IL PRIMO INCONTRO

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Oggi è il primo giorno di scuola e la voglia di andarci è pari alla voglia di studiare, ovvero nulla. Mi alzo dal letto alle 6:00 perché sono lenta a prepararmi fattore influenzata dalla noia e dalla stanchezza . Scendo in cucina per vedere cosa potrei mangiare al volo ma non mi ispira niente quindi vado direttamente a vestirmi . Indosso dei jeans neri , una felpa grigia con una scritta bourdeaux , le mie amate vans nere , mi metto un po' di mascara e sono pronta. Arrivo in metro con lo zaino rigorosamente nero in spalla , Iphone e cuffiette nell'altra , le metto ed inizio ad ascoltare thinking out loud di Ed . Appena arrivo alla stazione di Termini scendo e proseguo a piedi . Finito di camminare mi ritrovo davanti un istituto grigio , dove entro in quei spogli corridoi fino a quando non trovo la mia classe. Entro e vedo che tutti sono già seduti e mi stanno fissando compreso il professore di Tedesco , non mi piace particolarmente essere fissata quindi cerco un banco libero al più presto , per mia fortuna trovo un banco vuoto nell'ultima fila dove mi siedo. Le cinque ore passano velocemente dopo aver parlato di cazzate tipo come ti chiami e quelle cagate li . Esco finalmente da quell'orrenda struttura ma mentre mi avvio per raggiungere la mentro , vedo che dei ragazzi stanno scrutando ogni singola ragazza , e mi accorgo che lo stanno facendo pure con me , ma ad un certo punto sento che qualcuno mi toccava allora mi giro e afferro e giro con violenza la mano senza sapere a chi appartenga . Dopo pochi minuti sento un "Ahia" a quel punto guardo chi si lamentava dal dolore e mi accorgo che era un ragazzo abbastanza figo ma doveva tenere le mani apposto , a quel punto gli dico " scusami , ma se ci tieni alla tua mano stai lontano dalla zona sud ,intesi?!"

"Okay piccola ,lo sai che hai un bel culo, difficile da passare inosservato"

"Primo: nessuno mi chiama 'piccola' cazzone ,e secondo :il mio culo non va toccato o ti spezzo le gambine"

"Calma piccola, ti ho solo detto che hai un bel culo,dovresti accettarlo come complimento"

"Se mi chiami ancora piccola ti taglio le palle"


" Ma piccola mi servono"

"Ne farai ammeno"
La conversazione si chiuse qui con quel cazzone ma sempre un figo della Madonna. Proseguii per il mio cammino e finalmente arrivai a casa ,dove pranzai e poi mi stesi sul letto ad ascoltare la musica e a fare un cazzo di niente . CHE BELLA SENZAZIONE.

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