Prologo: Iniziò con un falso profeta e un'improvvisata avicoltrice..

102 1 5
                                    

2 Luglio 1566:

Michel vagabondava lungo il terroso sentiero inumidito, avvolto nel quieto buio crescente della sera.
Il cielo rosaceo si tingeva di un blu sempre più fosco, mentre nell'aria iniziò a serpeggiare una brezza aguzza e gelida, malevolmente nei confronti di qualsiasi persona che osasse non rintanarsi nella propria dimora, specialmente se quella persona era ridotta a una salute precaria come il nostro Michel.
Un uomo di appena sessantatré anni, ma viste le condizioni igeniche che si poteva permettere era già malandato, con la gotta che lo attanagliava sotto forma di scomodi bubboni.
L'uomo provava un costante dolore, premonitore di una morte purtroppo per lui ormai imminente.
Era prossimo a essere anziano, e poteva giocosamente spacciarsi per il classico vecchio saggio che sapeva tante cose, quando poi quel poco di verità superiore di cui custodiva la conoscenza gli era costato caro.
La folta, lunga e biforcuta barba sbiancata ciondolava sotto il suo mento mentre l'uomo proseguiva sul suo cammino, contemplando la flora boschiva che costeggiava la stradina. Di lì il suo sguardo si perdeva nella più appariscente selva, che coi suoi colori scuri proteggeva creature furtive.
Proprio lì Michel decise di avventurarsi:
quella sera era uscito dalla sua abitazione e, percependo una senzazione di stomaco, ammonì il suo segretario Chavigny di non seguirlo o di andarlo a cercare, perché probabilmente non sarebbe rimasto in vita fino all'alba.
Ora, di sensazioni di stomaco Michel ne ha avute tante, che fossero fantasticherie o ipotetiche sensazioni premonitrici o semplici avvertimenti di espellere i propri bisogni e dare aria ai monti, ne ha avute; e figuriamoci:

era Michel Nostradamus.

Deteneva di un'illustre reputazione come profeta di eventi che potevano essere più o meno veritieri, dipendendo sulla elaborazione del suo intuito, e da un pizzico di fortuita coincidenza. Molta gente francese, chi alla luce del sole, chi nascostamente per evitare potenziali denunce di eresia, ancorava il loro fato alla prossima predizione che il signor Nostradamus avrebbe proferito, quasi come se lo vedessero come un Messiah.

Ma si sa, di Messiah vi sono solo Cristo e l'Anticristo, e Michel non è nessuno dei due.
Anzi, è praticamente uno scherzo a confronto.

E probabilmente è così che lo vedevano gli scettici: come un pagano sotto false spoglie che divinava con fare vago futuri utopici e spesso lontani. Questo poteva avere iniettato un filo di timore nel cuore di Michel, ma ciò non lo aveva fermato dal produrre nuove profezie. Non che potesse fare altrimenti oramai, anche perché la fonte di molte di queste erano visioni dalle origini celate nel mistero.
Il mistero di un mondo che andava oltre a ciò a cui la mente umana è abituata a sperimentare durante la vita terrena.

Un mondo etereo, parallelo, alternativo.

Ordunque, Michel abbandonò il sentiero che stava percorrendo, e imboccò la via che lo condusse dentro il bosco.
Quella notte, lui voleva starsene da solo.
Ha sempre avuto i suoi momenti d'introversione, ma stavolta era diverso: sapeva che gli rimaneva poco tempo.
E il suo ultimo desiderio era quello di esalare l'ultimo respiro sdraiato su un prato, guardando le stelle.
Ha sempre avuto una particolare attrazione nei confronti delle stelle, costellazioni che punteggiavano il cielo nei momenti più bui. Spesso lui le osservava, analizzando qualche possibile verità proveniente da un'onniscienza di cui loro ne raggiavano i frammenti.
Quella notte sarebbe deceduto, lo sapeva, tanto valeva farlo guardando quello che più amava.

Quindi incedette fra l'erba alta che copriva il suolo al di sotto degli alberi che si manifestavano in tutta la loro grandezza silvestre. Man mano che proseguiva, l'ambiente sembrava però assumere un tono sempre più cupo. Il buio della notte calava come un lenzuolo, l'aria si fece rafferma e i rami degli alberi ritorti parevano intenti a rapire Michel. L'uomo continuò a vagabondare imperterrito nel vuoto che si era generato, con lo sguardo perso nelle stelle. Le stelle lo stavano guidando, illuminando e sgretolando coi loro distanti barlumi ogni segno di titubanza e incertezza.

Good Omens: Tre Diavoli in Messico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora