Un particolare catturò la sua attenzione: una figura, con la schiena appoggiata sul massiccio tronco del salice, le dava le spalle e sembrava non averla sentita. La ragazza corvina cominciò ad avvicinarsi molto lentamente, cercando di non far rumore. Superò il ponte, più si avvicinava e più riusciva a notare nuovi particolari di quella misteriosa figura: dei capelli neri frusciavano morbidi e leggeri, trasportati dal vento autunnale, accarezzavano la cerea pelle del giovane, intendo ad osservare delle nuvole grigie farsi spazio nel cielo. Era vestito con una maglietta nera e jeans del medesimo colore. Ad ormai pochi metri di distanza Abby notò una spada interamente nera accanto a lui. Sentiva che gli occhi le diventavano umidi, le mani erano sudate, la voce spezzata mentre chiamava il suo nome. Il ragazzo si girò e, alzandosi, restò per qualche attimo ad osservarla. Abby non riuscì a capire se il suo sguardo trasmettesse sollievo, sorpresa, o sgomento. Non era importante. Tutto ciò che desiderava era sentirsi stretta da quelle braccia. Aveva trovato la via del ritorno e adesso voleva sentirsi a casa. -Abby.. Finalmente sei arrivata.