Capitolo 3

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Per fortuna le lezioni successive sono trascorse in tranquillità, nessuna nota e nessuna ramanzina per il ritardo, oggi deve essere il mio giorno fortunato.

Esco dalla scuola e mi dirigo fino al cancello, che conduce all'uscita dell'istituto, ma solo con il consenso della guardia.

Fortunatamente nel mio caso mio fratello ha già avvisato che sarei mancata per un paio di giorni -essendo minorenne, la guardia deve essere al corrente il motivo delle nostre uscite tramite una chiamata di un parente-, quindi non ha fatto storie e mi ha lasciata andare.

Vorrei farvi capire com'è strutturata la proprietà della scuola e del dormitorio.

Immaginate un quadrato, composto da un lato il dormitorio di vari piani di color grigio spento, senza distinzione dei sessi, quindi chiunque può accedere.

Al centro invece si può scorgere un giardino, che possiamo definirla un'area di svago per chi ha bisogno di un attimo di pace nella vegetazione tra alberi e fiori.

Dall'altro lato invece, c'è l'istituto scolastico, dove gli studenti si recano per seguire le lezioni, con la differenza che costui ha un colore più vivo, infatti si vede un giallo acceso per dare quella sprizza di allegria, immagino sia anche per dare un effetto artistico.

Tutte queste combinazioni sono circondati da un muro, essendo proprietà privata non a tutti è concesso addentrare, fatta eccezione agli studenti e ai famigliari per le visite.

La stazione degli autobus non dista molto dalla scuola, infatti ci ho messo quindici minuti buoni per arrivarci.

Raggiungo la corsia numero sei aumentando il passo, nel mentre dalla tasca dello zaino estraggo il biglietto.

Intravedo il bus in arrivo, infatti aspetto che raggiunga la sua corsia e che apra le porte, dopodichè salgo e timbro il biglietto, infine mi siedo al primo posto che mi capita.

Nel momento in cui mi sono seduta, sento vibrare il telefono e lo tiro fuori dalla tasca, vedo la notifica di un messaggio nel display:

"Avvisami quando sei sul bus, così sono più tranquillo"

Il mittente è mio fratello Enea, sorrido spontaneamente e rispondo tranquillizzandolo, spiegando la situazione attuale e per quale ora sarei arrivata alla destinazione.

Durante il tragitto ascolto la musica tramite youtube con i miei auricolari, lasciandomi trasportare in un altro mondo e con meno pensieri che mi ronzano intorno.

Mi guardo attorno per capire dove sono e vedo le colline con quel verde vivo e il fresco che entra all'interno, facendomi sentire subito serena.

In qualche modo riesco a sentire la sensazione di casa, anche se non ci vivo da ben cinque anni, ovvero da quando ho iniziato le superiori.

Controllo l'ora e ormai manca poco per prenotare la mia fermata, nel mentre mi alzo sento qualcuno che mi punzecchia la spalla, questo gesto mi fà sussultare e voltarmi di scatto.

Ed ecco un sorridente e innocente Erik che mi compare alle spalle, di solito non mi faccio cogliere di sorpresa facilmente, ma probabilmente sono stata talmente presa dal momento di pace che ho tralasciato il resto.

<<Ehy Fiam, scusami non volevo spaventarti>>

Mi tolgo un auricolare e lo guardo perplessa non avendo capito quello che ha detto.

<<Piuttosto che ci fai qui?>> domando ancora sorpresa e scombussolata.

<<Sto andando a trovare i miei nonni a Pavullo, tu invece?>>

The torment of the wolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora