Hostage

1.1K 81 3
                                    

Al mio risveglio riuscì a mettere ben poco a fuoco.
La stanza in cui mi trovavo era buia, umida e sporca.

Mi accorsi che i miei piedi non toccavano terra, era stato appeso nel mezzo della stanza e i miei polsi erano stretti in una catena appesa al soffitto.

Provai a muovermi, ma appena lo feci mi girò la testa e così mi fermai.
Avevo ricevuto una grande botta in testa, sentivo il sangue secco su tutta la parte colpita e l'emicranea mi faceva sentire peggio.

Passai tutta la giornata ad esaminare la stanza, per quanto potessi con la luce fioca che arrivava fuori dalla porta.
Non ero in condizioni di liberarmi, avrei provato a darmi alla fuga quando i miei rapitori avrebbero provato a darmi alla fuga quando i miei rapitori avrebbero abbassato la guardia, ma prima avrei dovuto capirci qualcosa.

Finalmente la sera aprirono la porta e capì subito di essere nei guai quando lo vidi.
«Kang...» dissi debolmente.

Sorrise avvicinandosi con passo lento mentre la stanza si illuminava di più e a causa della luce fuori dalla stanza socchiusi di conseguenza gli occhi.

«Come sei cresciuto Guk» disse leccandosi piano le labbra ispezionando il mio corpo con attenzione.

«Tu invece non sei cambiato affatto, sei sempre il solito bastardo di anni fa» dissi disprezzandolo con lo sguardo e con il tono più acido che potessi dare alla mia voce.

Rise e si mise davanti a me guardandomi negli occhi.

«Ma come, tanto disprezzo per chi ti ha fatto diventare l'uomo che sei ora?» disse ghignando.

Lo guardai schifato.
«Sei solo uno sporco traditore» ringhiai.

Anche lui lavorava con Taehyung insieme a me, era stato lui ad insegnarmi tutto ciò che l'organizzazione comprendeva.

Per un periodo mi aveva addestrato ed eravamo diventati persino amici.
Lo siamo stati fino a che non ci ha traditi per un compenso maggiore.

«A quanto pare ora lavori da solo» dissi annuendo serio.
«Anche tu, ti sei stancato di V che ti comandava a bacchetta?» disse ridendo.

Lo fulminai con lo sguardo per poi annuire.
Rise di nuovo.

«Comprensibile, ma ora mi serve che parli con me Guk, altrimenti sai quanto sono bravo a torturare le mie vittime» disse facendo spallucce.

Rabbrividii annuendo.
«Cosa vuoi?»

«Lo sai cosa voglio" disse tranquillamente «voglio vendetta per come sono stato trattato da V, voglio sapere dove si trova e voglio ucciderlo» disse gelido guardandomi dritto negli occhi.

«Te lo sogni Kang, non ti dirò mai nulla» dissi deciso.
Taehyung poteva essere un pezzo di merda e tutto ma non si meritava di essere tradito anche da me.
Nonostante tutto gli ero ancora fedele, lui era stato il ragazzo che mi aveva cresciuto, era sempre il mio Taehyung.

«Poverino ci stai ancora sotto non è vero? Beh, vorrà dire che dovrò tirartelo fuori con le pinze» disse con un sorriso inquietante stampato in faccia.

Deglutii pesantemente e annuì.
«Non parlerò» esclamai serio.

«Prega solo che V venga a salvarti altrimenti morirai qui» ridacchiò.

Non sarebbe venuto.
Lo sapevo benissimo.
Ero stato addestrato a non cedere mai, non avrei detto una parola.

Piuttosto sarei morto.

Bullet {Vkook AU!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora