primo giorno, ...fantastico!

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Il primo giorno, il primo giorno.

Siamo all'inizio del secondo trimestre,...fantastico!

Dopo una veloce sistemata ai capelli, vestiti e zaino sono pronta.

"Mamma sono pronta!" urlo arrivando davanti le porta di ingresso.

"Eccomi!" risponde mamma precipitandosi sull'ingresso con le chiavi in mano.

"Andiamo!!" esclamo con poco entusiasmo.

Appena arrivati davanti scuola saluto la mamma e mi incammino verso il grande edificio tinteggiato di arancione.

Salgo le poche scale e apro la grande porta in vetro che lasciava intravedere il caos che conteneva.

Varcata la soglia, un fiume di ragazzi che scorreva a destra e a sinistra mi invase.

Devo ammetterlo. Guardandomi un pò in giro c'erano ragazzi davvero carini, tutti vestiti davvero bene, tutti molto sicuri di di se stessi.

Mi ero fermata a, diciamo, una decina di passi dall'entrata, non avevo calcolato che qualcuno poteva venirmi a sbattere contro.

"Brutta figlia di puttana! Ma che cazzo! Guarda dove ti fermi!" La voce stridula di quella ochetta che mi si è schiantata addosso era come un martello pneumatico nei timpani.

"Hey, tu, bella bionda, guarda dove metti i piedi" mi girai e con questa affermazione misi alla prova le sue capacità intellettuali, lei non era bionda.

"Non sono bionda" che ingenua la ragazza.

"..e neanche bella!" Una piccola risata mi esci dalla bocca ma cercai di fermarla una volta notato il suo abbigliamento.

Una canotta bianca molto, molto aderente le arrivava a coprire appena il seno e l'ombelico. I pantaloncini di jeans strappati erano troppo corti per essere definiti tali. E ai piedi delle decollè nere, rendevano le sue gambe pallide e più slanciate di quanto erano.

Lo ammetto, il suo fisico era quasi perfetto, niente in confronto al mio.

"Piccola, ti sei fatta una nuova amichetta?"

A noi si avvicinò un ragazzo che appena terminò di parlare impegnò le sue labbra piene a torturare il collo dell'ochetta stupida.

"Tesoro, pensi che una tipa come lei possa diventare una mia amica?" Domandò lei ovvia cercando un contatto visivo con il ragazzo.
Lui si staccò dal suo collo e mi scrutò dalla testa ai piedi.
I suoi occhi scuri erano da mettere i brividi, la sua pelle era bella quanto rara con quel colorito più scuro di qualunque altra, i capelli corvini.
Una canotta nera fasciava in modo trasandato il suo busto, apparentemente perfetto, in ugual modo, i suoi skinny neri erano perfetti in dosso a lui è ai piedi delle vans nere con gomma bianca.

"Bhe, devo ammettere che è un buon bocconcino. Come ti chiami?"
Presa alla sprovvista le mie gote andarono a fuoco per il complimento- anche per la sua voce terribilmente penetrante che mi fece sentire spoglia davanti a lui- così il mio cervello non connettè che dovevo rispondere.

"Mi chiamo Silvia!" Cercai di essere il più convincente possibile cercando di mettere da parte l'imbarazzo.

"Non sei di qui. Giusto?" Sembrava al quanto interessato, non si poteva dire lo stesso dell'ochetta che sbuffava è alzava sempre gli occhi al cielo.

"No, in fatti sono italiana." Prima conversazione con un ragazzo della scuola, wow!

"Ascolta, ma tutte le italiane arrossiscono quando parlano con un ragazzo?" Questo non era affatto divertente, ma non sembrava lo stesso per lui che cercava di non darlo a vedere, solo che non ci stava riuscendo.

Storm ||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora