CAPITOLO 8

280 10 0
                                    


-Ma chi diamine è che chiama a quest'ora? E' il mio giorno di riposo, dannazione.- esclamò Greg assonnato e infastidito dal telefono che squillava con insistenza.

-Vado io. Dovremmo mettere un telefono in camera prima o poi.- rispose Emma alzandosi dal letto con gli occhi ancora chiusi. Scese al piano di sotto e rispose con la voce roca.

-Sì, pronto.-

-Emma tesoro!! Ci hai messo parecchio a rispondere. Avevi da fare?- La voce squillante di Lucille quasi le perforò un timpano. Emma allontanò istintivamente la cornetta e si massaggiò la tempia.

-Ehi Lucy. Beh dormivo in realtà...sono le sei del mattino qui.-

-Oh perdonami l'avevo scordato! Ti richiamo più tardi.-

-Ma no, tranquilla. Dimmi pure.- Emma voleva evitare di riaddormentarsi per poi essere nuovamente svegliata, quindi preferì continuare la conversazione. E poi era contenta di sentire la sorella.

-Menomale, perchè non avrei resistito un minuto di più, dovevo assolutamente dirtelo subito ahaha. Mi hanno chiamata dalla Rocket Computers di Los Angeles, mi hanno presa!- Lucille non riusciva a contenere l'entusiasmo.

-Ma è fantastico Lucy! Così potrai iniziare subito a lavorare non appena sarete qui.- Emma era molto felice per la sorella, almeno non avrebbe dovuto passare quello che aveva passato lei quando era arrivata.

-Proprio così, un tempismo perfetto! Abbiamo già avviato le pratiche per la scuola di Daniel, la West Valley High School. Arriviamo la settimana prossima!-

-West Valley hai detto?-

Emma si ricordò di averla sentita menzionare da Johnny. L'idea che diventasse compagno di scuola del nipote le faceva una certa impressione.

-Esatto. Sarà il suo ultimo anno, il mio piccolino è diventato un ometto!-

Sentì Daniel lamentarsi in sottofondo. Conoscendo la sorella probabilmente in quel momento gli stava arruffando i capelli, un gesto tenero che era solita fare e che lui detestava.

-Sai, finalmente ho trovato lavoro anch'io. Fisioterapista e osteopata in una scuola di karate.-

-Veramente? Oh ma è splendido, tesoro. Daniel tua zia lavora in una scuola di karate! Ma che..EHI!!-

Emma sentì dei rumori ovattati alla cornetta e poi la voce di Daniel. Aveva strappato la cornetta dalle mani della madre non appena aveva sentito la parola "karate".

-Si chiama dojo, mamma. Ehi Emma!-

Lei sorrise a quella correzione. Sicuramente Daniel avrebbe fatto una figura migliore della sua al Cobra Kai, conosceva termini che lei aveva imparato solo negli ultimi giorni.

-Ciao Danny. Stai bene?-

-Beh sì, non c'è male. Non mi sono ancora abituato all'idea di partire comunque.-

-Vedrai che ti piacerà qui, ne sono certa.-

-Lo spero. A proposito com'è questo dojo di karate dove lavori?- chiese lui incuriosito.

-E'...particolare. Non appena sarai qui ti ci porterò, se vorrai.-

Daniel aveva fatto karate per un paio d'anni da piccolo, poi il padre si era ammalato e aveva mollato. Non avevano più toccato l'argomento da allora, temendo che gli riportasse alla mente brutti ricordi, ma sembrava che in realtà lui fosse nostalgico dei tempi in cui lo frequentava.

-Sì mi piacerebbe! Allora a presto Emma. Ti voglio bene.-

-Ti voglio bene anch'io Daniel. A presto!-

Riattaccarono. Anche se erano passate poche settimane, Emma era impaziente di rivederli. Tornò a letto, anche se era sicura che non sarebbe più riuscita a riprendere sonno.

-Era tua sorella, scommetto.- disse Greg ancora irritato con gli occhi coperti dall'avambraccio.

-Sì, era lei. Mi ha detto che ha trovato lavoro e che la settimana prossima saranno qui.-

-Magnifico.-

Greg non si preoccupava minimamente di nascondere il suo malumore. Emma fece finta di niente e aggiunse:

-Potrei dare un'occhiata alle case qui in giro...magari riesco a trovare qualcosa per loro.-

Greg si voltò di scatto e la guardò sbalordito.

-Seriamente?? Dico, ma hai visto dove viviamo? Tua sorella al massimo potrà aspirare a stare in una quache topaia a Reseda. E le andrebbe pure bene.-

Emma si alzò di scatto e lo guardò in collera.

-Ma come ti permetti? Ti senti migliore di loro solo perchè viviamo in una villa a Encino e siamo soci del Country Club? Che razza di uomo sei?-

Era furente. Non era la prima volta che Greg si rivolgeva a Lucille con sufficienza. Non navigavano nell'oro, è vero, soprattuto dopo la morte di David era stato difficile per loro tirare avanti. Ma aveva sempre stretto i denti e accettato tutti i lavori che le erano capitati, cercando di assicurare al figlio un tenore di vita dignitoso. Era una donna forte e lei la stimava moltissimo e non riusciva a sopportare che Greg ne parlasse in quel modo.

-Non ho detto nulla di male. Sono semplicemente realista.- rispose lui con calma tornando a coprirsi gli occhi con l'avambraccio. La collera di Emma non lo tangeva minimamente.

-Ah, al diavolo.- disse lei. Si alzò e indossò dei jeans e una felpa azzurra.

-Dove stai andando?- chiese lui confuso.

-Vado a fare un giro-.

Il cuore del CobraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora