CAPITOLO 18

426 15 14
                                    


Daniel era semi cosciente, steso su una brandina improvvisata dal signor Miyagi con delle tavole di legno e degli strofinacci a mo' di cuscino. Emma gli accarezzava il viso ferito delicatamente, e non riusciva a fermare le lacrime. Non si dava pace per quello che era accaduto e si sentiva in parte responsabile. Non avrebbe dovuto abbassare la guardia e lasciare che i sentimenti per Johnny prendessero il sopravvento sulla sua capacità di ragionare. Le aveva chiesto di fidarsi di lui e lei l'aveva fatto, mettendo il nipote in secondo piano e quello era il risultato. Non se lo sarebbe mai perdonato.

-Non piangere Emma san. Lui starà bene.-

Il signor Miyagi stava preparando in una ciotola un intruglio dall'odore nauseabondo per le ferite di Daniel.

-È tutta colpa mia signor Miyagi. Tutta colpa mia.-

-Perché tu dici che è colpa tua?-

-Perché avrei dovuto prevederlo. Ed evitare che accadesse.-

-Tu forse sei maga? Non si può conoscere futuro. Non sempre cose brutte si possono evitare. Ma si può sempre imparare da errori.-

-Beh, la lezione è stata parecchio dura. A proposito, grazie per quello che ha fatto per lui signor Miyagi. Se non fosse arrivato in tempo io non so...-

Il pensiero che sarebbe potuta andare molto peggio la fece rabbrividire e riprese a singhiozzare. Miyagi le posò una mano sulla spalla cercando di calmarla.

-Su, su. E' tutto a posto adesso.-

Emma annuì e si asciugò le lacrime. Miyagi prese un fazzoletto bianco decorato con dei pois e un fiore di loto blu e lo immerse nell'intruglio che aveva preparato, dopodiché lo adagiò sulla fronte di Daniel, che si ridestò con una smorfia.

-Danny! Tesoro mio, come ti senti?-

-Che puzza! Ma che cos'è?-

-Cattivo odore, buona medicina.- disse il signor Miyagi.

-Dov'è quello Spiderman? Quello che mi ha salvato.- chiese Daniel tenendo premuto il fazzoletto sulla fronte.

Emma e il signor Miyagi si scambiarono un'occhiata e lei trattenne una risatina.

-E' stato il signor Miyagi a salvarti Daniel. E' arrivato giusto in tempo, per fortuna.-

-E' stato lei? Non ci credo.-

-Perché? Perché sono un uomo anziano? Bevi il tè, ti sentirai meglio.-

L'uomo porse una tazza di tè a Daniel e a Emma, che aiutò il nipote a sollevarsi, dolorante.

-Mi dispiace tanto Danny...non sai quanto.- gli disse Emma abbracciandolo.

-Non è colpa tua Emma. Johnny e i suoi amici sono delle cattive persone. So che volevi trovare del buono in lui, ma...guardami.-

-Pagheranno per quello che ti hanno fatto.-

Daniel le fece un sorriso e le asciugò una lacrima col dorso della mano.

-E' tardi, dovresti tornare a casa. Se mia madre ti trova qui si insospettirà e non voglio che mi veda così. Non stasera almeno. Io andrò su quando sarò sicuro di trovarla già a letto.-

-Ma non voglio lasciarti qui da solo.-

-Sta tranquilla, sto bene. E poi non sono solo, c'è il signor Miyagi a prendersi cura di me.-

Miyagi annuì con un sorriso.

-Va bene, allora. Ti chiamo domani. Grazie ancora di tutto signor Miyagi.-

-Prego, prego. Buonanotte.-

Emma baciò il nipote sulla fronte e se ne andò. Daniel era impaziente di riprendere il discorso con Miyagi.

-Perché non mi ha detto che conosceva il karate?- gli chiese il ragazzo mentre sorseggiava il suo tè.

-Non l'hai mai chiesto. Ho imparato da mio padre, in Okinawa.-

-Pensavo facesse il pescatore.-

-In Okinawa tutti i Miyagi sanno due cose: pesce e karate. Antenati Miyagi portato karate da Cina in sedicesimo secolo.-

-L'ha mai insegnato a qualcuno?-

-No.-

-Lo farebbe?-

-Dipende.-

-Da cosa?-

-Motivo.-

-Vendetta?-

-Daniel san, se guardi alla vendetta in questo modo, inizia a scavare due tombe. La violenza è sempre l'ultima risposta a problema.-

-Senza offesa signor Miyaji, ma non penso capisca il mio problema.-

-MiyaGI capisce problema perfettamente. Quei ragazzi sono studenti di karate, giusto? E' un problema di atteggiamento. Loro hanno cattivo atteggiamento. Karate è solo per difesa.-

-Non è quello che viene insegnato a loro.-

-Lo vedo. Non ci sono cattivi studenti. Solo cattivi insegnanti. Insegnante dice, studente fa.-

-Ah, allora andrò al dojo a fare i conti direttamente con il sensei. Problema risolto.-

-Ora usi bene tua testa, bravo.-

-Io stavo scherzando.-

-Perché scherzavi?-

-Perché mi ammazzeranno se mi presento lì.-

-Ti ammazzeranno comunque.-

Daniel si lasciò sfuggire una risatina. Miyagi non aveva tutti i torti. Avrebbero continuato a tormentarlo e a rendergli la vita impossibile, quindi tanto valeva tentare.

-Verrebbe con me?-

-Non posso.-

-Ma ha detto che era una buona idea.-

-Per te è buona idea. Per me è buona idea non essere coinvolto.-

-Ma è già coinvolto. Voglio dire, prima ha...-

-Na na na na, mi dispiace. -

Miyagi alzò le mani e ciò significava che per lui la conversazione finiva lì. Daniel sperava di poter contare sul suo appoggio e ne rimase deluso. Si mise in piedi e fece per andarsene.

-Beh, grazie di niente allora! Grazie di niente. Come se non avessi già abbastanza problemi. Non mi faccia più favori, la prego. -

Daniel stava per aprire la porta ma l'uomo lo fermò. Aveva visto qualcosa di molto speciale in quel ragazzo e dentro di lui lo sentiva di doverlo proteggere e supportare.

-Daniel san. Va bene, vengo.-

-E' stupendo signor Miyaji, magnifico!-

-MiyaGI.-

-Miyagi. Miyagi. Ehi, lei che cintura ha?

-In Okinawa cintura serve solo per tenere pantaloni Daniel san. Karate è qui. Karate è qui.- gli disse indicando prima la testa e poi il petto, all'altezza del cuore.

-Karate non è mai qui. Tu capisci?.- aggiunse indicando l'addome.

-Credo di sì.-

-Buonanotte Daniel san.-

-Buonanotte signor Miyaji. Miyagi! E grazie per avermi aiutato..con quei ragazzi, là fuori.-

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 20, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il cuore del CobraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora