Un altro giorno di normale routine per gli eroi più amati al mondo: erano le sette del mattino e stavano già svolazzando sui tetti all'inseguimento di un gruppo di villains con evidenti problemi d'insonnia, che culo.
Non che Katsuki se ne lamentasse, era ciò che aveva sempre desiderato fare nella vita e si era fatto il culo per raggiungere tutto questo. D'accordo, il titolo di numero due non era esattamente dove voleva arrivare, l'eroe numero uno era diventato quel cosetto troppo euforico che stava correndo al proprio fianco... ma ehy, non era più un ragazzino, l'aveva superata.
La cosa non lo toccava, davvero. Non gli faceva rabbia.
Magari solo qualche volta quando Deku osava fare qualche battutina.
O quando qualche giornalista troppo coraggioso gli chiedeva stronzate tipo "com'è stare con l'eroe numero uno?" ma lì aveva tutto il diritto di sbraitare contro le telecamere, no?
Ma anche Deku aveva sputato sangue per arrivare lì, e ormai Katsuki lo rispettava per questo.
Magari qualche volta l'altro finiva chiuso fuori il terrazzo del loro attico dopo aveva tirato la questione in ballo, ma a quale coppia non capitava? Erano battibecchi che si risolvevano nel giro di qualche ora. Che Deku passava chiuso fuori.
A parte quello, la vita di Katsuki filava una meraviglia. Anzi, la loro vita filava una meraviglia.
Con gli anni avevano imparato a collaborare dentro e fuori le mura domestiche e, diventati gli eroi più forti, salvavano persone e sconfiggevano villains ogni giorno come avevano sempre desiderato fin da bambini.
Era l'avverarsi di un sogno, nulla che gli facesse pesare il fatto di dover lasciare la colazione a metà sul letto e scappare fuori per un'emergenza.
Se non fosse che quello non era affatto un giorno di normale routine, per loro due.
Era il loro anniversario e sarebbe stato impossibile dimenticarlo, dato che Deku lo aveva assillato PER SETTIMANE per ricordarglielo. Prima era partito lanciandogli degli indizi, come faceva sempre, poi con l'avvicinarsi dell'evento era passato alla fase euforica e diretta tartassandolo di "Kacchan, dopodomani è il nostro anniversario!", "Kacchan, domani è il nostro anniversario!", "Kacchan, tra poche ore è il nostro anniversario!".... LO SAPEVAAAA!!! LO SAPEVA, CAZZOOO!!! CHE BISOGNO C'ERA DI ASSILLARLO!?!?!?!?
E poi QUANDO gli aveva dato dimostrazione di dimenticare i loro giorni importanti!? Li ricordava TUTTI, anche se avevano decisamente TROPPI anniversari!
Tutta colpa di Deku che non sapeva decidersi su quale giorno sancisse il vero e proprio inizio della loro relazione e li considerava tutti importanti. Avevano l'anniversario del loro primo bacio, il primo anno di liceo quando Katsuki ancora non ammetteva nemmeno di sopportarlo. poi c'era l'anniversario di quando Katsuki aveva appunto ammesso la loro relazione, ed erano ormai all'ultimo anno. L'anniversario del loro primo appuntamento, poi ancora quello della loro convivenza, ed anche quello era incerto...
Un anno dopo il diploma Katsuki era riuscito a comprarsi una casa tutta per sé e, nel giro di un altro anno, si era ritrovato Deku a viverci dentro insieme a lui, senza nemmeno capire come, quando e perché.
Da allora vivevano insieme ed erano passati cinque anni. Cinque anni dalla convivenza, qualcuno in più da quando stavano insieme, qualche altro ancora da qualche altro cazzo di anniversario... AAAAAH- ERANO TROPPI!
Però li ricordava tutti, TUTTI.
Anche se non era tipo da smancerie e non si metteva a squittire "auguri, Kacchan! Ti amo!" a mezzanotte come faceva Deku, non mancava mai di fare qualcosa per lui ogni anno. Gli mollava dei fiori sul comodino o gli lanciava un regalo addosso, oppure lo portava da qualche parte a fare qualsiasi cosa l'altro volesse fare in quel periodo. Non aveva dimenticato quindi che quel giorno fosse l'anniversario del loro primo appuntamento ufficiale da fidanzati e si era alzato presto per preparare una colazione coi fiocchi.
Aveva portato il vassoio con la colazione a letto, come in realtà faceva spesso, aveva svegliato quel poltrone del loro mitico Numero Uno e gli aveva dato il buongiorno infilandogli in bocca uno dei suoi biscotti preferiti.
Deku aveva reagito come suo solito, ossia guardandolo come se avesse visto una mucca gigante scendere dal cielo e mettendosi a strillare su quanto fosse felice ed emozionato... MA CHE AVEVA ANCORA DA SORPRENDERSI TANTO,EH!!?!?!? Erano anni che faceva certe cose per lui, che cazzo!
Non era mica ancora il ragazzino isterico e represso dei tempi della scuola!? Era un uomo ormai, oh. si stava assumendo tutte le proprie responsabilità.
Ma Deku continuava a sorprendersi ogni volta come se fosse il primo giorno che passavano insieme...
Bhè, d'altro canto come non capirlo? Stava col sottoscritto, che era il fidanzato migliore del mondo, era il minimo.
Ma nemmeno il tempo di iniziare a far colazione, ed ecco che il cercapersone di Deku si era fatto sentire prepotentemente dal comodino. Poi il cellulare di Katsuki aveva squillato, una chiamata dalla sua agenzia... e dieci minuti dopo erano fuori casa a correre a risolvere l'emergenza del giorno.
"Ci rifaremo stasera, Kacchan... Ho una sorpresa per te!" Deku aveva pensato di doverlo rassicurare prima di uscire, e lo aveva abbracciato da dietro mentre Katsuki si infilava gli stivali, sporgendosi da sopra la sua spalla per dargli un tenero bacio sul volto.
Katsuki conosceva fin troppo bene il suo compagno di una vita, sapeva che fosse Deku quello dei due ad esserci rimasto più male per aver dovuto lasciare la colazione a metà. Quel piccolo smielato impazziva per quelle occasioni imbarazzanti, amava essere un eroe più di chiunque altro al mondo ma di sicuro in quel momento avrebbe preferito restare a letto a fare i fidanzatini, solo per una mattina.
E lui naturalmente gli avrebbe fatto volentieri compagnia.
Così aveva annuito con un grugnito dei suoi, poco capace con le parole come al solito, mentre si voltava a baciare quel faccino imbronciato, come qualsiasi coppia normale prima di uscire di casa la mattina. Deku lo aveva sempre detto che ci sapeva fare meglio coi gesti.
Gli aveva sistemato la mascherina della sua tenuta da eroe, uno dei tanti gesti di premura che venivano istintivi dopo anni di convivenza, avevano controllato di aver preso le chiavi di casa, ed erano usciti.
Purtroppo non si sarebbero mai rifatti del tempo perduto quella mattina.
Non ricordava quando lo aveva perso di vista.
Sapeva solo che un attimo prima aveva fatto esplodere un villain che stava per colpire Deku alle spalle, già impegnato con altri due di quei maledettissimi dannati che avevano rincorso per ore.
Lo aveva raggiunto, avevano combattuto spalla a spalla come ormai capitava molto più spesso di quanto avrebbe voluto ammettere, finché a un certo punto si era voltato e l'altro non c'era più.
Katsuki se ne era accorto quando aveva evitato il colpo di un villain che sputava dei cazzo di siluri in miniatura, e per poco non lo aveva colpito dove avrebbe dovuto trovarsi Deku a guardargli le spalle.
Dove cazzo era finito!?
"Deku!?" niente di poi così diverso dal solito, la voce di Katsuki era al massimo seccata dalla scelta dell'altro di andarsene per conto suo senza prima avvisarlo di averlo lasciato solo, circondato da dei cazzo di villains spara-cose. Niente panico, perché mai avrebbe dovuto? Non era nulla che non potesse affrontare da solo e non dubitava che -ovunque fosse- anche Deku se la sarebbe cavata bene da solo. Erano i due eroi migliori del mondo, mica merdine a caso. Si stava dando comunque un'occhiata in giro per pragmatismo, perché trovarlo e riunirsi sarebbe stato più comodo, tutto qui.
"DEKU!?" iniziava ad essere un problema. Quel semplice imprevisto stava andando per le lunghe, Katsuki si stava ormai asciugando dalla fronte il sudore del duro lavoro, mentre intorno a sé gli eroi di supporto della sua agenzia immobilizzavano i villains che aveva messo fuori gioco.
Si erano spinti così lontano ad inseguire quei bastardi che non aveva nemmeno idea di dove diavolo fosse, una periferia del cavolo così sperduta che intorno a sé vedeva solo vecchi depositi abbandonati e stradoni deserti.
Aveva appena abbattuto l'ultimo villain, intorno a sé regnava il caos che seguiva sempre uno scontro tra eroi e villains anche se caratterizzato dall'atmosfera di calma che regnava quando era un eroe a vincere. Nel caso di Katsuki, ovviamente, sempre.
Eppure di Deku ancora non c'era traccia. Non era più intervenuto ad aiutarlo, non era nemmeno riapparso con un branco di villain devastati al seguito, come aveva immaginato, adesso che era tutto. Era completamente sparito... quel cretino si era perso!?
Dentro di sé, nonostante far finta di niente ed arrabbiarsi sarebbe stato molto più semplice, sapeva la risposta: no.
Deku non era stupido e non si sarebbe mai sottratto ad una battaglia, qualcosa doveva averlo attirato lontano... e lo stava trattenendo ancora.
non aveva ancora ripreso fiato per la lotta ma le gambe di Katsuki avevano iniziato a muoversi da sole, a correre lontano dalle volanti della polizia che cominciavano ad arrivare per andare invece verso gli angoli più remoti di quel luogo sperduto.
Doveva trovarlo.
"DEKU!!!" lo aveva trovato, e stavolta non c'era niente che Katsuki potesse fare per trattenere la paura evidente nella sua voce graffiata preoccupazione, dall'orrore per la scena che gli si parava davanti.
Al centro di un cratere nell'asfalto -che non doveva esserci prima dello scontro- si trovava Deku, accasciato per terra da solo, senza nessun villain che lo tenesse sotto tiro.
La sua tenuta era intatta, come se non avesse subito ferite, ma stava visibilmente soffrendo. si teneva la testa tra le mani, aveva il volto contratto in una smorfia di dolore come se gli stesse per esplodere, tremava tutto come una foglia e perdeva sangue dal naso e dalle orecchie.
Se fosse stato ancora in grado di ragionare come suo solito, Katsuki si sarebbe guardato intorno alla ricerca del villain che aveva fatto tutto questo, si sarebbe preoccupato del fatto che fosse ancora a piede libero e quella poteva essere una trappola....
Ma al momento non gliene fregava un cazzo, Deku aveva bisogno di lui.
"Kacchan... s-sta lontano!" appena lo aveva visto, l'espressione dell'altro si era trasformata in una maschera atterrita. Deku stava provando ad avvertirlo di restare lontano, questo avrebbe dovuto insospettirlo ed aiutarlo a riaccendere il cervello, ma a Katsuki continuava a non fregare nulla della ragione e le sue gambe continuavano a correre incontro al compagno.
"N-no... Devi andare..."
"Sta zitto, vieni qui."
Il panico crescente nella voce di Deku non aveva fermato Katsuki, ormai inginocchiato al suo fianco.
Anche se le mani erano corse ad afferrarlo con urgenza per le spalle, lo stava reggendo con un'istintiva premura, l'accortezza di chi aveva tra le braccia qualcosa di fragile, ma Deku si stava dimenando nella sua presa come se gli stesse facendo del male.
"Lasciami!"
"Smettila di dire stronzate! Dobbiamo andare!"
Deku era pallido come non lo aveva mai visto, qualunque cosa gli stesse succedendo doveva portarlo via di lì il prima possibile e metterlo nelle cure di Recovery Girl.
Le sue mani erano debolissime mentre tentavano di allontanarlo, ma la determinazione con cui gliele spingeva con scarso successo contro il petto stava facendo tremare le braccia di Katsuki, come se dover contrastare quella flebile protesta gli richiedesse una grande fatica.
Non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi un giorno a lottare contro Deku per non farlo fuggire dalle proprie braccia, figuriamoci se avrebbe mai previsto ciò che stava per accadere.
Un pugno di Deku dato con l'intenzione di colpire veramente era devastante anche al minimo della forza, e il One for All al momento non sembrava risentire affatto delle condizioni dell'altro.
Katsuki non lo aveva visto arrivare, piantarsi nel proprio stomaco e farlo volare all'indietro per qualche metro, facendolo atterrare sull'asfalto con un duro colpo.
Non avrebbe mai potuto prevederlo, non da Deku.
I suoi riflessi allenati da tante battaglie avrebbero di certo captato l'arrivo di un nemico da qualsiasi angolo alle sue spalle, ma essere pronto a difendersi dal ragazzo che fino ad un attimo prima teneva tra le braccia... Era una cosa inconcepibile.
Eppure eccolo lì a sputare sangue, a rimettersi in piedi a fatica mentre il suo corpo implorava pietà.
Non aveva riportato ferite gravi durante lo scontro con tutti quei villains, ne era uscito con qualche graffio e un po' di stanchezza, ma quel solo colpo che non aveva potuto attutire in alcun modo aveva rischiato di metterlo fuori gioco.
"Deku!?" non c'era rabbia nella sua voce, non c'era un cenno di paura di un tradimento, qualcosa di semplicemente impossibile. C'era solo sgomento, la confusione più totale di qualcuno che non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo, e l'ansia di star perdendo tempo in una lotta che non capiva quando l'altro aveva bisogno di aiuto immediato.
"Che cazzo stai-" se anche fosse riuscito a chiedere spiegazioni, prima che il fiato gli morisse in gola, non ne avrebbe avuto più bisogno.
La scena che gli stava di fronte parlava chiaramente da sola.
Lacrime di sangue rigavano le guance pallide di Deku, il suo volto aveva un'aria ancora più malsana eppure adesso si teneva perfettamente in piedi da solo, come se si fosse ripreso del tutto in un attimo.
I suoi grandi occhi verdi che gli avevano sempre fatto perdere la testa erano spariti, a fissarlo c'erano due abissi rossi... occhi rosso scuro che lo guardavano con disprezzo, come se Katsuki fosse la causa di ogni male sulla Terra.
Quello non era Deku.
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don't cry...
FanfictionLacrime di sangue rigavano le guance pallide di Deku, il suo volto aveva un'aria ancora più malsana eppure adesso si teneva perfettamente in piedi da solo, come se si fosse ripreso del tutto in un attimo. I suoi grandi occhi verdi che gli avevano se...