tredici

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13. "isabelle"
12 novembre

È passato più di un mese dall'ennesimo cambiamento drastico delle vite di Payton e Jessica.
Lei ha superato quasi totalmente la questione "Dylan" e ha accettato la sua gravidanza: terrà il bambino, nonostante sia incredibilmente spaventata dal futuro.
Payton ha vissuto uno dei periodi più difficili della sua vita dopo che Jessica se n'era andata dal North Carolina, da lui; poi ha incontrato qualche nuova persona che l'ha aiutato a distrarsi dal pensiero costante di quella ragazza.
Non l'avrebbe mai dimenticata, l'ha amata troppo per farlo, ma sarebbe potuto andare avanti.

<e quindi cosa dovrei fare?> si lamentò Jessica, guardando la sua sorellastra <non posso stare dalla mamma e tantomeno da Dylan, dove vado a vivere?>
<Jess non lo so, so solo che domani mattina dobbiamo andarcene ed io devo essere all'aeroporto> Sophie si sedette di fianco all'altra ragazza.
Già, lei dovrà partire per l'Europa per un viaggio di lavoro che la terrà lontana da Atlanta per minimo tre mesi e la casa verrà affittata ad una giovane coppia di turisti.
Sophie però non aveva ancora pensato alla sua nuova inquilina, Jessica, che ora aveva solo un'idea in testa, l'ultima della sua lista che però sembrava l'unica realizzabile al momento.

Payton era nella palestra della madre insieme alla sorella quando, proprio il telefono di Faith squillò.
Abbassò lo sguardo e il suo cuore si contorse nel leggere il nome "Jessica Smith" sul display della sorella.
<F-Faith ti stanno chiamando!> urlò il ragazzo, continuando a guardare lo schermo illuminato.
<rispondi tu!> urlò Faith, dall'altra parte della palestra.

<< pronto? >>
<< ciao son- >>
Jessica si fermò immediatamente quando si rese conto che la voce dall'altra parte non era di Faith.
<< Jessica? >> la richiamò Payton.
<< ehm puoi passarmi Faith? >>
<< ora non può parlare, siamo in palestra, ma se vuoi puoi dirlo a me >>
Avrebbe preferito dirgli qualcosa tipo "non voglio parlare con te, la richiamo dopo" ma sarebbe stato imbarazzante, anche di più di quanto non lo sia già.
<< sono successi dei casini qui >> esordì Jessica, e subito ottenne l'attenzione di Payton << e volevo chiederle se potesse ospitarmi per qualche settimana finché non troverò una sistemazione migliore >>
Payton restò in silenzio per qualche secondo, era stupito da quello che aveva appena sentito ma lo era ancora di più da quello che stava per dire.
<< puoi stare da me >>
Jessica sgranò gli occhi.
<< s-se vuoi insomma >> Payton si stava pentendo di averlo davvero proposto.
Andare a stare a casa del suo ex forse non era la migliore delle idee ma, come aveva già detto, era l'unica possibilità.
<< non voglio disturbare Payton >> disse seccamente lei.
<< non fare la scema, sai che non disturberesti mai >>
Entrambi sorrisero dall'altra parte del telefono.
<< e poi la casa è anche tua teoricamente >> aggiunse Payton.

Jessica rise leggermente: non era ancora capace di dirgli di no dopo tutto quel tempo.
<< grazie Payton >>
<< non c'è problema Jey >> sorrise il ragazzo << scrivimi okay? >>
<< okay >> sorrise Jessica.

<< ci sentiamo >> disse lei, dopo qualche secondo di silenzio.
<< ci sentiamo >> disse Payton, chiudendo la telefonata subito dopo.

<merda> sussurrò Jessica, con un piccolo sorriso.
<merda> sussurrò Payton, guardando il telefono con ancora scritto il nome di Jessica.

Jessica preparò le valige e le lasciò all'ingresso mentre quelle di Sophie erano già nell'auto.

Payton pensò a lungo se fosse stata la scelta giusta, sia per Jessica ma soprattutto per se stesso.
Non avrebbe mai potuto lasciarla fuori però, è stata una parte fondamentale della sua vita e non sarebbe stato giusto.
Con questo non nega che sarà difficile.
Molto difficile.

[...]
Sophie portò Jessica all'aeroporto, poi lei si imbarcò per Parigi mentre l'altra ragazza si sedette nell'aereo con destinazione Charlotte.
Era spaventata, davvero terrorizzata.

Mandò un messaggio a Payton e lui le confermò che la sarebbe venuta a prendere al suo arrivo, e aveva un grande sorriso sul volto mentre lo stava scrivendo.
<cos'è questo sorriso?> arrivò Isabelle e abbracciò Payton da dietro.
<nulla> disse lui <devo andare a prendere la mia amica all'aeroporto>
<va bene, vi aspetto qui> sorrise Isabelle.
Payton salutò la ragazza, poi uscì da casa ed entrò nella sua auto dirigendosi verso l'aeroporto.

Appena l'aereo toccò la pista di Charlotte, Jessica si sentì come se avesse sbagliato tutto; in quel momento avrebbe preferito restare a vivere sotto un ponte che dover affrontare di nuovo Payton ma ormai il danno era stato fatto: era lì, di fronte a lui, non poteva tornare indietro.
Ci fu qualche istante di imbarazzo fra i due ragazzi, poi però Payton prese l'iniziativa e la abbracciò, sentendo il suo profumo di nuovo nelle narici.

<dammi, le prendo io> disse Payton, tirando fuori le valige della ragazza dal bagagliaio dell'auto.
Entrarono nel vialetto di casa, Payton aprì la porta e poi urlò <siamo qui!>
Jessica rimase confusa, insomma, chi doveva sapere che fossero arrivati? I mobili?

Poi però dalla cucina uscì una ragazza bionda, e il mondo le crollò adesso.
<oh mio dio tu devi essere Jessica, Payton mi ha parlato di te> sorrise avvicinandosi.
<Jey lei è Isabelle, la mia ragazza> sorrise Payton, indicando la bella bionda davanti a loro.
La mente di Jessica si disconnesse per qualche istante.
Era passato poco più di un mese e lui era già andato avanti? Aveva trovato un'altra persona?
Ma non poteva biasimarlo, era stupenda a confronto suo.

<Jey? Tutto bene?> sussurrò Payton, appoggiando una mano sulla sua spalla.
<ehm sì> Jessica scosse la testa per riprendersi.
Guardò la bionda davanti a lei e cercò di sorridere <sono Jessica>
<è un piacere conoscerti finalmente> disse Isabelle.
Questa gentilezza era inaspettata per Payton, c'era un po' di disagio ma sarebbe passato presto; magari Jessica e Isabelle sarebbero diventate amiche, sarebbe stato fantastico.

Payton aiutò Jessica a portare le valige nella sua stanza, poi, mentre stava per tornare al piano di sotto, la ragazza lo fermò.
<grazie ancora Payton> sorrise.
<non c'è problema, te l'ho detto, sei di famiglia> sorrise il ragazzo.
Certo, "di famiglia".

Payton cercò di uscire nuovamente dalla porta ma poi ancora una volta la voce di Jessica lo interruppe.
<dovrei parlarti di una cosa> disse <è importante>
Il tono di voce della ragazza era serio, come la sua faccia, doveva essere davvero qualcosa di importante.
<in realtà- > iniziò.
<amore andiamo?> Isabelle lo abbracciò da dietro.
"Amore". Jessica lo chiamava "amore", non poteva averlo davvero fatto davanti a lei.
<certo piccola>
Era Jessica quella che Payton chiamava "piccola".
<parliamo dopo, va bene?> chiese Payton a Jessica.
<c-certo> deglutì lei, abbassando lo sguardo.

<vai pure Payt, arrivo subito> sorrise Isabelle.
Payton uscì dalla stanza e scese al piano di sotto ed immediatamente la faccia di Isabelle cambiò.
<ascoltami Jessica o come ti chiami> disse con tono molto arrogante <non voglio problemi, non metterti in mezzo alla nostra relazione perché Payton ora è mio e te ne devi fare una ragione, chiaro?>
Jessica era sotto shock.
<e non guardarmi con quella faccia da cazzo> sputò acida Isabelle.

La bionda uscì dalla stanza chiudendosi la porta dietro e lasciando Jessica nel silenzio.

Merda, sarà più difficile del previsto.

hope | payton moormeier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora