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L'unica cosa che riesco a vedere intorno a me sono persone che si azzuffano. Poliziotti e villan che si tirano pugni a casaccio procurandosi lividi e tagli.
Non riesco a capire di chi siano le braccia e le gambe che scalpitano e si divincolano dappertutto.
Mani che si stringono attorno ai colli.
Corpi che si accasciano per terra con occhi vitrei.
Ultime preghiere che vengono recitate.
Il fracasso mi perfora i timpani e sono costretta a coprirmi le orecchie con le mani per ricavare un attimo di quiete in cui io possa riflettere sul da farsi.
Il mio corpo è immobile dietro ad una pila di cemento.
Sento che la mia mente è scissa in due parti: una che mi impone di reagire e di comportarmi come la gente si aspetterebbe dal nome affidatomi. Il nome di hero.
L'altra che continua a ribadire di non aver nessun motivo per alzarmi e combattere. Che dopotutto non sono mai stata un hero e mai lo sarò.
Mi tornano in mente per strada le persone che mi acclamano, chiamano il mio nome ad alta voce, i bambini che mi chiedono una foto e imitano i miei combattimenti.
Io che saluto con il sorriso in faccia, ringraziando la folla per i loro complimenti e adulazioni.
Io che sono diventata un hero non per salvare la gente, ma per salvare la me stessa che vuole significare qualcosa in un mondo pieno di persone che più di lei meritavano elogi.
Io che sono una finta hero che pretende di voler provare anche solo un barlume della sensazione che si prova salvando una vita.
Mi copro la faccia con le mani cercando di riemergere e rimanere a galla nel mare di pensieri in cui mi sono immersa.
L'unica cosa che riesce effettivamente a riscuotermi dallo stato di intorpidimento è un esplosione che squarcia il manto stradale, spargendo pezzi di asfalto ovunque. Rimango in stato di shock per qualche secondo rimanendo a fissare la ghiaia volare vicino alle case intorno rompendo i vetri delle finestre.
Il trambusto di prima sembra essere stato inghiottito dal rumore dell'esplosione.
Le gambe mi tremano insieme alle mani quando un ricordo si fa strada nel mio cervello: in corrispondenza del foro c'è la squadra di Nighteye.
Finalmente le catene invisibili che mi costringevano a rimanere attaccata al pilastro si sono rotte e il mio corpo esegue i comandi che gli impongo.
Corro anche se i polmoni supplicano di ricevere maggiore ossigeno.
Lui che è un vero hero, che ha salvato centinaia di vite merita quegli elogi di cui io non ero degna.
Lui che si impegna nel suo lavoro e fa di tutto anche per sconosciuti.
Voglio che mi racconti ancora della bella sensazione che si prova e che me la spieghi mentre sento il suo cuore galoppare dentro il petto pieno di felicità.
Per un momento la speranza prende il sopravvento sulla realtà e penso che potrei arrivare in tempo e salvarlo.
Quest'ultimo pensiero viene immediatamente calpestato e ucciso brutalmente quando davanti agli occhi mi compare il suo corpo riverso a terra a pancia in su, la camicia macchiata di color cremisi, gli occhiali rotti che coprono gli occhi socchiusi, la pozza di sangue che si spande piano piano.
Tutto si silenzia e l'unica cosa che mi pare di sentire sono i suoi respiri corti e spezzati mentre le goccioline salate che non si decidono a scendere si attaccano alle mie ciglia.
Sono rimasta così tanto a guardare Nighteye inerme che non mi sono accorta della presenza di Chisaki alle mie spalle "che peccato", la sua voce roca esordisce "se solo tu fossi stata una vera hero" schiocca la lingua in segno di disappunto. Mi sveglio sussultando, ritrovandomi nel mio letto madida di sudore.
Era in incubo o era la realtà? Non riesco a ricordare con chiarezza cosa sia successa nelle ultime quarantotto ore.
Non mi ricordo se lui è ancora vivo o morto.
L'unica cosa che mi ricordo è che l'ultima volta che l'ho visto lo stavano trasportando all'ospedale, nient'altro.
Mi sforzo di ricordare ma sono troppo spaventata e stanca per pensare in modo razionale.
Mi alzo velocemente scostando le coperte calde dal mio corpo e non curante di essere ancora in pigiama esco di casa dirigendomi verso l'ospedale in macchina. Dopo qualche minuto mi ritrovo nel parcheggio desolato dell'ospedale.
Scendo dalla macchina e corro fino alle porte trasparenti.
Stringo le maniglie così forte da farmi diventare le nocche bianche, ho paura che non sia sopravvissuto, che sia morto nel dolore senza nessuno affianco che gli tenesse la mano.
Impongo alle mani di aprire la porta e ai piedi di muoversi e così fanno. Non chiedo alla reception la strada per la sua camera visto che la so a memoria, mentre mi dirigo a passo spedito verso il secondo piano tengo la testa bassa cercando di non scoppiare a piangere; dopotutto i finti hero non hanno il diritto di piangere.
Per cosa dovrebbero farlo? Per il loro completo fallimento? Finalmente riesco a ricacciare indietro le lacrime e alzo di poco il capo per essere sicura di non andare a sbattere contro qualcosa o di non aver sbagliato strada.
L'odore del disinfettante e della candeggina mi pervade le narici e mi fa bruciare gli occhi, le luci bianche appese al soffitto rendono il luogo più spento e triste insieme al rumore di pochi passi calmi e quasi impercettibile.
Svolto l'angolo scontrandomi contro un bambino che cade a terra, subito mi abbasso aiutandolo a rialzarsi in piedi biascicando uno "scusami, ti ho fatto male?".
Il bambino scuote energicamente il piccolo capo per poi balbettare "sei una delle mie hero preferite" Mi irrigidisco difronte a questa dichiarazione, mi viene voglia di sbraitargli in faccia, di dirli di essere preoccupato per gli altri hero qui in ospedale, che si sono impegnati in questa missione, che hanno dato la vita per la salvezza dei cittadini invece di essere felice per il fatto di aver incontrato un hero come me.
Mi costringo a rivolgergli un flebile sorriso per poi proseguire arrivando alla Camera di Nighteye, apro la porta e subito tiro un sospiro di sollievo vedendo la macchina accostata al letto emettere dei "bip" regolari e costanti.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino per osservare il suo viso illuminato dalla luce della luna che le tapparelle semi aperte lasciano traspirare.
Ha un aspetto più giovane e rilassato, le piccole rughe dovute allo stress sono sparite lasciando il posto ad un espressione più serena, gli occhi magnetici sono coperti dalle palpebre e le labbra sottili sono ridotte ad una linea retta.
Avvicino lentamente la mano e faccio scivolare i polpastrelli delle dita sulla sua guancia, mi godo il suo calore a contatto con le mie dita gelide entrate in contatto con la notte fredda, faccio scorrere ancora le dita fino ad arrivare alla bocca leggermente aperta "hai le mani fredde" biascica Nighteye emettendo un mugolio "scusami, non volevo svegliarti" ritraggo la mano velocemente ma lui prontamente me la afferra per poi stringerla nella sua " sono felice che tu sia qui" dice con la voce ancora impastata dal sonno sorridendo leggermente, i suoi sorrisi sono rari ma quei pochi che ci regala sono così sinceri e belli da contagiarci come una malattia infettiva facendoci sorridere a nostra volta.
Sposto lo sguardo sui suoi arti superiori coperti di lividi e tagli, stringo la sua mano più forte mentre lacrime calde scorrono sulle mie guance, mi mordo il labbro per non emettere singhiozzi. "che c'è?" Chiede lui con innocenza e preoccupazione disarmante, prendo un respiro tremante "se fossi stata una vero hero..." inizio per essere interrotta " perché non dovresti essere una vera hero?" Il suo tono mi destabilizza sempre di più "Non ho mai salvato nessuno.
La gente mi acclama e mi loda per cose che non ho mai fatto" mi chiudo nelle spalle "I bambini mi guardano con occhi gioiosi e sperano di diventare come me: una che è diventata hero per salvare se stessa e non la gente" il silenzio cala nella stanza e l'atmosfera diventa pensante, mi sembra di essere in una camera angusta senza via di uscita.
Nighteye ridacchia per attirare la mia attenzione " Non ho mai sentito tante scemenze in un tuo discorso" apro la bocca per ribattere ma l'hero riprende a parlare "Y/n magari non sei una delle migliori hero al mondo, ma non dire che tu non abbia mai salvato delle vite".
Riprende fiato "Perché tu ne hai salvate tante, compresa la mia" rimango immobile con gli occhi sbarrati "Magari non mi avrai salvato fisicamente ma, psicologicamente, lo hai fatto " il suo pollice accarezza piano il dorso della mia mano "Non mi hai lasciato cadere in un baratro nero senza luc.
Secondo te questo non è salvare una persona?" Avvicino il mio viso al suo facendo scontrare le nostre labbra in un bacio casto dove sente gli angoli della bocca incresparsi fino a formare un sorris.
"Hero" sussurra sulle mie labbra, mi asciugo le lacrime, avvicino una sedia al letto e poggio la testa sulle lenzuola candide continuando a giocare con le nostre mani intersecate fino a quando non mi addormento finalmente convinta di essere una vera hero.♡Angolo autrici♡
Questo è l'immagina richiesto da eleonorasala21, ci scusiamo per l'attesa infinita e speriamo che ti piaccia <3
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♡♤Four fangirls in a boring world♤♡
FanficSei una fangirl o un fanboy annoiata/o? Hai finito il tuo libro o la tua serie tv preferita? Hai bisogno di sclerare ininterrottamente? Beh sei capitato nel posto giusto ! ...I bassifondi più oscuri di Wattpad... Cioè... una raccolta di Pill, immag...