Capitolo Quarto;

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Quarto capitolo

Bill attraversò il corridoio da solo, lo zaino che penzolava da una spalla sola e gli occhiali da sole poggiati sul naso. Aprì stancamente il suo armadietto prendendo i libri per la giornata e sbadigliò trascinandosi nell’aula di matematica.
Era un mese che abitava a Berlino ormai ed era un fottuto mese che ogni lunedì si ritrovava sotto gli occhi delle occhiaie viola da far concorrenza ad Edward Cullen nel periodo del digiuno.
Sbuffò sonoramente sedendosi al suo posto, il penultimo accanto alla finestra, e buttò la propria tracolla sul banco accanto al suo lasciandosi scivolare sulla sedia.
Sabine voleva che si adattassero.
Sabine voleva vederli come una vera famiglia.
Sabine lasciava il weekend della figlia completamente privo di regole.
Per tre sere consecutive, giovedì, venerdì e sabato, Agnes li trasportava in quella discoteca d’élite, piena di tipi d’élite, con tavoli d’élite, musica d’élite, e…
Sospirò buttando la testa in avanti sul banco, mentre un’immagine ben precisa scuoteva il suo animo e i suoi ormoni.
Spogliarelliste d’élite…
La donna dalla parrucca chiara, il corpo morbido, i tattoo particolari che sicuramente aveva fatto nel suo stesso centro; era un fottuto mese, pensò, che da buono sfigato pensava e ripensava a quella ragazza sconosciuta e si chiudeva in bagno per ore cercando di placare i suoi ormoni in subbuglio, mentre dalla camera del gemello provenivano rumori e parole soffocate alquanto discutibili.
Sospirò sconsolato e accavallò le gambe.
La strega scopava con suo fratello.
Suo fratello avrebbe da lì a poco iniziato far parte della squadra di Basket della scuola.
La strega e suo fratello da circa un mese sfilavano nel corridoio principale della scuola avvinghiati lasciandosi alle spalle sguardi di gente invidiosa, ammirata o arrapata.
E lui, invece, entrava dal portone secondario, non era notato da nessuno e non…
<< Hey, depresso!>>.
…Aveva amici.
Alzò stancamente la testa e mugugnò strizzando gli occhi infastidito.
Sofie rise e gli schioccò un bacio sulla guancia. << Serata impegnativa quella di ieri, eh?>>.
Sofie era l’unica che lo considerava, l’unica che riusciva a metterlo di buonumore, l’unica che, nonostante la sua notorietà, non si lasciava compromettere la vita dal suo successo.
Dal suo vero successo: quello di cantante.
<< Mmhh.>>, mugugnò solamente riappoggiando la fronte contro il piano liscio e bianco.
Sofie rise lasciando la borsa al suo posto e gli andò dietro posando le mani sulle sue spalle esili e le massaggiò. << Ieri siete stai all’Adagio?>>.
Bill lanciò un mugolio rilassato al tocco della ragazza e scosse la testa. << 40 Seconds, Sofie. Dov’eri finita ieri sera?>>, borbottò alzando lo sguardo verso di lei. << Quello stronzo di mio fratello e la sua troietta si sono strusciati addosso come due conigli in calore tutta la sera! Ed io sono rimasto solo a scoppiarmi di Mojito e Mai Tai tutto il tempo. Da solo. Sai che significa scoppiarsi fino all’una di notte da solo, Sofie?!>>, sbuffò sonoramente mentre la ragazza gli massaggiava il collo e le spalle.
<< Lo so, scusami! Ma ieri ero DISTRUTTA! Devi sapere che io non ho le energie della tua sorellina dopo tre sere consecutive di superalcoolici, balli sfrenati, fumogeni e quanto di più orribile ci sia in questa società d’élite in cui siamo.>>, alzò gli occhi al cielo e si sedette al fianco del ragazzo.
Bill alzò lo sguardo su di lei fulminandola con lo sguardo. << Nessuno ti obbliga, Sofie!>>.
Sofie, di canto suo, rise e gli scompigliò i capelli facendogli alzare un urletto esasperato. << La tua sorellina adora la mia presenza, esattamente come te e… Oh, ciao Agnes!>>, Sofie ridacchiò guardando la figura dell’amica entrare stancamente in classe, gli occhialoni neri calati sul viso, la carnagione chiara ancora più spenta rispetto al normale e la camminata strascicata.
Gettò la sua borsa sul suo banco e il cappotto di pelle bianco accanto alla borsa e lanciò un’occhiataccia ai due da sotto gli occhialoni neri. << Fottuto lunedì, Sofi.>>.
<< E’ la seconda volta che lo dici, oggi!>>, borbottò Bill tenendo ancora il viso contro il banco.
<< Qualche problema?!>>, si appoggiò al suo banco e tirò fuori dalla borsa il suo portacipria di Dior e lo aprì levando gli occhiali da sole.
Sofie si portò le mani alla bocca. << Santo Dio, Agnes!!>>.
<< LO. SO.>>, Agnes le lanciò uno sguardo fulminante tornando a guardarsi allo specchio.
<< Sei… sei…>>, si morse la lingua un paio di volte, prima che Tom facesse la sua irruzione nella classe seguito da Sarah e Hellen.
<< ORRIBILE!>>, continuò il ragazzo ricevendo un’occhiataccia da parte della mora.
<< Santo cielo, non credo di averti mai vista così sciatta nella mia vita!>>, Sofie si avvicinò al suo viso ispezionando quei grandi solchi viola sotto ai suoi occhi.
<< Vorrei capire come hai fatto a ridurti in questo modo!>>, intervenne Sarah alzandole il viso con una mano. Prese il suo portacipria e le passò la spugnetta piano sul viso.
<< Sarah, non farti domande stupide.>>, Hellen si sedette al suo posto e lanciò uno sguardo a Tom poggiato sulla schiena del fratello con gli occhi socchiusi. << Sappiamo TUTTI CHI l’ha ridotta così.>>, abbassò l tono della voce vedendo entrare dei compagni di corso. << Vero, caro?>>.
Tom ridacchiò alzando lo guardo prima su Agnes e poi su Hellen. << Hey, è tutto reciproco, okay? È lei che alle quattro di mattina mi ha infilato la mano nei boxer e…>>.
Bill alzò una mano mugugnando indispettito. << Taci. Ti prego. Evitate i particolari. Le mie orecchie hanno già sentito troppo, stanotte.>>.
Agnes ridacchiò sedendosi al suo posto ed accavallò le gambe in modo sensuale. << Ti sei fatto una sega mentre noi davamo del nostro meglio, non è così?>>.
Bill voltò il viso verso di lei e le mormorò un ‘fottiti’, prima che il professore facesse il suo ingresso nella classe.

All I feel is Strange;Where stories live. Discover now