Nei giorni seguenti Emma aveva evitato Johnny in ogni modo possibile, nonostante fosse costretta ad incontrarlo quasi ogni giorno. Si sentiva troppo in collera con lui e non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia. Quelle poche volte che le era capitato di incrociare il suo sguardo, aveva visto nei suoi occhi un forte dispiacere misto alla consapevolezza del perchè del suo distacco repentino. Non poteva negare a sè stessa che le si stringeva il cuore a vederlo così e si rimproverava il fatto di provare quella sensazione. Johnny si era comportato da vero e proprio bullo nei confronti di Daniel, il suo Daniel. Non poteva permettersi di farsi intenerire dal suo sguardo da cane bastonato. Aveva sbagliato e lei doveva comportarsi di conseguenza, per rispetto di suo nipote e dell'affetto che provava per lui.
Erano appena passate le sette e si sentì sollevata pensando che per quel giorno non c'erano stati particolari infortuni tra gli allievi e che di lì a poco sarebbe tornata a casa. Nemmeno aveva finito di pensarlo che bussarono alla porta. Emma alzò gli occhi al cielo.
-Ovviamente. Avanti!-
Johnny fece capolino dalla porta con un sorriso goffo e il suo cuore accelerò.
-Posso entrare?-
-Ti serve qualcosa?-
-Ho un problema muscolare.-
-Okay, entra pure.- sbuffò.
Emma era tesa come una corda di violino. Cercò di comportarsi in modo naturale, ma temeva che ogni sua mossa lasciasse trasparire il suo stato d'animo.
-Dov'è che ti fa male?- gli chiese lei tenendo lo sguardo basso.
Johnny si slacciò la cintura del gi e si tolse la casacca, restando a torso nudo. Emma fu colta di sorpresa e arrossì. Si voltò e finse di cercare qualcosa nella credenza dei medicinali, per evitare che lui se ne accorgesse, ma il suo tentativo di dissimulare fallì. Il ragazzo soffocò un sorriso.
-Ho una contrattura. Qui.- rispose indicando un punto sugli addominali.
-Siediti sul lettino.- gli disse Emma, mentre cercava di guardare ovunque tranne che in direzione di lui.
Johnny si sedette sul bordo del lettino, lasciando le gambe penzoloni. Emma aprì l'armadietto e tirò fuori dei taping muscolari colorati. Si avvicinò a lui e finalmente lo guardò negli occhi, maledicendosi quasi immediatamente per averlo fatto. Erano passati giorni dall'ultima volta che l'aveva visto così da vicino e si accorse che le era mancato perdersi nel blu dei suoi occhi. Distolse lo sguardo e deglutì.
-Dove di preciso?- gli chiese.
-Proprio qui.- rispose lui indicando la parte sinistra degli addominali, appena sopra l'ombelico.
Emma cercò di controllare il respiro, che andava sempre più veloce. Nessuno le aveva mai fatto quell'effetto prima di allora. La vista della sua pelle glabra e bianca e i suoi muscoli definiti al punto giusto le fecero sentire le gambe come gelatina. Si posizionò in mezzo alle sue gambe cercando di fare in modo, quanto più possibile, che i loro corpi non si sfiorassero e si chinò leggermente verso il suo addome per attaccare il cerotto. A quella vicinanza Emma riusciva a sentire bene il suo profumo, che le diede alla testa. Non appena lo sfiorò con le dita per attaccargli il cerotto, Johnny finse una fitta di dolore, si contrasse di scatto inspirando l'aria tra i denti e la fece sobbalzare. Scoppiò in una risata, compiaciuto di essere riuscito nel suo intento di spaventarla.
-Sei un idiota Johnny.- gli disse lei scocciata e continuò la sua operazione.
-Eddai, stavo solo scherzando un po'.- rispose lui deluso dalla sua reazione.
-Non mi va di scherzare, okay?-
-Okay, okay. Come vuoi.-
Mentre Emma sistemava i cerotti blu con attenzione, sentiva il suo sguardo su di sè. Avrebbe giurato che lui le stesse annusando i capelli. Se ne convinse quando gli vide l'addome alzarsi e abbassarsi più velocemente, il respiro di lui era leggermente accelerato.
-Sei molto bella.- le disse all'improvviso, facendole perdere un battito. Lei alzò il viso di scatto e lo fissò.
-Ti ho detto che non mi va di scherzare, vedi di piantarla.-
-Ma io non sto scherzando. Senti.-
Così dicendo, Johnny le prese la mano e se la poggiò sul petto, all'altezza del cuore. Emma sentì il suo cuore tamburellargli nel petto. Distese i muscoli del viso e lasciò andare un sospiro. Quando riaprì gli occhi, Johnny la stava fissando così intensamente che sembrava volesse leggerle dentro. Sentendo di non riuscire più a reggere quella situazione, sfilò la mano da quella di lui e si voltò dandogli le spalle.
-Non puoi fare così, Johnny. E' sbagliato.-
-Sbagliato per chi?- la incalzò lui, aggrottando le sopracciglia.
-Per tutti! Sono più grande di te, ho un fidanzato e come se non bastasse hai anche picchiato mio nipote.- gli rispose voltandosi a guardarlo.
-A proposito di questo...volevo dirti che mi dispiace per ciò che è successo.-
-Hai fatto il gradasso con un ragazzo più debole di te.-
-Sarà anche più debole, ma mi ha quasi rotto il naso.- disse lui toccandosi il naso con una smorfia di dolore al ricordo dell'accaduto.
-Ed è il minimo che ti saresti meritato.-
-Ha cominciato lui! Sono andato in spiaggia per parlare con Ali, dopo settimane finalmente avevo l'occasione di farlo. Lui si è messo in mezzo e ha approfittato che io avessi abbassato la guardia per colpirmi a tradimento. A quel punto non ci ho visto più e...forse ho esagerato e ti chiedo scusa. Ma se lo meritava.-
-Quindi vorresti dirmi che ti sei soltanto difeso?-
-Te l'ho detto, ci sono andato giù pesante, lo so. Ma non ho colpito per primo. Non stavolta.-
Emma lo scrutò con attenzione. Si chiese se potesse fidarsi di lui. Le sembrava impossibile che riuscisse a fingere così bene, ma non lo conosceva così a fondo da prendere le sue parole come fossero oro colato.
-Fidati di me, Emma.- le disse con un sorriso sincero.
Quella frase la colpì profondamente. Era già la seconda volta che sembrava leggerle nel pensiero, quindi decise di dargli una possibilità.
-Va bene. Ma sappi che ti starò col fiato sul collo.-
-Oh, non vedo l'ora. Ho già i brividi.- rispose lui con un sorriso malizioso.
-Piantala di fare lo scemo e rivestiti.- gli disse lanciandogli addosso la casacca, ma non riusciva a trattenere il sorriso per la sua battuta.
-Agli ordini dottoressa.-
Johnny si rivestì ed uscì dall'ambulatorio, non prima di averle strizzato l'occhio.
Emma si sentiva come travolta da un treno.
-Bene. E adesso cosa dirò a Daniel?-
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Il cuore del Cobra
FanfictionMiguel Diaz, allievo del Sensei Johnny Lawrence, ritrova la vecchia foto di una donna. Johnny ripercorrerà la sua adolescenza raccontando a Miguel di quando donò completamente il suo cuore a un'altra persona: Emma.