La magia del Natale (prima parte)

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Ciao a tutti e bentornati con un nuovo speciale! Questa volta a tema Natalizio! *^* Questa storia nasce grazie a un'iniziativa, organizzata qui su Wattpad dagli Ambassadors, in cui si richiedeva ai lettori di scrivere una letterina al loro Babbo Natale preferito e Lupetta_01 ha pensato a me! Ringraziate tutti Lupetta_01 per aver fatto nascere questa storia u.u

Si tratta di un crossover (diviso in due parti) improbabile ma dolciotto tra alcuni personaggi di Come Guardare il Sole e quelli di Puoi Volare, ma non vi svelo altro, perciòòòò...

Buona lettura!



Sembrava incredibile, ma tutto ciò che mi circondava era più appariscente di me, dei glitter argentati che quella sera mi ero cosparso sugli zigomi e dell'ombretto dorato che rendeva il mio viso un'esplosione di stelle.

C'erano persone vestite con abiti enormi, variopinti, sfavillanti. Una botta di colore nel buio di quella serata di fine dicembre, che speravo ci regalasse una di quelle nevicate che avrebbe reso il paesaggio bianco e fatto risaltare ancora di più tutti loro e anche me, con i nostri luccichii.

Fra tre giorni sarebbe stato Natale, e Warren aveva ceduto e mi aveva portato al circo dopo che lo avevo stressato con le mie lamentele e ricatti del tipo "Se non mi ci porti, puoi scordarti che ti lasci dormire da me per i prossimi due mesi". Avevo resistito un giorno, lui un giorno e due ore, dunque ci trovavamo lì, tra acrobati, artisti e ragazze travestite da fate delle nevi dalle ampie gonne e corone somiglianti a corna di cervo. Avrei voluto anch'io uno di quei costumi e avrei voluto il loro parrucchiere e truccatore; erano stupende.

«Ma guardati, Rory, sembri un bambino in estasi.»

Warren mi diede una spallata e io gli feci la linguaccia prima di tornare con lo sguardo attorno a me. Un ragazzo, abbarbicato nel suo cappotto e nella sciarpa tirata su fino al naso, entrò di tutta fretta nel tendone rosso con in mano un sacchetto ripieno di chissà quali leccornie. Fui invidioso del fatto che non dovesse fare la fila come me e Warren; d'altro canto, non mi dispiaceva passare qualche minuto lì fuori – gelo a parte – così potevo osservare per qualche altro minuto le delicate e scintillanti fate delle nevi o le luci natalizie che addobbavano il tendone e i carretti al di fuori, oltre alle roulotte in lontananza.

«Hai freddo?» mi domandò Warren.

Non aspettò una mia risposta, il suo braccio già mi avvolgeva le spalle e mi teneva stretto a lui. Mi scoccò anche un bacio tra i capelli e io mi appoggiai al suo corpo, contento proprio come un bambino – aveva ragione lui. Ero al circo con la persona che amavo, la magia era ovunque posassi gli occhi e continuavo a sperare che anche il cielo esaudisse la mia preghiera per una nottata bianca.

Impossibile non essere felice.

Qualche minuto dopo, uscimmo vittoriosi dalla fila per i biglietti e fummo al calduccio, seduti ai nostri posti. I riflettori rendevano l'atmosfera ancora più calda, il rosso che tappezzava l'interno del tendone sembrava oscillare come fiammelle.

Ripresomi dall'incanto, mi resi conto che eravamo finiti proprio accanto al ragazzo che avevo visto entrare poco prima; si stava mangiando una noce tostata dopo l'altra quasi con accanimento mentre nell'altra mano reggeva il cellulare e si scambiava qualche messaggio con un sorrisetto stampato in faccia. Non resistetti all'impulso di non farmi i fatti miei e allungai il collo per sbirciare, ma Warren mi distrasse prima che potessi leggere anche solo il mittente.

«Direi che questo te lo fai bastare come regalo, per quest'anno.»

Non trattenni una risata. «Certo, come no.»

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