Capitolo Primo
Scesero dal taxi e all’unisono esclamarono un sonoro “wooh” davanti alla villa a tre piani che avevano davanti. Le siepi contornavano il grande perimetro del grande giardino, il tetto era spiovente e si riuscivano a scorgere le grandi e luminose porte finestre.
Il ragazzo con i lunghi cornrows neri si avvicinò tenendo sulla spalla il suo borsone nero e guardò oltre il cancello grigio. << Bill!>>, sussurrò al ragazzo dietro di lui.
Bill di canto suo serrò le labbra e alzò gli occhiali sui capelli neri cotonati all’indietro. << E’…>>.
<< Quella è una vera Mercedes 350 o sto sognando?>>, il ragazzo con le treccine tirò a sé l’altro ragazzo vestito con una canotta nera con degli strass sparsi e i pantaloni di pelle che gli fasciavano le lunghe e magre gambe longilinee.
<< E’ fottutamente stupenda, Tom!>>, sussurrò il moretto tirando con sé il suo trolley. << Credi che possiamo…>>.
<< E’ casa nostra, Bill! Certo che possiamo entrare!>>, Tom tirò il gemello all’interno del grande giardino e sgranò ancora di più-se possibile-gli occhi.
<< Tom, dovremmo avvertire che siamo arrivati!>>, sussurrò Bill prendendo Tom dal braccio.
<< Oh mio Dio!>>, mormorò Tom guardando l’immenso giardino. << Non posso credere che questa diventerà casa mia!>>.
Ai lati un grande prato inglese veniva irrigato da irrigatori sparsi, dei tigli facevano ombra ad un grande gazebo di pietra bianca e a delle panchinette. Dal retro della casa si vedeva un grande spazio mattonato con una grande piscina dalle forme sinuose, con dei grandi ombrelloni color panna che facevano ombra a delle sdraio di legno, dei divani da giardino e alcuni tavolini da cocktail. Tom volse lo sguardo sulla grande casa color ghiaccio: Era FANTASTICA. Nel piano superiore vi erano delle finestre ad arco, scendendo nel primo piano grandi portefinestre illuminavano la grande villa e dei balconi le circondavano; da uno di questi si vedeva chiaramente un ombrellone. Nel piano terra un portone in mogano era contornato da due lampioni a muro e sul lato sinistro un’altra grande porta finestra illuminava la casa; nel lato destro delle grandi finestre da cui si scorgevano delle tende candide. Dal cancello partiva una stradina di mattoni che portava dritta fino agli tre scalini contornati da due piccole fioriere che contornavano l’ingresso; un’altra piccola viuzza di mattoni portava prima al gazebo e poi al retro della casa.
Bill affiancò Tom e spalancò la bocca guardando con ammirazione tutto. << Tom non possiamo entrare!>>.
<< Piantala, Bill!>>.
<< Ma…>>.
<< Hey voi due!>>, un uomo vestito in un modo strano uscì da quella villa ed andò loro incontro. << E’ una proprietà privata, non potete stare qui!>>, disse l’uomo che aveva tutta l’aria di essere un maggiordomo.
<< Oh, noi siamo qui con nostro padre!>>, Tom sventolò le mani davanti al viso.
<< Sì, siamo Bill e Tom Kaulitz, i figli di Gordon Kaulitz!>>, continuò Bill timidamente.
<< Oh!>>, l’uomo fece un passo indietro. << Vi aspettavamo per domani, signori!>>. Bill e Tom si lanciarono uno sguardo perplesso inarcando le sopracciglia. SIGNORI? << La signora Sabine non è in casa! Ad ogni modo, tutti i vostri scatoloni sono già nelle vostre stanze, volete darmi le valigie?>>.
Bill e Tom si guardarono ancora, questa volta sorridendo complici. << Grazie!>>, dissero all’unisono porgendo all’uomo trolley e borsone.
L’uomo prese tutto con fatica. Cosa ci avevano messo lì dentro? Gatti scuoiati?
<< Ad ogni modo, io sono Alfred! Il maggiordomo che si occupa della casa. Seguitemi…>>, disse facendo loro strada fino in casa. << Spero vivamente che apprezzerete il nuovo ritmo di vita, per voi sono state liberate due delle più grandi stanze della casa, in cui potrete trovare anche una cabina armadio… oh, no, per favore pulitevi le scarpe allo zerbino, signori!>>, aprì il grande portone e Bill e Tom, dopo aver pulito le scarpe –ma da dove stava uscendo quell’uomo?!- lo sorpassarono e un altro “wooh” si alzò dalle loro labbra.
Il parquet lucido correva fino ad una rampa di scale sulla destra su cui era installato un passamano in ferro battuto nero con inserti di ferro dorato, accanto alle scale una porta e sulla estrema sinistra un grande appendiabiti. Sulle loro teste delle luci nel soffitto sembravano tante stelle luminose ed ancora dei lampadari scintillanti di pietre moderne correvano fino ad un arco sulla sinistra da cui proveniva una forte luce naturale; in fondo altre due porte e sulla destra un ulteriore arco.
L’uomo continuava a parlare a ruota libera del ménage della casa, delle regole da seguire, delle loro stanze, della cabina armadio…
<< Tom…>>, Bill si guardò attorno.
<< Sì, Bill, è casa nostra!>>, Tom tirò il gemello dal braccio e lo trascinò fino al grande arco da cui scoprì che quella luce proveniva da un salone immenso.
<< E’ quanto tutta casa nostra lì a Magdeburg!>>, Bill si portò la mano alle labbra.
<< Oh, no, Bill!>>, Tom girò piano su se stesso, << E’ decisamente più grande!>> .
Bill osservò tutto camminando per l’immenso salone con le labbra schiuse e accarezzò il grande divano di pelle bianca ad elle.
Tom si abbandonò su quel divano lanciando un “oh” liberatorio.
<< La mia povera schiena!>>.
<< Tom! Non è educato!>>.
<< Piantala. E’ meraviglioso.>>.
<< Non ci siamo neanche presentati agli altri camerieri!>>, sussurrò Bill con le labbra strette e guardò delle donne che si occupavano della casa.
<< Altri che?!>>.
<< Ce ne saranno almeno altri quattro!>>.
<< Quanto cazzo son ricchi qui?>>.
Una voce alle loro spalle li fece sobbalzare e Tom si alzò di scatto dal divano.
<< Alfred?>>, Agnes scese velocemente le scale. << E’ per caso rientrata mamma?>>.
L’uomo scosse la testa. << No, però…>>.
<< Oh meglio!>>, la ragazza prese la sua borsa dall’appendiabiti e inforcò i suoi occhiali da sole. << Devo ASSOLUTAMENTE vedermi con le ragazze! Ho da scrivere un articolo per il giornale della scuola sulla nuova moda berlinese sulle giacche di pelle e gli inserti di eco-piume e questa è una questione di VITA O DI MORTE! Cassiee!!!>>, chiamò la ragazza e si abbassò sulle ginocchia giusto per vedere arrivare da lei una piccola chihuahua bianca con un guinzaglio fuxia in bocca. << Oh, sei pronta per uscire con mammina? Sì?>>, la ragazza prese la cagnolina e la coccolò baciandole il musetto.
<< Signorina Agnes, lei non può uscire in questo momento, sono desolato!>>.
Agnes inarcò il sopracciglio sull’uomo e si alzò tenendo la cagnolina con una mano. << Perché mai?>>.
<< Beh vede, con mio grande stupore sono arrivati i suoi futuri fratellastri!>>.
<< COSA?!?>>, sgranò gli occhi. << Non è possibile! Sarebbero dovuti arrivare domani!>>, lasciò andare la cagnolina.
<< Oh, lo so! Mi dispiace, sono lì in salone e si stanno ambientando!>>.
<< Oh cazzo!>>, buttò borsa ed occhiali su una sedia e si precipitò in salone.
Vicino al divano due ragazzi la guardavano come se fosse un fenomeno da circo. Il più basso era vestito con larghi vestiti hiphop, sulla fronte aveva una bandana alla Samy Deluxe e un piercing al labbro luccicava. Inarcò un sopracciglio osservandolo: beh! Senza contare i vestiti totalmente fuori moda e quell’orrenda bandana, il ragazzo prometteva DAVVERO bene.
Al suo fianco un altro tipo con gli occhi vistosamente truccati di nero, i capelli cotonati all’indietro e i vestiti decisamente TROPPO attillati ed appariscenti. Lo squadrò inarcando ancor di più il sopracciglio pensando che se quello sarebbe dovuto essere il suo futuro fratellastro, beh… lei sarebbe decisamente scappata di casa! Cioè, si disse, minimo era un ragazzino emo depresso, sessualmente confuso che non sapeva neanche come si usasse quello che aveva fra le gambe e PERCHE’ avesse quel coso fra le gambe.
<< Voi siete Wilhelm e Thomas Kaulitz?>>, chiese retoricamente, sperando nell’inconscio che la risposta fosse: No, siamo il nuovo costumista di Sabine e il nuovo ragazzo-che-cura-le rose.
<< Sì!>>, fecero loro all’unisono.
Merda!
<< Agnes.>>, sbuffò lei avvicinandosi a loro ancheggiando. Allungò loro una mano con fare superiore ed annoiato e li squadrò ancora.
<< Bill!>>, fece il primo guardandola con una smorfia indecifrabile sul viso e strinse appena la sua mano.
Le stava già altamente sulle palle! Chi si credeva di essere? Un minimo di interesse poteva anche fingerlo, cazzo!
<< Tom!>>, le strinse la mano e spostò il piercing con la lingua umettandosi le labbra.
Davvero niente, ma niente male, si disse. Quell’espressione da fashionvictim viziata, quel broncio da pura stronza, quegli occhi. Oh, lei sì che era una grande porca….
Agnes ritirò la mano issando gli occhi in quelli di Tom e alzò l’angolo della bocca in un sorrisino malizioso.
Dopotutto, Hellen non aveva tutti i torti.
Tossì ed prese l’Iphone dai suoi jeans selezionando in rubrica tre nomi conosciuti.
“Sono arrivati i ragazzi e, CAZZO! Avete presente i ragazzi intellettualoni ed ordinari che mi aspettavo? NON ESISTONO! Uno è un mezzo emodepresso con non poche perplessità sessuali che non gli danno la possibilità di capire che quel coso che ha fra le gambe non serve solo per far pipì, ma potrebbe essere l’arma che lo farebbe uscire dalla sua vita di totale depressione monofonica. Ad ogni modo, mi piace la sua canotta. L’altro.. OHI, sono sicura che è TERRIBILMENTE, FOTTUTAMENTE, bravo a letto. Non aggiungo altro. Vi terrò aggiornate, ci vediamo più tardi su Skype. XOXO, Diva. <3”, inviò il messaggio soddisfatta e si schiarì la voce.
<< Avete visto… le vostre camere?>>, posò una mano sul fianco fissandoli dalla testa ai piedi.
<< Veramente no.>>, fece Bill guardandola con la mascella tesa. “Quanto mi sta fottutamente sul cazzo. Dio. La voce lamentosa mi sta sul cazzo, l’atteggiamento da diva mancata mi sta sul cazzo, le sue scarpe Louboutin mi stanno sul…. ASPETTA! LA SUE SCARPE LOUBOUTIN?!”.
Agnes sospirò e si voltò. << Seguitemi!>>, sculettò lentamente fino alle scale.
Tom posò lo sguardo sul suo sedere e fece un sorriso inclinato e perverso. << Questa sì che è porca!>>.
<< HA LE SCARPE LOUBOUTIN!>>, sussurrò Bill ancora sconvolto.
<< Lo vedi come sculetta?>>.
<< HA LE SCARPE LOUBOUTIN!>>.
<< Una vera e propria…>>.
<< HA LE SCAR….>>.
<< Allora venite?>>, urlò la ragazza dal piano superiore.
I due ragazzi si guardarono e corsero di sopra raggiungendo la ragazza che era appoggiata allo stipite di una porta color mogano. Alzò lo sguardo verso di loro e fece un sorriso inclinato.
<< Questa è la mia stanza e finché IO non vi darò il permesso di entrarci per voi sarà solo un semplice sogno, come quelle stanze che contengono un tesoro, come…>>, fece gesti vaghi con le mani. << La camera blindata numero seicento ottantasette nella Gringott! Insomma, state a debita distanza da questa porta!>>, fece languida fissandoli entrambi. << Per il resto, le vostre camere sono quelle lì di fronte.>>, sorrise gelida ed indicò due porta. << Se avessi saputo le vostre personalità mi sarei occupata PERSONALEMENTE di arredarle secondo i vostri gusti! Sapete? La mia è stata arredata direttamente da un Interior designer di Vogue, il MIGLIORE interior designer di Vogue, INTENDIAMOCI.>>, inarcò il sopracciglio.
Bill la guardava con un sopracciglio inarcato e sentiva solo “Blablabla” uscire da quelle labbra bordeaux. Dio, quanto non la poteva vedere.
<< Bene, Fashionvictim, potrei andare nella mia stanza?>>, sbuffò incrociando le braccia al petto.
Agnes inarcò il sopracciglio e squadrò Bill. << Nessuno ti ha chiesto di restare, vi stavo solo CORTESEMENTE informando delle mie capacità nel mondo del design.>>, sussurrò abbassando di poco la voce su quel “cortesemente”. << Qualora tu volessi dare una svolta alla tua vita da emodepresso sessualmente confuso, almeno saprai a chi rivolgerti.>>, ammiccò lei dandogli le spalle. Entrò nella sua stanza sbattendo la porta.
<< Ma…>>, Bill sgranò gli occhi. << TOM! MI HA CHIAMATO EMO DEPRESSO E SESSUALMENTE CONFUSO!>>.
<< E’ così fottutamente eccitante!!>>, Tom si portò le mani sul viso e si trascinò nella sua nuova stanza lasciando Bill solo nel mezzo del corridoio.
<< TOM!!>>, urlò e bussò alla sua porta. << Sono stato insultato!>>.
<< Bill, falla finita!>>, urlò Tom da dentro.
<< Ma quella…>>.
<< Ooh, è così…>>.
<< AFFATTO!! E’ UNA STRONZA!>>.
Agnes aprì la porta di scatto. << La vuoi smettere di urlare in questo modo? Ti ricordo che ancora non è definitivamente casa tua!>>.
Bill si voltò verso di lei e la guardò con odio. << Mi hai appena definito sessualmente confuso!>>.
<< Preferisci che ti chiami Mirtilla Malcontenta o Mercoledì Adams?>>, ammiccò lei.
<< Preferisci che ti chiami Strega delle Nevi o Samara?>>.
Agnes sbatté le ciglia e si posò una mano sul cuoricino. << Strega delle Nevi! Fa così glam! Aspetta, non ricordo come ti chiami… Wilhelm-sono una checca-lamentosa?>>.
<< CHECCA A CHI?!>>, urlò lui.
<< Ops! Pardon, forse preferisci direttamente che ti chiami Wilhelmina! Fa così Ugly Betty che potrei VOMITARE!>>, sbatté con forza la porta.
Bill strinse i pugni lungo i fianchi e guardò quella porta con odio, come se volesse fare esplodere quella stanza da un momento all’altro. << Sei così…. Così…>>, sussurrò.
Tom lo sorprese da dietro posandogli le braccia attorno al collo e sospirò. << E’ così eccitante!>>.
Bill se lo scrollò da dosso ed entrò nella sua stanza sbattendo la porta. << FOTTITI!>>, urlò.
Dalla stanza di Agnes provenne una risata tanto cristallina quanto falsa. << Oh, stai tranquillo che lo farò!>>.
<< Strega!>>, urlò Bill.
<< Sfigato!>>.
<< Mi stai sul cazzo!>>.
<< Ah perché ne hai uno?!>>.
Bill lanciò un urlo esasperato e si buttò sul letto recuperando il suo cellulare. Selezionò il nome del suo migliore amico in rubrica e digitò velocemente un sms. “Andi, sono qui da meno di un ora e già odio la mia fottuta sorellastra fashionvictim-sono glam! Mi ha chiamato CHECCA, EMO, DEPRESSO, SESSUALMENTE CONFUSO!”, digitò queste parole con una tale rabbia che sentì gli occhi pizzicargli. “Speravo che qui a Berlino non fossi stereotipato, invece mi ritrovo con la figlia di Salazar Serpeverde in casa! Ti farò sapere. E, oh… mi manchi tanto.”, si morse il labbro ed inviò il messaggio gettando poi il cellulare sul grande letto a due piazze.
Agnes si buttò sul suo grande letto a due piazze ed accese il pc, legò i lunghi capelli con un mollettone ed aprì la finestra di Skype, da dove provenivano tre chiamate insistenti. Sorrise e rispose a tutte e tre contemporaneamente vedendo i visi delle tre amiche su tre diverse schermate.
<< Non perdete tempo, mh?>>, prese uno smalto color bordeaux di Chanel e lo agitò.
<< Devi dirmi TUTTO!>>, la voce di Hellen provenne chiara dalle casse del pc.
<< Hey baby, sono la sua modella, ho il primato!>>.
<< Ferme tutte, ragazze! Sono la più grande fra le tre e quella che siede più vicina ad Agnes, perciò tocca a me fare queste domande! Agnes, ti decidi a parlare?>>.
<< Oh, ragazze, un po’ di contegno!>>, ammiccò la mora passando lo smalto sulle unghie. << Nah, ho appena finito di urlare contro l’emo depresso con gli occhi da panda.>>.
<< Con…..?>>.
<< Questo ragazzo non ha un nome?>>, sbuffò Sofie.
<< Oh, Bill.>>, girò gli occhi. << Ma io preferisco Wihlelmina.>>.
<< Oh, dai! Non potrà essere così effemminato!>>, Sarah incrociò braccia e gambe sul letto.
<< Credetemi ragazze, lo è!>>, soffiò sullo smalto ancora fresco. << Ha addirittura il French alle mani! Sculetta più di ME! DI ME, ragazze, vi rendete conto?>>.
<< Non esiste qualcuno che sculetta più di te.>>, Hellen inarcò il sopracciglio.
<< Ve lo giuro! È una donna, totalmente!>>.
<< E l’altro? Te lo sei già scopato con gli occhi, sì?>>, ammiccò Sofie.
Sul volto di Agnes si dipinse un sorriso inclinato, tutto fuorché casto e si morse il labbro inferiore guardando le tre amiche. << Presto, ragazze, molto presto.>>.
<< Hai davvero intenzione di portarti a letto tuo fratello?>>, Sarah trillò più volte sulla chat di Agnes.
<< Beh, non c’è nessuna legge che lo vieta, no? Non abbiamo legami di sangue.>>, ammise stringendosi nelle spalle.
<< Hey, Sexy Bitch!>>, Hellen trillò ancora nella chat di Agnes. << Quando potremo vederli?>>.
La mora sbuffò. << Domani a scuola. Purtroppo!>>.
<< COSA?!>>, le tre ragazze si avvicinarono di più alla webcam.
<< Sono al Graues Kloster?!>>, Agnes sbuffò guardandole.
<< Purtroppo!>>.
<< Da domani?!>>.
<< Ah-a.>>.
<< Oh mio Dio, non posso crederci!>>.
<< Neanche io voglio crederci, credetemi! Aspettate… >>, si alzò dal letto e aprì violentemente la porta. << Vi ho palesemente detto di stare alla larga dalla mia stanza!>>, urlò così forte che anche le amiche dalla chat dovettero abbassare il volume del microfono.
Appoggiato al passamano un uomo dai capelli neri, il pizzetto e gli occhi verdi, si portò la mano all’orecchio socchiudendo un occhio; nell’altra mano aveva un mazzo di rose rosse e bianche. << Spero che non sia colpa dei miei figli, principessa!>>.
Agnes si portò le mani alle labbra e lanciò un urletto di gioia. << Gordon!>>, buttò le braccia al collo del patrigno e lo abbracciò forte.
L’uomo rise e le accarezzò la schiena con una mano, porgendole poi il mazzo di rose. << Chiedo umilmente scusa per aver posticipato il mio trasferimento di due settimane, signorina! Potrà mai perdonarmi?>>.
Gli occhi di Agnes si illuminarono come quelli di una bimba davanti alla sua Barbie preferita e prese il mazzo di rose. << Sono stupende!>>, sussurrò ispirando l’odore. << A te lascio passare tutto, Gordon, lo sai! Sei il mio nuovo papà!>>, sussurro quasi vergognosamente portando una ciocca che le aveva sfiorato il viso dietro l’orecchio.
Gordon le sorrise e le rialzò il viso. << La mamma è di sotto e non vede l’ora di vedere la famiglia al completo, finalmente.>>.
Agnes inarcò il sopracciglio e guardò le porte delle stanze dei suoi fratellastri. << Oh, approposito!>>, spostò il peso su una sola gamba e sporse il fianco sinistro assumendo l’aria di una vera e propria pseudo Paris Hilton mancata. << Non posso ASSOLUTAMENTE credere che quelli siano i tuoi figli!>>, puntò il dito contro il petto del patrigno premendolo piano. Gordon rise. << Cioè, sei un giornalista FAN-TA-STI-CO, perché quei due devono essere così… così…>>.
<< Diversi?>>, Gordon rise forte. << Oh, beh! Non so che immagine stereotipata ti sia creata nella mente, principessa, ma non posso che darti ragione! I miei figli sono strani, sì.>>.
<< Oh, andiaaamo! Tom è okay se non fosse per quei pantaloni ESTREMAMENTE larghi e quelle bandane che ha rubato a Samy Deluxe!>>, roteò gli occhi e Gordon rise. << Ma Wilhelm! Oh!>>.
<< Bill è un bel tipo. Devi solo conoscerlo bene e poi vedrai che riuscirai a capirlo…>>.
<< Bill è indefinibile! È peggio di una vecchia zitella petulante.>>, inarcò il sopracciglio.
<< E questo riesci a dirlo in un’ora di conoscenza?>>, Gordon ridacchiò.
<< OVVIAMENTE! Adesso scusami papi, ma le mie amiche mi stanno aspettando su Skype e se non vado subito credo che inizieranno a pensare ad una fuga d’amore con te.>>, ammiccò e gli mandò un bacio.
<< Oh, ovviamente!>>, rise lui e le posò un bacio sulla fronte. << Fra mezz’ora è pronta la cena, mh?>>.
Agnes annuì e sorrise al patrigno tornando in camera; posò il mazzo di rose in un vaso di vetro e cristalli neri e rise ascoltando le strane ipotesi delle amiche dal pc.
<< Secondo me è tornata a litigare con Bill>>, disse Sofie mordendo una barretta di cioccolata.
<< O magari stanno facendo pace.>>, proseguì Sarah.
<< Scherzi? Quella è in camera di Tom e sta facendo un bel lavoro di…>>.
<< Mi dispiace deluderti…>>, tossicchiò Agnes. << …Hellen.>>, si sedette sul letto incrociando le gambe e spolverò piano i jeans chiari. << Semplicemente è arrivato Gordon e mi ha salutata…>>.
<< Hai un culo pazzesco ad avere un patrigno così figo, fidati!>>, Sofie inarcò il sopracciglio.
Agnes rise e si arricciò una ciocca fra le dita. << Già. In quanto a culo, credo che nessuno al Graues Kloster possa battermi, o sbaglio?>>.
<< AGNES!>>.
<< Okay, okay! Scusate!>>, aprì le braccia. << Piuttosto, ci siete domani, sì?>>.
<< Come ogni venerdì sera, certo!>>, annuì Sarah.
<< Bene… ho bisogno di soldi, ho intenzione di fare un salto a Los Angeles durante le vacanze di Natale e dovrei anche organizzare degli… oh, non guardatemi così ragazze!>>.
<< Agnes, non è- una bella- cosa.>>, scandì Hellen.
La mora girò gli occhi mentre le ragazze sovrapponevano le loro voci con commenti come “Non sono affari nostri, ragazze!”, “Taci, almeno entriamo Gratis in discoteca” e “Oh! Che ne dite della mia nuova pelliccia di Fendi?!”.
<< Sarah, quella pelliccia presto sarà un bene comune.>>, le mandò un bacio virtuale. << Ad ogni modo. Per ora è okay, al diavolo il moralismo!>>.
<< Sei profondamente influenzata!>>, Hellen scosse il capo.
<< No, è semplicemente okay quel che faccio. Al diavolo il moralismo, le idee femministe e l’idealismo. Per ora è…. COSA?!>>, urlò verso la porta. Girò gli occhi e poi guardò ancora la webcam. << Ragazze, il mio pseudo fratellastro che presto sarà sotto le mie coperte mi chiama! Ci si vede domani, ciao, ciao e ciao.>>, mandò tre baci virtuali ciascuno e chiuse il pc. Slegò capelli e sistemò la maglia appena sotto l’ombelico, lasciando scoperto il tattoo e l’hip surface; indossò delle decolleté nere e aprì la porta.
<< Oh.>>, Tom fece un passo in dietro e la squadrò dalla testa ai piedi deglutendo a vuoto. << Io… beh… papà ha detto che….>>.
La ragazza sorrise ammiccante verso il fratello e gli posò un dito sulla guancia issando gli occhi nei suoi.
<< Sssh, lo so, è l’ora della cena.>>, sussurrò lentamente fissandolo maliziosa.
Tom deglutì fissandola ancora e sollevò l’angolo della bocca maliziosamente.<< Ci vogliono giù.>>.
Agnes si prese il labbro fra i denti e posò entrambe le mani sul petto di Tom lisciando piano la maglia.
<< Cosa c’è? Stai sudando freddo.>>, sussurrò levando un filo di cotone dalla maglia. << Cos’è che ti fa quest’effetto?>>.
Tom, di canto suo, posò una mano sul fianco della ragazza e sorrise guardandola a lungo negli occhi. << Beh
Sono tranquillissimo.>>.
<< Davvero?>>, la ragazza prese un cornrow fra le dita e lo accarezzò lentamente fissandolo, come per studiarlo. << Beh, non sembra affatto così.>>, si appoggiò innocentemente al muro e strinse fra le mani la maglia del fratellastro attraendolo lentamente a sé; aderì il bacino sul suo e fece un sorriso radioso. << Oh, no! Non mi sono sbagliata!>>.
<< Vedo che di esperienza ne hai!>>, mugugnò il ragazzo posando entrambe le mani sui fianchi scoperti della sorellastra. Li accarezzò con i pollici senza staccare lo sguardo dal suo.
Agnes sorrise maliziosamente e si avvicinò all’orecchio del fratello. << Questo è solo l’inizio, mio caro fratellino.>>, sussurrò sensualmente e posò un leggero bacio sul lobo. Tom deglutì a vuoto e Agnes sorrise scostandolo dal proprio corpo. << Se levassi quella bandana se ne potrebbe parlare seriamente.>>, ammiccò scendendo la prima rampa di scale. << E… oh!>>, si leccò le labbra squadrandolo e soffermando lo sguardo sull’inguine. << Il bagno è in fondo al corridoio.>>.
Tom sgranò gli occhi fissando quella figura curvilinea scendere le scale e pensò per l’ennesima volta che era troppo, eccessivamente, fottutamente eccitante per essere vera. Sospirò. L’unica cosa da fare ora è raggiungere il bagno, si disse sconsolato.
La cameriera portò finalmente a tavola la Suppe di verdure e Sabine la ringraziò con lo sguardo tenero. Era una donna stravagante, con dei capelli di un color rosso ramato stravagante, gli occhi truccati erano stravaganti, le ciglia finte che metteva accuratamente ogni mattina erano stravaganti. Gli occhi erano di un azzurro cielo e le labbra rosse erano uguali a quelle della figlia. Erano perfettamente identiche, se non fosse stato per il colore degli occhi: entrambe avevano lo stesso taglio orientale degli occhi, lo stesso naso, le stesse labbra carnose; entrambe erano non eccessivamente alte e magre; entrambe erano eccessive nel vestire, amavano le scarpe, avevano una cabina armadio SOLO per le scarpe; entrambe avevano un carattere aperto e cordiale, amavano le feste ed i party esclusivi. Erano molto spesso scambiate per sorelle, e questo non poteva che far piacere a Sabine, visti i suoi quarantacinque anni.
Sorrise radiosa guardando Gordon all’altro capo del tavolo, sua figlia alla sua destra e i gemelli alla sua sinistra: finalmente la famiglia era riunita!
Tom non aveva staccato un minuto gli occhi dalla sorellastra ed Agnes aveva ricambiato gli sguardi molto volentieri; Bill sembrava essere in un mondo parallelo, di tanto in tanto lanciava sguardi di puro odio alla sorellastra e spingeva il suo chihuahua col piede quando si avvicinava e tirava con i denti l’orlo dei jeans.
Girò il cucchiaio dentro quella zuppa che aveva cucinato Sabine e che sembrava non essere tanto appetitosa e spinse per l’ennesima volta Cassie col piede lontana dai suoi nuovi jeans neri.
<< Beh?>>, Sabine sorrise felice. << Siete molto loquaci!>>.
Agnes puntò lo sguardo su quello di Tom e giocò con l’orlo della tovaglia immacolata. << Sono felice che GORDON sia qui, mamma.>>.
<< Hai fatto amicizia con Bill e Tom, principessa?>>, Sabine portò il cucchiaio alle labbra. << Sono molto carini, non è così?>>.
<< Beh, abbiamo avuto modo di…>>, inarcò il sopracciglio guardando il ragazzo di fronte a lei. << …conoscerci.>>.
Tom alzò l’angolo della bocca maliziosamente e fece un sorso d’acqua.
<< Agnes, domani i ragazzi dovranno venire a scuola con te, lo sai, sì?>>, Sabine puntò gli occhi chiari in quelli scuri e profondi della figlia.
<< CHE COSA?>>, sgranò gli occhi. << Mamma, non ho nessuna intenzione da fare d’autista a nessuno! Che prendano la U-bahn!>>.
<< AGNES! Questo è scortese!>>.
Gordon soppresse una risatina con un colpo di tosse e Bill alzò lo sguardo su di lei inarcando il sopracciglio.
<< Nessuno ti ha chiesto niente!>>, sussurrò con una nota di cattiveria nella voce. << Tanto presto me ne torno a Magdeburgo!>>.
<< BILL!>>, Gordon fulminò il figlio. << Chiedi immediatamente scusa!>>.
<< Scusa!>>, fece un sorriso ironico verso la ragazza, che immediatamente ricambiò facendo un falso sorriso. << Ma non ho intenzione di passare tutto l’anno con l’Erede di Salazar Serpeverde!>>.
<< BILL!>>.
<< Oh, tranquillo Gordon! Neanche io ho intenzione di condividere niente con la brutta copia di Andy Sixx.>>, sorrise ironicamente.
<< AGNES!>>, Sabine guardò Gordon.
<< Se è per questo…>>, Bill serrò la mandibola. << Io non ho la minima intenzione di passare un minuto di più a contatto con una ragazzina con la puzza sotto il naso e con…>>, spinse ancora Cassie col piede. << Il suo peluches vivente che mi sta divorando i Jeans!>>.
Agnes spalancò la bocca e prese la cagnetta fra le braccia. << Come OSI?>>, strinse la cagnetta al petto e lo guardò con odio. << Cassie non dovrebbe neanche abbassarsi ai livelli di rosicchiare i TUOI jeans-non-firmati, eppure lo fa perché è una signorina ben educata!>>.
<< Esattamente come la sua padrona?>>.
<< Esattamente! Cassie, dì a Wihlelmina cosa pensiamo che sia!>>, la cagnetta abbaiò verso Bill e Agnes sorrise baciandole il musino. << Ha detto che i tuoi Jeans non sono buoni neanche da rosicchiare!>>.
<< Beh, dì al tuo sacco di pulci che lei e la sua padrona posso benissimamente paragonarle ad una strega oscura e al suo ragno di compagnia!>>.
<< Wilhelm, ascolta un consiglio spassionato. In quanto a paragoni, RITIRATI!>>.
<< Agnes, ascolta un consiglio spassionato. VAFF….>>.
<< MA CHE BELLA FAMIGLIA FELICE!>>, Sabine tossì e guardò entrambi severamente.
<< Ma mammaaa!>>, Agnes mise il broncio. << Non voglio scarrozzarli io per Berlino!>>.
Sabine la guardò con un cipiglio di sadismo nello sguardo. << Amore mio, vuoi ancora uscire ogni venerdì, sabato e domenica sera e tornare a casa tardi vero?>>, Agnes urlò un “CERTO CHE LO VOGLIO”. << Bene, allora vedi di coinvolgere anche i tuoi fratelli e di smetterla di trattare Bill così!>>.
<< Ma…>>.
<< Un’altra cosa! Domani Bill e Tom verranno con te al party, vuoi o non vuoi. Siete al 40Seconds giusto?>>.
Agnes distolse lo sguardo da lei e girò il cucchiaio nel piatto ormai vuoto. << Sì.>>, mentì.
<< Benissimo! Bill e Tom verranno con te!>>.
Quattro paia di occhi sgranati si posarono sulla donna e un unisono “Cosa?!” riecheggiò nell’aria.
<< Sabine, non puoi costringere tua figlia…>>.
<< Al 40Seconds?!>>, strillò Bill.
<< MAMMA NON PUOI FARMI QUESTO!>>.
Sabine sorrise sadicamente e guardò tutti. << Certo che posso.>>.
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All I feel is Strange;
Fanfiction- Arrivano oggi!-, urlò ancora Hellen. - Diventeranno i miei fratelli!-. - I tuoi. Non i miei, cara!-. - Oh Hellen, magari sono dei cessi!-, rise Agnes. - Beh….-, continuò Sofie.&nbsp; - Giudicando Gordon avrei SERI dubbi!-. - Oh, perché siete t...