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Il torneo era finito da pochi giorni, lasciando gli studenti stanchi, ma soddisfatti (almeno per gran parte) del loro operato. Tanto nelle prove precedenti quanto durante il torneo finale, tutti erano riusciti a catturare l'attenzione, chi più chi meno, degli eroi professionisti presenti ed Euterpe e Leviathan non potevano essere più fieri di loro.
Quella mattina, Euterpe fece il suo ingresso nella classe vivace e chiassosa con un enorme sorrisone sulle labbra, come una bambina che fosse pronta a rivelare il suo più grande orgoglio. Salutò gli studenti con un cinguettio melodioso e persino più allegro del solito, prima di chiosare: «Buongiorno, miei adorabili piccoli pulcini, oggi è un gran giorno!». Quasi scalpitava dietro la cattedra, ancora in piedi, mentre batteva una mano sulla superficie in legno per attirare del tutto l'attenzione dei ragazzi. Dopo aver lasciato scorrere lo sguardo su tutti i presenti, sollevò un pugno chiuso, sollevando lentamente un singolo dito come ad enumerare gli eventi previsti per quel giorno: «Prima di tutto, parlo a nome dell'intero corpo docenti nel dire che siamo immensamente fieri di voi e dei risultati che avete ottenuto durante il festival. Siete stati davvero bravissimi, il professor Leviathan non lo ammetterà mai perché è un burbero musone, ma è rimasto estremamente soddisfatto del fatto che i frutti del suo allenamento si siano visti».
Poi fu il turno di sollevare il secondo dito, mentre la porta dell'aula si apriva una seconda volta: «Dopo il festival, inoltre, il preside ha deciso di riequilibrare le classi dopo i recenti abbandoni e di accogliere alcuni nuovi studenti trasferiti». E da quella stessa porta aperta fecero il loro ingresso poco dopo ben cinque ragazzi, quattro maschi ed una femmina, alcuni erano volti conosciuti appartenenti alla sezione B o intravisti durante il torneo, altri erano del tutto nuovi. Vennero invitati a presentarsi, uno per uno, scrivendo il loro nome sulla lavagna. La prima a presentarsi fu l'unica ragazza, che con un leggero inchino cinguettò, gentile: «Buongiorno a tutti, sono Ai Kimori, ho frequentato fino ad ora la classe 1 B, ma spero di poter andare d'accordo con tutti voi». E mentre prendeva posto nel banco che una volta era appartenuto a Tao, fu il turno di un ragazzo decisamente meno amichevole, il volto corrucciato quasi in un broncio burbero, la voce arrogante e sicura di sé: «Kenji Nogami, non mettetevi in mezzo alle palle e forse andrà tutto bene» di fronte a quel tono si udì quasi uno squittio leggero da parte di Rei, mentre la classe osservava Kenji spostarsi verso uno dei pochi banchi vuoti.
Il terzo ragazzo aveva un fisico piuttosto muscoloso, anche rispetto a diversi altri membri della classe, e parlò con una certa energia, battendo appena una mano sul petto quando arrivò a presentarsi: «Susanoo Orochi! E' un onore entrare a far parte della famosa Yuuei!» e a sua volta si unì ai nuovi compagni di classe, prendendo posto che un tempo era spettato a Takaya. Un'espressione neutra e severa albergava sul viso del giovane che si presentò subito dopo, dai lunghi capelli corvini e dalla postura rigida. Un inchino formale fu il suo gesto, prima che parlasse: «Shigeru Denjiki, spero di andare d'accordo con tutti voi». Il suo posto era stato collocato vicino al banco di Takeshi. L'ultimo ragazzo, infine, aveva sbarazzini capelli biondi, occhietti vivaci, ma soprattutto un paio di candide e soffici ali bianche, dall'apertura non eccessiva, di certo, ma piuttosto evidenti. «Buongiorno a tutti, sono Koichi Tsurukawa, piacere di conoscervi!» e con qualche difficoltà riuscì a posizionarsi al suo nuovo banco, in seconda fila, l'ultimo rimasto libero.
