiando un succo alla pesca mentre osservava pensierosa gli invitati. Ad un tratto disse - non è possibile Nadia! Hanno invitato anche la zia Elvira!- e portò gli occhi al cielo sospirando - da quanto non la vediamo? Sarà dai tempi delle elementari... assurdo!- e si voltò a guardare la sorella - ti ricordi quando l'avevamo rinchiusa nel bagno a casa nostra?- disse con un ghigno sulle labbra - eravamo delle vere pesti!- disse Nadia ricambiandole il sorriso.

Chiunque, guardandole, avrebbe capito all'istante che erano sorelle. Entrambe avevano una carnagione olivastra, con lunghi capelli lisci e neri e gli occhi a cerbiatto. Nadia era solo leggermente più alta della sorella e aveva gli occhi azzurri mentre Mona color cioccolato. Se da un lato esteticamente erano praticamente uguali, dall'altro avevano un carattere completamente diverso. Mona era molto socievole, carismatica e sempre con il sorriso sulle labbra: l'anima della festa per farvela in breve. Dopo la maturità aveva deciso di immergersi subito nel mondo del lavoro e da quasi un anno ormai lavorava, grazie alla buona parola di suo padre, come impiegata in uno studio di commercialista. Nadia era invece una ragazza generosa e sincera, con un pizzico di timidezza. Al contrario della sorella, lei aveva proseguito con gli studi presso l'università di Egittologia a Pisa, la loro città. Stava per terminare l'ultimo anno e non vedeva l'ora di completare gli studi per poi immergersi in quel mondo.

- Vado a prendere da bere- disse Nadia, lasciando la sorella da sola. Entrò in un improvvisato salotto da buffet, pieno di lucine graziose che pendevano dal soffitto e dai tavoli, e facendosi largo tra i parenti e gli amici riuscì ad arrivare all'angolo delle bevande. Si versò un bicchiere di vino rosso. Ne provò il sapore. Era buono. Riempì nuovamente il bicchiere e stava per tornare dalla sorella quando suo padre la chiamò da poco lontano. Si voltò verso di lui e lo vide insieme a Silvia in compagnia di due persone che non riuscì ad identificare. Si avvicinò a loro un po' titubante...

-Nadia!- Giancarlo indugiò un attimo sul bicchiere di vino che aveva in mano la figlia - volevo presentarti due miei amici: Ethan e Daniel- disse indicandoli. Nadia si soffermò a studiarli meglio. Erano entrambi giovani, sicuramente non avevano più di trent'anni. Uno di loro, Ethan, era alto, abbastanza muscoloso e definito, con gli occhi color nocciola e i capelli mossi quasi biondi. Daniel, invece, era più alto, magro, con gli occhi verdi e i capelli neri. Da dietro i suoi occhiali la guardava curioso, al contrario di Ethan che sembrava non essersi nemmeno accorto di lei. - Piacere- disse Nadia, sforzandosi di sorridere - piacere mio- rispose Daniel. Ethan si limitò a guardarla. -Ci tenevo a farteli conoscere perchè sono due egittologi abbastanza ricercati nel settore e pensavo che potreste avere molte cose di cui discutere- disse Giancarlo alla figlia - a dopo!- e, prendendo a braccetto Silvia, si persero tra gli invitati.

"Non puoi abbandonarmi così con questi due sconosciuti" pensò Nadia quasi arrabbiata. Non riuscì a pensare ad altro che Ethan era già scomparso dalla sua vista. Daniel le sorrise - non sorprenderti, Ethan non si trova praticamente mai a una distanza inferiore da me di almeno 10 metri- ci ripensò - o almeno ci prova-. Nadia corrugò la fronte - e come mai?- - storia lunga, ci sarebbero troppi particolari da analizzare- - capisco...- disse Nadia sorseggiando un po' di vino - dunque studi egittologia?- le chiese Daniel - si, sono all'ultimo anno- - e come mai hai scelto proprio questo indirizzo di studi?- Nadia sorrise - storia lunga, ci sarebbero troppi particolari da analizzare- anche Daniel le sorrise - capisco...- Nadia portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio - in che senso sei ricercato nel settore?- - ho lavorato con i più grandi egittologi di oggi, primo tra tutti Zaid Huessein... spero tu sappia chi sia- Nadia si sentì sottovalutata - certo che lo so, mi caccerebbero dall'università altrimenti- Daniel sorrise - stavo scherzando, ero certo che lo conoscevi- e la guardò divertito. Nadia gli sorrise di ricambio - come fai a conoscere mio padre?- gli chiese lei. Sembrò pensarci un attimo - avevamo un'amica in comune tanto tempo fa- - non sei italiano vero?- Daniel sembrava studiarla - no, io ed Ethan siamo di New York- Nadia rimase stupita -New York? Non pensavo che la festa di mio padre fosse così tanto importante da farvi venire fin qui in Italia- e gli sorrise. Daniel si lasciò scappare una piccola risata - certo, questa festa è importante ma non fino a questo punto- - e come mai due americani che non riescono a stare vicini per più di un secondo si trovano in Italia proprio adesso?- - Ethan vive in Italia da ormai due anni, io sono qui per motivi di lavoro- le rispose Daniel. Il tono indicava chiaramente che non avrebbe aggiunto altro - va bene- disse lei voltandosi un attimo.  Lo guardò negli occhi - ora torno da mia sorella, si starà chiedendo dove sono finita- - va bene, è stato un piacere conoscerti Nadia D'Angeli- sembrò studiarla per un'ultima volta - piacere mio- e si allontanò da lui. 

Tornò nel punto dove si trovava con sua sorella, ma al posto di Mona vide Ethan. Si guardarono un istante, poi lei si avvicinò a lui - scusami... Ethan giusto?- -si...?- disse quasi seccato - hai per caso visto mia sorella da qualche parte? Poco fa si trovava proprio qui- - e come potrei riconoscere tua sorella dal momento che non l'ho mai vista?- Nadia sembrò vacillare -ecco... è che io e lei siamo praticamente identiche, quindi...- - no non l'ho vista, cerca altrove- e distolse lo sguardo da lei - va bene, grazie comunque- e lo lasciò da solo. "Che razza di maleducati conosce mio padre?" pensò mentre andava alla ricerca della sorella. La trovò quasi subito nell'altro lato dello yacht in compagnia di alcuni parenti. Passò il resto della serata con loro.

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