Sette anni (terza parte)

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«Non fare quella faccia, Colton» lo riprende Willis accarezzandogli una guancia con il dorso dell'indice. «Sembra che tu abbia appena spedito tua figlia al patibolo.»

Colton abbozza una risata. «È che mi sento un po' in colpa...»

«Di cosa? Di averla lasciata con il tuo ragazzino prediletto?» ribatte riferendosi a Karol. «È da secoli che ci chiede di dormire da lui, questa mi sembra un'ottima occasione.»

«Sì, in effetti hai ragione.»

«Quando non ce l'ho?»

Colton gli molla una gomitata per poi prenderlo per il bavero della giacca e trarlo a sé per un bacio. «Quindi...» dice con tono lascivo, «qual è il tuo piano per il resto della giornata?»

«Abbiamo giusto il tempo per tornare a casa, farci una doccia veloce e prepararci per la cena che ci aspetta» risponde Willis a un centimetro dalle sue labbra.

«Deve essere proprio veloce questa doccia?»

«Se ci sbrighiamo ad andarcene da qui, potrebbe diventare una doccia a media velocità.»

Dopo un ultimo bacio, abbandonano il parcheggio del palazzetto e premono sull'acceleratore per raggiungere la loro villa a due piani, comprata poco più di tre anni fa dopo aver lasciato il bilocale in cui erano in affitto. Con una figlia a carico, non sarebbero più potuti rimanere in quell'appartamento, lo avevano già messo in conto – in realtà, già da prima di decidere di avere un figlio stavano risparmiando per la casa dei loro sogni – e hanno soltanto aspettato l'occasione adatta per trasferirsi. Non sono molto distanti dalle rispettive famiglie, e capita spesso di pranzare dai nonni alla domenica, a volte anche tutti insieme. Estelle è sempre felice di vederli, così come i nonni sono felici di avere una nipotina come lei. E pensare che i genitori di Willis non erano particolarmente d'accordo, all'inizio della loro relazione, e avevano creato non pochi problemi, soprattutto a Colton, licenziandolo e quasi ripudiandolo, persino. Per fortuna la situazione si è ribaltata con il passare del tempo.

Appena entrano in casa, vengono accolti dal "Ciao" di Choco, il pappagallo che vive con loro da un anno, e dopo aver ricambiato il saluto, Colton non dà nemmeno a Willis il tempo di togliersi le scarpe che lo sospinge verso il bagno al piano superiore.

«Guarda che abbiamo tempo» replica il compagno, divertito, lasciandosi trascinare su per le scale.

«Meglio sfruttarlo sotto la doccia» risponde Colton con l'eccitazione che gli fa vibrare l'intestino e termina in un punto ben preciso in mezzo alle gambe.

Willis sta al gioco, così si chiudono di fretta e furia in bagno, il getto della doccia aperto per far arrivare presto l'acqua calda e le mani che si muovono frenetiche per spogliarsi a vicenda. In men che non si dica, i vestiti ricoprono il pavimento, le bocche incollate ancor prima di entrare nella doccia e il petto di Colton che preme su quello di Willis per imprimerselo nella pelle nonostante lo conosca a memoria.

Non ne ha mai abbastanza. Ama percepire la forma dei loro corpi collimare alla perfezione, gli occhi alla stessa altezza per leggervi dentro qualsiasi cosa senza il bisogno di esprimerlo a parole, i cuori che rimbombano per tutta la cassa toracica, le erezioni che sfregano a ogni minimo movimento.

Vanno sotto il soffione della doccia, l'acqua riduce l'attrito tra le loro pelli e le incendia con il suo calore. Colton stimola la lingua del compagno con movimenti rozzi mentre le mani si spostano dalle spalle e seguono la colonna vertebrale fino a incontrare le natiche e strizzarle. Il gemito di Willis si perde insieme al vapore che comincia a riempire il bagno, poi Colton lo schiaccia contro la parete e spinge il bacino per frizionare e accendere ancora di più l'eccitazione.

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