Capitolo 5

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[Dylan's POV]

Dopo aver realizzato di essere estremamente in ritardo per le lezioni, decido di avviarmi con rapidità all'aula 306. Cerco di dimenticare, o almeno non pensare, a quanto appena successo. So che se ci pensassi, sarei inondato da una serie di emozioni che non provo da anni e che non ho intenzione di provare adesso.

L'interminabile giornata finisce e decido di dirigermi verso il parchetto della scuola per giungere al parcheggio delle macchine. Qui, incontro un volto conosciuto: quello di Brandon.

Non so bene come comportarmi. Inizialmente, c'è un velo di imbarazzo ma Brandon mi avvolge in un forte abbraccio che mi fa capire che mi ha già perdonato.

''Ma dove eri finito, fratello?'' esclama, incredulo ma felice nel rivedermi dopo tanti anni.

''Lunga storia, ne riparleremo più in là. Ora dimmi, te come stai?'' rispondo, sperando che non mi chieda ulteriori informazioni su dove sono stato gli ultimi tempi. Ma so che sicuramente con lui sarà più semplice risolvere di quanto lo sarà con Belle.

''Bene, Dyl. Ci sei mancato. Specialmente ad Isabelle. Le hai fatto tanto male, sai.'' continua la conversazione con un tono piuttosto amaro e nostalgico.

''Non c'è bisogno di ricordarmelo.'' chiudo duramente la conversazione. Ma poi mi ricordo che lui è mio amico e se parto già con il mio solito atteggiamento freddo, rimarrò da solo.

Perciò proseguo chiedendogli di accompagnarmi alla macchina. Mi dimentico di avere una Maserati nera a soli 19 anni e non prevedo la reazione del mio amico. Mi fermo ma Brandon prosegue senza prestare troppa attenzione, poi accorgendosi che non lo sto seguendo, si gira verso di me.

''Dai, ti accompagno alla macchina. Perché ti sei fermato?'' mi chiede con tono assolutamente serio.

''Ci siamo. È questa.'' rispondo accennando un sorriso, capisco che non se lo sarebbe mai aspettato. L'ultima volta che ci siamo visti, giravamo in due su una bicicletta mezza rotta.

''Dyl, ma da quale imprenditore l'hai rubata?'' dice con bocca aperta in segno di shock.

''Me la sono comprata da solo.'' replico, dicendo la verità. Decido fra me e me di non dare altre informazioni a riguardo, almeno per il momento.

''Beh, siccome so che non mi risponderesti se ti chiedessi da dove hai tutti questi soldi...'' dice Brandon con tono scherzoso, rivelando allo stesso tempo i suoi numerosi dubbi.

''Perspicace!'' commento io e lascio che prosegua la sua frase.

''...perciò, perché non passi ad accompagnarmi stasera, così andiamo insieme alla festa di Justin, il capitano della squadra di hockey?'' propone, sperando che io dica di sì. Attirerebbe l'attenzione di tutti, ma so che in fondo me lo chiede anche perché gli farebbe piacere stare con me e recuperare il tempo perso.

''Mi ricordo del tuo spirito festaiolo. Va bene, ti passo a prendere alle 8?'' accetto l'invito di Brandon, e anche se non so esattamente chi l'abbia organizzata, so che non mi lascerà deluso. Pure da piccoli, riusciva a farci entrare tutti e quattro alle feste più movimentate della città.

''Grande. Il mio indirizzo è 746 5th Avenue'' comincia a darmi indicazioni e me le segno sul telefono.

''Perfetto. A dopo, Brandon.'' lo saluto con una pacca sulla spalla prima di entrare in macchina.

Apprezzo il fatto che non indaghi troppo sul mio presente, perché in fondo siamo gli amici di sempre. Purtroppo Isabelle non reagisce così, ma lei è stata ferita in modo diverso e molto più profondo. Spero solo non sia definitiva la sua reazione e che col tempo cambi idea.

Accendo una sigaretta. Purtroppo è una delle cattive abitudini che sono entrate a far parte di me da quando me ne sono andato di qui. Forse per sopprimere il dolore, la nostalgia di giorni migliori o forse solo per dimenticare la mancanza dei miei amici. La mancanza di lei.

Mentre sbuffo il fumo in piccoli cerchi, mi accorgo sul display della macchina che sta arrivando una chiamata da Jake. Rispondo subito, perché so che quando mi chiama è per motivi seri.

''Ehi, Jake. Dimmi tutto.'' dico dopo aver accettato la chiamata.

''Dylan, c'è un problema serio. Ascoltami bene. I Red Strangers stanno in zona ormai da giorni. Io e gli altri non pensavamo fossero pericolosi, ma ci sono arrivate delle voci che si stanno avvicinando. E ieri hanno attaccato uno dei BloodZero. Per fortuna, è riuscito a cavarsela con qualche graffio, ma erano armati.'' mi dice tutto d'un fiato, con la voce ansiosa e preoccupata.

''Merda. Questo è un problema grave.'' rifletto tra me e me, aspettando allo stesso tempo una risposta da Jake.

''Aspettano la resa dei conti da mesi. Eventualmente dovremmo affrontarli, sennò andrà a finire male per noi. Stanno un passo avanti, perciò rimettiamoci in sesto il prima possibile.'' replica Jake.

''Lo so.'' sbuffo il fumo della sigaretta che con le mie aggiunte preoccupazioni fa ancora più effetto. ''È che ho la mente altrove.'' proseguo, alludendo ad Isabelle. Spero Jake non capisca che sia per lei.

''Dimenticati Isabelle per un attimo. Dobbiamo capire come procedere.'' Jake legge fra le righe e mi risponde bruscamente. ''Stasera ci vediamo per una riunione d'emergenza e contiamo sulla tua presenza.'' dice, finendo la frase.

''Stasera non ci sono. Ho già altri impegni. Per una volta, vedetevela voi.'' chiudo la chiamata senza dargli la possibilità di replicare.

È la mia prima serata di normalità. La prima serata in cui sono il Dylan Rivera di una volta, quello che festeggiava con Brandon Peterson come se non ci fosse un domani. Se la caveranno da soli.

Cosa potrebbe mai succede in una sola serata?

Il Mio Punto DeboleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora