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-È stupido.-

-Giusto, hai ragione. Magari potremmo bussare, ci aprirebbero di sicuro.-

-Ethan, dico sul serio. È un rischio enorme, e stavolta non rischiamo la galera, rischiamo l'esilio!-

-È tutto ciò che abbiamo. Devo farlo. Devo almeno provarci.-

Le stringo la mano e la guardo negli occhi. Riesco a vedere la paura in quegli occhi grigio-verdi, il timore di essere scoperta e l'eccitazione di poter infrangere le regole.

-Andrà tutto bene. Fidati di me, Elise-

-... Sei un stupido. Uno stupido incosciente.-

Sorrido debolmente stringendole la mano, mentre chiudo gli occhi e mi concentro sulle divise bianche e azzurre delle Coldflame, sui caschi lucidi che riflettono la luce del mattino, sui guanti perlacei che stringono i fucili carichi. Lo stesso fucile che mi ritrovo ad imbracciare quando apro gli occhi, dietro il casco lucido. Un'altra Coldflame confusa mi guarda dai pochi centimetri di altezza che ci separano.

-È... È vero? Cioè... Questi...Cosi, sparano?-

-No, è tutto finto. Un'illusione. Se riesco a mantenerla per un po', potremo entrare senza dare nell'occhio. Hai detto che solo le Coldflame possono entrare, vero?-

-È tutto quello che so... Ethan, non so cosa troveremo all'interno. Nessuno tranne mio padre e i membri del Consiglio sa cosa contiene la Biblioteca Monumentale, c'è il rischio...-

-C'è sempre un rischio. Se vuoi, torna a casa. Dimentica tutto questo e torna alla tua vita, Elise Woods." In fondo, sei la figlia del Console. Nessuno lo saprà mai.-

Vedo un fremito sotto la divisa bianca e azzurra, un leggero movimento della testa, quasi impercettibile, dove qualcosa si è appena spezzato per lasciar spazio a una nuova determinazione.

-Facciamolo-

Varchiamo insieme il portone di legno nero, così a contrasto con le divise chiare da Coldflame.

E per un attimo, è come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco, gli occhi sgranati dietro il vetro scuro del casco.

Davanti a noi, solo un enorme stanza vuota di cristallo nero, rischiarata debolmente da chissà quale luce, forse dal cristallo stesso, con un solo blocco rettangolare al centro, dello stesso materiale lucido. Nessuna finestra, nessuna porta, se non quella d'entrata. Nessun segno di passaggio umano, nessun decoro particolare, escluso il grottesco blocco rettangolare di cristallo nero.

-Ma che... Che significa? Dov'è la biblioteca? Dove sono i libri? Non... Non è possibile. No, no, no...-

Mi prendo la testa tra le mani mentre cado in ginocchio sul pavimento lucido, con una sola parola nella testa: No. No. No. No. No.

-Ethan...-

Sento qualcosa, parole di conforto, d'aiuto, d'affetto, una massa confusa di suoni nel buio della stanza. Non mi muovo, nel buio della stanza vuota. Vorrei urlare, colpire qualcosa, magari romperla. Una mano mi scuote la spalla. Elise, sotto la divisa da Coldflame. Impiego un attimo per mettere a fuoco la sua immagine e ad ascoltare quello che sta dicendo. Stavolta non sta cercando di aiutarmi. Mi costringo ad ascoltare. E le sue parole tradiscono un'emergenza.

C'è qualcosa nella stanza, oltre al blocco nero.

-Ethan, dobbiamo uscire! Subito!-

Sento dei passi, delle voci arrivare da chissà dove. La stanza è vuota, ma le voci si fanno sempre più forti.

Reagisco d'impulso, e le Capacità fanno il resto.

Mi lancio su Elise verso la parete della stanza mentre il blocco nero scorre pigramente sul pavimento lucido, lasciando spazio a due figure vestite di bianco e di azzurro che emergono da una rampa di scale illuminata.

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