Il dolore di Courtney

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Hai presente quando dicono che in realtà la gente da sola può farcela? Quando dicono che prima o poi si sistemerà tutto?

Courtney non la pensava in quel modo, non più. Il suo stato psicologico e la sua salute peggioravano ogni giorno di più: non mangiava più, il suo colorito era impallidito, era depressa e i genitori quando la vedevano lei aveva sempre le lacrime agli occhi. Un giorno la situazione degenerò:

-Basta Courtney! Mi sono scocciata del tuo infantilismo! Per uno stupido o due ti stai rovinando! Quando deciderai di farti curare da uno bravo?

-Mandami tu se proprio ci tieni. Tu non puoi capire e mai lo farai. Non puoi capire realmente cosa significhi soffrire per amore, stai insieme a papà da sempre e vi siete sposati subito perché eri incinta di me. Non sai davvero cosa sto provando in questo momento e nemmeno ci provi.

La madre di Courtney le tirò uno schiaffo in risposta:

-Ecco cosa devi capire. Io non mi uccido per le persone, se non sei stata fortunata come me non è colpa mia. Pensa a maturare piuttosto.

-Umpf, se per farti sentire sei così disperata al punto di alzare le mani non so davvero cosa dirti. Non ho detto niente di male in fin dei conti, non ho detto qualcosa di offensivo a mio parere...

-Questo è il problema! Non ti rendi conto di quello che fai o dici, ci credo che non hai amici o il tuo ragazzo ti ha lasciata. Ma ti sei vista come ti sei ridotta? Non solo eri odiosa, ora stai diventando pure brutta.

-A me sembra che sia tu quella che non si rende conto di quello che dice. Bel modo di trattare tua figlia, complimenti. Ora se tu mi vuoi scusare, levo il disturbo.

-Dove pensi di andare ragazzina? Ti ordino di tornare subito qui!

-Vai al diavolo. Non ho alcuna intenzione di ascoltarti.

Courtney uscì di casa prendendo semplicemente il giubbotto e la borsa che aveva lasciato sull'attaccapanni vicino alla porta. La discussione l'aveva toccata, ma non riusciva a gridare o dire qualcosa di realmente offensivo, sua madre la metteva troppo in soggezione. Se lei era la persona di oggi era per colpa sua, lo si vedeva già da quando notava che la sua figliola non mostrava la perfezione che esigeva perdeva le staffe e cominciava a insultarla. “È tutta colpa di quella stronza se sono odiosa, se tratto tutti male e sono snob, è colpa sua! Maledetta!” Courtney si diresse al parco per sedersi su una panchina e scoppiare in lacrime. Sapeva di sembrare psicopatica o troppo rompiballe alla gente, ma era costretta a nascondere la sua vera identità dietro la maschera che la madre voleva che mostrasse. Ricordava ancora tutto quello che le diceva, come se fosse ieri. “Sei inutile!” “Che cosa ti ho fatta a fare? Che cosa me ne faccio di una figlia che non è buona a nulla?” “Non riuscirai mai a mandare avanti una famiglia!” “Non troverai mai un uomo!” “Non avrai mai amici!” “Sei una stronza!”. Tutte quelle frasi le stavano tormentando la testa, lei sapeva come la figlia stesse soffrendo, chiunque sarebbe riuscito a capirlo, non sprizzava l'allegria di prima, non riusciva nemmeno a fingere di averla per evitare le parole cattive di quella donna perché era l'ultimo dei suoi pensieri. Il padre non capiva, era peggio di uno zerbino, faceva tutto per lei e non si rendeva conto di come lo usasse. Quando vedeva che sgridava la figlia, in un modo o nell'altro dava sempre e comunque ragione a sua moglie e ne era fermamente convinto, questo era quello che le faceva più male. Stava già male per la mancanza di Scott, di Gwen e, perfino quella di Duncan, la ramanzina della madre era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Avrebbe preferito vivere per strada come una barbona piuttosto che rivedere ancora quella donnaccia. Mentre Courtney stava seduta sulla panchina, decise che forse era il momento di fare mente locale su tutto quello che le era accaduto da quando aveva deciso di partecipare al Reality. Ricordava ancora quello che disse alla madre per convincerla:

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