cinque

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05. "neve"
22 settembre

Payton restò sulla soglia della porta a guardare Jessica per almeno dieci minuti; era così bella, l'aveva vista tantissime volte dormire di fianco a lui ma ancora non si era abituato.
I capelli scompigliati, la faccia senza trucco, le braccia che stringevano leggermente il cuscino..quanto avrebbe voluto essere lui quello che stava abbracciando.

Il ragazzo si sedette sul bordo del letto, spostandole alcune ciocche di capelli dietro alle orecchie e guardando i suoi lineamenti così perfetti. Era davvero innamorato di quella ragazza.

Jessica aprì gli occhi e non capì subito la situazione; le faceva ancora male la testa dal pianto delle sere precedenti, non aveva mai provato così tanto dolore da non potersi nemmeno sfogare con nessuno perché..perché lei non aveva nessuno.

La ragazza fece un salto indietro nel letto quando vide Payton così vicino a lei, e le venne spontaneo coprirsi con il lenzuolo il busto dato che era abituata a dormire con un semplice top sportivo.
Payton ci rimase male, era come se lei non si fidasse più, era tutt'altra persona da quando si era svegliato dal coma e non sapeva cosa fare per aiutarla ad essere di nuovo se stessa.

Per questo si alzò dal letto, camminando all'indietro.
<prepara la valigia per un paio di giorni abbondanti>
<scusa?>
<andiamo sulla neve, partiamo tra un'ora>
Jessica sobbalzò nel sentire di nuovo la porta sbattere e quel tono così duro da parte di Payton: era tornato come in quell'anno.

Trattenne le lacrime a stento, poi si alzò e preparò la valigia, esattamente come stava facendo il ragazzo nella stanza a fianco, rimproverandosi di essere stato così duro, non era sua intenzione, non l'avrebbe mai voluto.

Uscirono dalle stanze nello stesso momento ma fu Jessica la prima a scendere le scale, tenendo la valigia nelle mani; aveva imparato a non aspettarlo, o l'avrebbe fregata.

<Jey aspetta un secondo>
Anche Payton scese velocemente le scale, raggiungendo la ragazza che si voltò, ma senza parlare.
<mi dispiace per prima, non so cosa mi sia preso, scusami>
Ecco, a questo Jessica non era abituata.
Payton quando si comportava così era per colpa dell'alcol o del fumo e al mattino non ricordava nulla, non aveva quasi mai sentito delle scuse da parte sua.
<o-okay, non importa> cercò di sorridere come potè.
Payton subito la abbracciò, lei esitò un attimo ma poi cedette; non l'avrebbe mai ammesso, ma anche a lei serviva questo abbraccio.

<tornerà tutto alla normalità prestissimo piccola, te lo prometto>
<lo spero>
Non stavano pensando alla stessa cosa però.
Payton desiderava riavere la memoria, ricordarsi il motivo del loro litigio e scusarsi una volta per tutte con la sua ragazza; non voleva più questa freddezza fra di loro.
Jessica invece voleva che Payton riavesse la sua memoria, che si ricordasse perché avessero rotto un anno fa e tornare in Georgia, con le loro strade separate una volta per tutte; non voleva più questa confidenza fra loro.

Jessica si sentì in un modo strano a risalire dopo tutto quel tempo sulla Supra di Payton; non era più abituata alle lattine di Redbull vuote, i cd di PostMalone e i suoi cantanti preferiti nel cassetto ed infine..infine le coperte nei sedili anteriori, ancora lì dai loro piccoli pigiama party in auto sulle colline di Atlanta guardando le stelle.
Le mancavano quei momenti. Erano così felici.
Non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo per aver distrutto il loro rapporto.

<perché non metti un po' di musica?> suggerì Payton, mentre la strada di Charlotte stava già scorrendo dietro di loro.
La ragazza annuì sporgendosi verso il cassetto, escluse qualche cd di cantanti che non le piacevano e poi, mentre stava prendendo quello di XXXTentation, vide al fondo quello di Shawn Mendes; l'avevano ascoltato così tante volte insieme, aveva obbligato Payton ad imparare tutte le canzoni, nonostante non gli piacesse più di tanto.
<posso mettere questo?>
Payton si girò per pochi secondi, che bastarono per vedere quel cd tra le mani della ragazza, che aveva un bel sorriso sul volto, probabilmente senza neanche essersene resa conto.

<amore posso mettere Shawn, ti preeego>
<se vuoi essere battuta, fai pure>
<non puoi battermi su Shawn, ma se ci vuoi provare>

<Payton ci sei?>
La memoria gli stava facendo dei brutti scherzi; non era il primo flashback che gli veniva, ma non lo facevano stare meglio, era solo ancora più confuso.
<s-sì, ci sono..metti Shawn>
Jessica sorrise ed inserì il cd, sentendo subito partire "Perfectly Wrong"; quella è stata la prima canzone che aveva insegnato a Payton, e quella che piaceva di più ad entrambi.
Forse rappresentava un po' la loro relazione: erano perfettamente sbagliati l'uno per l'altro, ma forse era proprio per questo che era così difficile allontanarsi.
<scommetto che non te la ricordi>
Jessica rimase stupita dalle sue stesse parole, e anche dalla risatina di Payton.
<cosa scommetti?>
<mhh vediamo>
La ragazza sapeva che Payton odiava i film Disney, o meglio, quando stavano insieme li guardava, però non gli piacevano per niente.
<se non te la ricordi tutta, parola per parola, ti obbligo a fare un pupazzo sulla neve e guardare un film Disney questa sera>
<sei malefica!> esclamò Payton.
<quindi, accetti?>
<accetto>

C'era una leggerezza in quell'auto che c'era stata poche volte prima, i ragazzi stavano cantando a squarciagola, semplicemente godendosi il tempo insieme, senza pensare alle conseguenze.

Payton sbagliò l'ultima strofa di proposito, facendola finire leggermente prima del previsto; Jessica rise come non faceva da
un po', facendo sorridere Payton, che aveva raggiunto il suo obbiettivo.

<Payton sei una frana, non ti ricordavo così scarso a fare pupazzi di neve>
<non fare la perfettina, tu mi hai rubato la giacca>
<e quindi? Sei negato Moormeier, ammettilo>
<non sai chi ti sei messa contro>
Da lì partì una battaglia di palle di neve, che li riportò indietro di almeno tre anni, da dove nacque la loro storia in quella gita scolastica in montagna della terza superiore.

Tutto d'un tratto poi Payton si fermò, guardando il sorriso di Jessica così divertito, felice veramente, non come quelli degli ultimi giorni..ora stava bene.

Per questo la bloccò prima che potesse tirargli la neve, guardandola dritta negli occhi.
Poi fece combaciare le loro labbra e fu lì che Jessica rimase fregata; le erano mancate, le erano mancate più di qualsiasi altra cosa e non riusciva a staccarsi: l'aveva come ipnotizzata, con quella piccola parte di cuore che ancora aveva scritto sopra "Payton Moormeier".

<cioccolata calda?> chiese il ragazzo, appena si staccò dalle labbra di Jessica.
Lei annuì con un grande sorriso, poi cercò di scappare verso casa.
<non mi prendi>
Payton rise e poi corse verso di lei, che non aveva tenuto conto della difficoltà nel correre sulla neve; le sembrava una bambina, una bambina adorabile.
La prese in braccio dopo poco, con la stessa facilità con cui l'aveva sempre fatto.
<e invece ti ho presa>

Forse i baci che sono scappati in quel pomeriggio erano sbagliati, avrebbero illuso Payton e fatto provare a Jessica qualcosa che non poteva provare, che l'avrebbe solo ferita.
Nonostante entrambi ne fossero consapevoli, non riuscirono a fermarsi, non riuscirono a mettere da parte quella chimica che ancora c'era fra loro.

Per questo finirono per fare l'amore.
È stato un errore? Probabile.
Ma non se ne sono pentiti, e questa era la cosa importante.

hope | payton moormeier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora