Homecoming

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-Jungkook Pov-

Ed eccomi atterrato a Seoul, Corea del Sud.
Dopo tre lunghi anni ero tornato a casa.

Sbadigliai e mi scompigliai i capelli mentre uscivo dal gate.
Subito vidi un cartello con il mio cognome e nome, Jeon Jungkook.
Il cartello lo reggeva un uomo grande e grosso che riuscì a presumere fosse l'autista.
Mi avvicinai portando due grossi borsoni in mano e gli feci un semplice cenno che venne ricambiato.

Così uscimmo dall'aeroporto e mi fece entrare nella macchina di lusso mettendosi al volante.
Si trattava bene V.

Non appena entrai finì subito a faccia contro i sedili di pelle, mi venne messo un sacco in testa e insieme a questo mi vennero legati i polsi con una corda.

Mi inumidì le labbra con la lingua e li lasciai fare i loro comodi, incuriosito da come si sarebbero messe le cose.

Nessuno parlò, e fu un viaggio silenzioso in cui trovai almeno venti modi per liberarmi, uccidere i due scagnozzi e appoggiare le gambe sui loro corpi morti.

Dopo quasi due ore arrivammo a destinazione e mi fecero scendere poco delicatamente puntandomi un arma contro la schiena.
Ridacchiai.
«Avanti ragazzi, non esistono più le buone maniere?»
Mi incitarono a camminare e sbuffai.
«D'Accordo, giochiamo ancora un po'»

Entrammo nell'edificio e prendemmo subito un ascensore ci portò all'ultimo piano.

Nel mentre canticchiai tranquillo passandomi la lingua sulle labbra.
I due ragazzi parlavano in cinese e a parte qualche insulso racconto tra i due non si dissero nulla di importante.
«Signori, spero che stiate trattando bene i miei bagagli» dissi nella loro lingua zittendoli per poi ridacchiare.
«Il gatto vi ha mangiato la lingua?»
Ridacchiai di nuovo non sentendo una risposta.
Eravamo quasi arrivati.
I due continuarono a spintonarmi con le armi e proprio vicino alla soglia della porta decisi di dare un po' di spettacolo.

Mi liberai le mani dalle corde che avevo precedentemente allentato il giusto, afferrai l'arma che mi era stata puntata alla schiena e colpì in faccia uno dei due mentre mi tolsi il sacco.
Mi abbassai in tempo per evitare un proiettile e mi avventai contro l'altro evitando gli spari, prendendolo per le spalle, buttandolo a terra con violenza mettendo k.o. anche quest'ultimo.
«Guarda te se torno in Corea dopo tre anni e non mi merito un viaggio di prima classe» borbottai sarcastico prendendo i borsoni e lasciai a terra l'arma rubata.

Spalancai le porte e lasciai cadere i borsoni che produssero un grande tonfo.
«Pensavo che come tuo ex braccio destro avrei avuto un trattamento di classe come minimo" dissi tranquillo, guardando il moretto vestito di abiti firmati rigirarsi fra le mani una pistola.
"Il trattamento speciale lo hai avuto Guk» disse con tono piatto portando lo sguardo sul mio facendomi ridacchiare.
«Beh, è un grande bentornato di merda mi dicono» sorrisi retorico.

Il moro si alzò e si avvicinò con calma, quando fu abbastanza vicino mi puntò l'arma sulla fronte.
Ruotai gli occhi e spinsi la fronte contro essa.
«Forza, premi il grilletto» dissi puntandoli a mia volta una pistola contro la sua tempia.

Nello stesso istante prememmo il grilletto, nello stesso istante non accadde nulla.

Scoppiammo a ridere e ci abbracciammo.
«Sei sempre il solito pezzo di merda Jungkook!» rise scompigliandomi i capelli.
«Tu non sei da meno Taehyungie» dissi sistemandomi i capelli mentre lo guardai con un sorriso che ricambiò immediatamente.

Cavolo se era cresciuto, era diventato ancora più bello.

«Da quando hai la voce così profonda? Mi ha messo la pelle d'oca» ammisi sorridendo.
Ridacchiò.
«E tu da quando sei cresciuto così bene? Cazzo il tuo lavoro ti ha fatto diventare uno schianto, con tanto di taglietto sul viso, che bad boy» disse dopo avermi preso per la mascella e avermi guardato per bene.
«Ha parlato quello vestito tutto di Gucci, ti sei comprato anche l'azienda?» lo presi in giro e quest'ultimo annuì fiero.
«L'ho acquistata quasi un anno fa»
Scoppiai a ridere, era proprio matto.

Bullet {Vkook AU!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora