Capitolo 2: Un Requiem di Sangue

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Era una bellissima giornata di sole, nel 1231.

I ragazzi si nascondevano da quel caldo afoso sotto le foglie degli alberi, poggiati contro il tronco a parlare del più e del meno, in attesa del ritorno dei loro genitori. Il villaggio di Thaft era molto piccolo, per questo tutti contribuivano ai lavori per costruire nuove case o per le coltivazioni. I genitori lasciavano i figli liberi di correre tutti assieme in mezzo all'erba, mentre loro lavoravano. Era un clima di pace e amore come pochi se ne sono visti, un villaggio che non era neanche in grado di pensare qualcosa come la guerra. Le risate dei bambini, il cinguettio degli uccelli, le folate di vento, creavano un rumore di sottofondo rilassante e piacevole, che poteva calmare anche il più iracondo degli uomini.

<< NIMREEEEEEEEEEEEEEE! >>

Ma poltrire si rivelava spesso difficile.

<< Uhg... Maledizione, altri cinque minuti dai... >> - borbottò Nimre.

<< NIMREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! ALZATI PELANDRONE! >> - L'urlo di Mila, la sorellina di 8 anni di Nimre si faceva sempre più forte ed acuto, costringendolo a scendere dal letto e aprire la porta.

Il sole lo colpì dritto in faccia, tanto che dovette coprirsi con una mano.

<< Che c'è di cosi importante da svegliarmi cosi presto... >>

<< Guarda che la prima mattina è passata già da un pezzo! Papà sarà presto di ritorno e a differenza tua lui lavora tutto il giorno! Vai a prendere un po' d'acqua al pozzo! >> - Disse indicando la strada con uno sguardo inviperito. Mila aveva preso i capelli biondi dalla madre e gli occhi verdi dal padre, combinati con un'altezza incredibilmente ridotta e semplice da prendere in giro.

<< Che palle... Perché non ci vai tu? Mi sono allenato tutta la notte... >> - Ribatté Nimre, stiracchiandosi svogliatamente.

<< Lo sai che la mamma non vuole che io mi allontani cosi tanto da sola! Sono appena dieci minuti di camminata, non fare storie! >>

<< Va bene, va bene, ma abbassa la voce per favore, sembri una campana quando ti ci metti... E poi - >>

Neanche il tempo di finire la frase che Mila gli lanciò contro una delle mele che aveva raccolto, ma Nimre la bloccò al volo e iniziò a correre via ridendo. Per un ragazzino di 13 anni, aveva dei riflessi eccezionali. Era l'unico vero pregio che avesse, non era particolarmente alto o basso, neanche chissà quanto grosso, era un ragazzino nella media. Aveva gli occhi neri, ma alle ragazze piacevano un sacco i suoi capelli corvini, con una piccola ciocca rossa di fronte. Non erano troppo lunghi, quindi neanche ai suoi amici dispiacevano, anzi. Lo facevano sembrare un figo.

<< Ne hai di strada da fare prima di prendermi di sorpresa, nana! >>

<< APPENA TORNI LO DICO ALLA MAMMA!!! >>

Nimre deglutì, preparandosi alla ramanzina che avrebbe beccato al suo ritorno. Era sempre cosi, Mila si lamentava dalla madre e lui veniva sgridato. Ogni volta che provava a rivolgersi a suo padre per farsi difendere, tutto ciò che rispondeva era "Ti sta bene!" mentre annuiva col capo fingendo di ascoltare.

Erano questi i problemi più grandi che la loro famiglia potesse immaginare, nessuno avrebbe mai pensato che le cose sarebbero andate cosi male.

<< Ecco il pozzo... che barba. Svegliarmi per riempire un secchio d'acqua, ma perché nessuno fa mai delle scorte decenti?

...Ora che ci penso toccherebbe a me... come non detto, direi che possiamo andare avanti con un viaggio a testa al giorno. Si, mi sembra ottimo cosi! >>

Blood Bonds - Legami di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora