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𝟑𝟒 + 𝟑𝟓: cameras, magazines and porn models

Taehyung rise ma anche lui prese colori più tenui in viso.
«Non accadrà, per oggi fili al lavoro.»

«Oggi dovrebbe arrivare il nuovo fotografo in effetti. No forse era domani...» Il biondo mi afferrò per la nuca, appoggiandomi entrambe le mani dietro al collo.

«Posso venire anch'io alla riunione se vuoi.» Sussurrò, poi appoggiò le sue labbra sulle mie. Prontamente ricambiai quello che era il primo di una trentina di baci a stampo.

Annuii distrattamente alla sua proposta e poi mi alzai dal materasso, mi infilai in bagno e iniziai a preparare la vasca con dell'acqua calda per il mio Taehyung. Mentre dallo spiraglio della porta riuscivo a vedere il magro corpo del mio biondino gironzolare per casa nudo e con ancora le cosce bagnate e sporche di bianco. Mi sentivo in colpa si, ma ero totalmente innamorato di quella visione, e poi a Taehyung non sembrava essere dispiaciuto. Entrambi inoltre sapevamo di essere sani. Farlo senza preservativo era tutta un'altra storia.

Sono Jeon Jeongguk ho ventun anni. Sono un modello per un paio di agenzie e ho posato per molti brand importanti, anche internazionali. Il mio ragazzo, Kim Taehyung, è la persona che amo di più al mondo e sono totalmente sicuro di non poter mai più amare qualcun altro come faccio con lui.

Ci siamo incontrati quasi un anno fa, in autunno. Avevo appena firmato il contratto per la realizzazione futura di una pubblicità di un profumo da uomo e fortuna volle che un bellissimo giornalista di nome Kim Namjoon, mi avesse adocchiato. Venne a parlarmi e mi chiese direttamente un appuntamento. Non lo sapevano in molti ma in realtà ero gay apertamente e Namjoon a quanto pare, lo sapeva. Non accettai il suo invito avendo la partenza per un viaggio di lavoro a Pechino solo un paio di giorni dopo. Sarei dovuto rimanere in Cina per almeno tre settimane. Ci scambiammo i numeri e giurammo di sentirci in futuro, un appuntamento con un nuovo uomo non poteva farmi che bene e sopratutto Namjoon era di bella presenza. Non sapevo però che in quel momento un altro ragazzo stesse osservando me e Namjoon chiacchierare con occhi socchiusi, labbro inferiore stretto tra i denti e mani chiuse in due pugni.

Quando io e Namjoon ci salutammo, raggiunsi uno studio vuoto per trovare la giusta concentrazione e lavorare seriamente, in mattinata avevo fatto fin troppe pause caffè. Ma anche quello non sembrava essere proprio il momento perchè fu lì che Taehyung, entrò nel salone rendendolo sede del nostro primo incontro.

«Jeon Jeongguk, vero?» Un ragazzo dai capelli lunghi e biondi a coprirli di poco gli occhi e con il capo chino. Indossava un semplice maglione sui toni dell'indaco e dei jeans classici. «Seguo le tue interviste, di tanto in tanto.» Si spostò una ciocca dietro all'orecchio e mi guardò negli occhi per la prima volta. Se ero già stato rapito dal suo corpo, dalle sue movenze e dalla sua voce allora il colpo di grazia me lo diede proprio quello sguardo. Un brivido mi percorse l'intera spina dorsale, avevo gli occhi spalancati e immaginavo anche il mio viso paonazzo. Forse se ne accorse anche lui, immediatamente distolse lo sguardo puntandolo fuori le grandi e trasparenti vetrate dell'edificio.

Taehyung quel giorno, avanzò la proposta di uscire insieme a bere qualcosa, mentre io provavo a far cessare i miei battiti di andare tanto velocemente, solo per dei piccoli gesti. Nell'insieme di cose proprio non riuscii a declinare l'invito e immediatamente neanche mezz'ora dopo eravamo ben accomodati ad un tavolino, in un locale della zona. Lui aveva la mano per metà nascosta dalla manica del maglione ed il viso appoggiato ad essa mentre io ero totalmente in posizione diritta e composta, le guance rosse e il cervello che le provava tutte per non farmi balbettare.
«Huh...Quindi sei anche tu un modello?» Questa era la prima cosa che gli chiesi. Le nostre ordinazioni erano già sul tavolo da un pezzo e nessuno osava proferir parola, lui guardava fuori dalla finestra e sembrava la persona più tranquilla dell'universo mentre io non avrei distolto lo sguardo dal suo viso neanche sotto tortura. «Sei tipo...Una porno star?»