Hit man

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Passai i due giorni seguenti a memorizzare ogni mossa del mio bersaglio.
Non sarebbe stato difficile ucciderlo, specie perché aveva sempre qualche guardia del corpo con sé che avrei messo k.o. molto facilmente.

Quindi decisi di colpire nel luogo in cui viveva, un grosso palazzo interamente suo.
Viveva nell'attico e il resto dei piani li usava per gestire la sua attività della duplicazione delle banconote.
Ovviamente era tutto coperto dai piani inferiore in cui c'erano dei semplici uffici.

Quindi il terzo giorno mi presentai nel luogo in cui avrei ucciso quell'uomo.
Mi ero procurato un colloquio per lavorare in uno degli uffici per cui mi misi in tiro dandomi palesemente un'aria da 'ragazzino' per non destare sospetti.
Degli occhiali da vista finti e un'aria dolce e manipolabile, sarebbe andata più che bene.

Entrai e passai i controlli dei raggi x che passai e mi dissero di prendere l'ascensore ed arrivare al secondo piano.

Ringraziai e aspettai pazientemente l'ascensore per poi entrare e passare la tessera che avevo rubato ad un uomo della sicurezza vicino al quadrante dei pulsanti, venne fuori un secondo quadrante con i piani superiori e premetti l'ultimo.
Avevo spiato quell'uomo e sapevo che l'avrei trovato a casa.

Le porte si aprirono e mi leccai le labbra sorridendo.
Avevo una sete di sangue che in qualche modo non veniva mai soddisfatta.
Mi sarei presso l'ennesima vita e non provai nessun senso di colpa al riguardo.

[...]

Tornai da Taehyung la sera tardi con un sacchetto in mano con dentro la testa del mio bersaglio.
L'appoggiai sulla sua scrivania e mi buttai sul suo divano allentandomi un po' la cravatta e aprendo qualche bottone della camicia sporca di sangue.
«Ben fatto Guk» disse soddisfatto aprendo il sacchetto «Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta senza alcun problema»

Sorrisi e il maggiore mi porse una valigetta piena di soldi.
«È bello fare affari con te» gli feci l'occhiolino e controllai che fossero tutti.
Perfetto, potevo tornare in Thailandia ora.

«Sai, Jungkook mi hai fatto un grosso favore togliendo di mezzo quell'individuo, ora mi impadronirò di tutto ciò che ha» disse con tono tranquillo sedendosi accanto a me posando una mano sui miei pantaloni eleganti, leggermente sporchi di sangue.

Quel giorno avevo fatto un po' di strage e non ero il massimo della pulizia.
Avevo bisogno di una doccia.

Alzai un sopracciglio e delicatamente gli tolsi la mano.
«Andiamo Jungkookie, so che mi vuoi ancora, so che non mi hai mai dimenticato» disse questa volta con voce più profonda accarezzandomi la guancia facendomi rabbrividire.
«E non serve a nulla negare, te lo leggo nello sguardo»

No.
Non ci sarei ricascato.
Mi alzai e presi la valigetta guardandolo freddamente.
Ero caduto nella sua tela troppe volte, non mi sarei fatto spezzare il cuore di nuovo.

«Smettila di provare a sedurmi Taehyung, non farò sesso con te, men che meno tornerò a essere il tuo braccio destro.
Lavoro da solo ora.
Senza vincoli e senza te soprattutto.
Mi hai sempre usato»

Il moro rise e inclinò la testa divertito.
«Non sei più il ragazzino di una volta, pensavo che ti avrei convinto facilmente.
Eppure hai messo subito le distanze.
Ma sei sicuro di potermi resistere?» chiese alzandosi prendendomi con forza il braccio attirandomi a sé.

«Sicuro» dissi tenendo un ton fermo guardandolo freddamente.

Ridacchiò di nuovo, questa volta al mio orecchio e iniziò a lasciarmi piccoli baci umidi sotto l'orecchio e sul collo facendomi rabbrividire e chiudere gli occhi di conseguenza.

«Avanti Jungkookie...» disse con tono sensuale sbottonandomi i pantaloni «so che lo vuoi, so che mi vuoi» disse accarezzando la mia lunghezza facendo si che mi mordessi il labbro per non gemere.

Nella mia testa si presentarono le ore seguenti in cui io sarei finito per succhiarglielo e lui mi avrebbe scopato sulla scrivania.
Ci sarei ricascato e probabilmente sarei tornato a lavorare per lui.
Non mi andava bene, doveva smettere di usare ciò che provavo per lui contro di me.

Ebbi la forza di spingerlo via e lo guardai con odio abbottonandomi di nuovo i pantaloni.
«No» sibilai «Non mi avrai, né ora né mai.
Puoi comandare chi ti pare ma io non sono più in vendita da un pezzo.
Troverai qualcuno migliore di me che non farà fatica a leccare il terreno su cui camminerai.
Addio Taehyung, questa volta per sempre»
Lo guardai disgustato e uscì da lì.

Era stato meglio così, sarei tornato a casa mia in cui non avrei sentito il nome di quell'essere subdolo di Kim Taehyung.

[...]

La mia vita era tornata alla normalità.
Erano passate quasi tre settimane da quel giorno in cui mi feci valere con Taehyung.
Non mi aveva più contattato e io ero stato libero di lavorare come si deve senza alcuna preoccupazione.

Stavo tornando a casa da una bevuta ad un piccolo bar vicino a casa.
Avevo bisogno di rilassarmi un po' e ubriacarmi mi avrebbe fatto dimenticare i miei problemi.
Non mi accorsi che mi stavano seguendo, mi accorsi solo di un gran dolore alla testa e poi il buio.

Bullet {Vkook AU!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora