Daniel era semi cosciente, steso su una brandina improvvisata dal signor Miyagi con delle tavole di legno e degli strofinacci a mo' di cuscino. Emma gli accarezzava il viso ferito delicatamente, e non riusciva a fermare le lacrime. Non si dava pace per quello che era accaduto e si sentiva in parte responsabile. Non avrebbe dovuto abbassare la guardia e lasciare che i sentimenti per Johnny prendessero il sopravvento sulla sua capacità di ragionare. Le aveva chiesto di fidarsi di lui e lei l'aveva fatto, mettendo il nipote in secondo piano e quello era il risultato. Non se lo sarebbe mai perdonato.
-Non piangere Emma san. Lui starà bene.-
Il signor Miyagi stava preparando in una ciotola un intruglio dall'odore nauseabondo per le ferite di Daniel.
-È tutta colpa mia signor Miyagi. Tutta colpa mia.-
-Perché tu dici che è colpa tua?-
-Perché avrei dovuto prevederlo. Ed evitare che accadesse.-
-Tu forse sei maga? Non si può conoscere futuro. Non sempre cose brutte si possono evitare. Ma si può sempre imparare da errori.-
-Beh, la lezione è stata parecchio dura. A proposito, grazie per quello che ha fatto per lui signor Miyagi. Se non fosse arrivato in tempo io non so...-
Il pensiero che sarebbe potuta andare molto peggio la fece rabbrividire e riprese a singhiozzare. Miyagi le posò una mano sulla spalla cercando di calmarla.
-Su, su. E' tutto a posto adesso.-
Emma annuì e si asciugò le lacrime. Miyagi prese un fazzoletto bianco decorato con dei pois e un fiore di loto blu e lo immerse nell'intruglio che aveva preparato, dopodiché lo adagiò sulla fronte di Daniel, che si ridestò con una smorfia.
-Danny! Tesoro mio, come ti senti?-
-Che puzza! Ma che cos'è?-
-Cattivo odore, buona medicina.- disse il signor Miyagi.
-Dov'è quello Spiderman? Quello che mi ha salvato.- chiese Daniel tenendo premuto il fazzoletto sulla fronte.
Emma e il signor Miyagi si scambiarono un'occhiata e lei trattenne una risatina.
-E' stato il signor Miyagi a salvarti Daniel. E' arrivato giusto in tempo, per fortuna.-
-E' stato lei? Non ci credo.-
-Perché? Perché sono un uomo anziano? Bevi il tè, ti sentirai meglio.-
L'uomo porse una tazza di tè a Daniel e a Emma, che aiutò il nipote a sollevarsi, dolorante.
-Mi dispiace tanto Danny...non sai quanto.- gli disse Emma abbracciandolo.
-Non è colpa tua Emma. Johnny e i suoi amici sono delle cattive persone. So che volevi trovare del buono in lui, ma...guardami.-
-Pagheranno per quello che ti hanno fatto.-
Daniel le fece un sorriso e le asciugò una lacrima col dorso della mano.
-E' tardi, dovresti tornare a casa. Se mia madre ti trova qui si insospettirà e non voglio che mi veda così. Non stasera almeno. Io andrò su quando sarò sicuro di trovarla già a letto.-
-Ma non voglio lasciarti qui da solo.-
-Sta tranquilla, sto bene. E poi non sono solo, c'è il signor Miyagi a prendersi cura di me.-
Miyagi annuì con un sorriso.
-Va bene, allora. Ti chiamo domani. Grazie ancora di tutto signor Miyagi.-
-Prego, prego. Buonanotte.-
Emma baciò il nipote sulla fronte e se ne andò. Daniel era impaziente di riprendere il discorso con Miyagi.
-Perché non mi ha detto che conosceva il karate?- gli chiese il ragazzo mentre sorseggiava il suo tè.
-Non l'hai mai chiesto. Ho imparato da mio padre, in Okinawa.-
-Pensavo facesse il pescatore.-
-In Okinawa tutti i Miyagi sanno due cose: pesce e karate. Antenati Miyagi portato karate da Cina in sedicesimo secolo.-
-L'ha mai insegnato a qualcuno?-
-No.-
-Lo farebbe?-
-Dipende.-
-Da cosa?-
-Motivo.-
-Vendetta?-
-Daniel san, se guardi alla vendetta in questo modo, inizia a scavare due tombe. La violenza è sempre l'ultima risposta a problema.-
-Senza offesa signor Miyaji, ma non penso capisca il mio problema.-
-MiyaGI capisce problema perfettamente. Quei ragazzi sono studenti di karate, giusto? E' un problema di atteggiamento. Loro hanno cattivo atteggiamento. Karate è solo per difesa.-
-Non è quello che viene insegnato a loro.-
-Lo vedo. Non ci sono cattivi studenti. Solo cattivi insegnanti. Insegnante dice, studente fa.-
-Ah, allora andrò al dojo a fare i conti direttamente con il sensei. Problema risolto.-
-Ora usi bene tua testa, bravo.-
-Io stavo scherzando.-
-Perché scherzavi?-
-Perché mi ammazzeranno se mi presento lì.-
-Ti ammazzeranno comunque.-
Daniel si lasciò sfuggire una risatina. Miyagi non aveva tutti i torti. Avrebbero continuato a tormentarlo e a rendergli la vita impossibile, quindi tanto valeva tentare.
-Verrebbe con me?-
-Non posso.-
-Ma ha detto che era una buona idea.-
-Per te è buona idea. Per me è buona idea non essere coinvolto.-
-Ma è già coinvolto. Voglio dire, prima ha...-
-Na na na na, mi dispiace. -
Miyagi alzò le mani e ciò significava che per lui la conversazione finiva lì. Daniel sperava di poter contare sul suo appoggio e ne rimase deluso. Si mise in piedi e fece per andarsene.
-Beh, grazie di niente allora! Grazie di niente. Come se non avessi già abbastanza problemi. Non mi faccia più favori, la prego. -
Daniel stava per aprire la porta ma l'uomo lo fermò. Aveva visto qualcosa di molto speciale in quel ragazzo e dentro di lui lo sentiva di doverlo proteggere e supportare.
-Daniel san. Va bene, vengo.-
-E' stupendo signor Miyaji, magnifico!-
-MiyaGI.-
-Miyagi. Miyagi. Ehi, lei che cintura ha?
-In Okinawa cintura serve solo per tenere pantaloni Daniel san. Karate è qui. Karate è qui.- gli disse indicando prima la testa e poi il petto, all'altezza del cuore.
-Karate non è mai qui. Tu capisci?.- aggiunse indicando l'addome.
-Credo di sì.-
-Buonanotte Daniel san.-
-Buonanotte signor Miyaji. Miyagi! E grazie per avermi aiutato..con quei ragazzi, là fuori.-
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Il cuore del Cobra
FanfictionMiguel Diaz, allievo del Sensei Johnny Lawrence, ritrova la vecchia foto di una donna. Johnny ripercorrerà la sua adolescenza raccontando a Miguel di quando donò completamente il suo cuore a un'altra persona: Emma.