(La ragazza nella foto dovrebbe essere la protagonista)
Appena apro gli occhi realizzo che non c'è nessuna macchina e che mi trovo come un'idiota al centro della strada, rannicchiata come un riccio.
Prima che seriamente una macchina mi possa investire mi allontano dall'asfalto, continuando la mia lunga camminata verso i dormitori.
Continuo però a pensare che ciò che è successo poco prima in realtà possa essere frutto della mia immaginazione.
Sarà lo stress.
Tornando a "casa" passo davanti ad un parchetto che non avevo notato prima d'ora; sarà perché vado sempre di fretta o perché resto sempre in camera a studiare, eccetto quando Miriam mi trascina fuori da quel buco per andare in città o cose simili.
Decido di fermarmi lì. Tanto nessuno mi corre dietro.
Mi siedo su una delle due altalene e appoggio il borsone a terra non prima di aver tirato fuori da esso un pacchetto di Malboro rosse e il mio accendino fucsia.Nessuno lo sa, neanche Miriam.
Il fumo per me non è niente di che, solo qualcosa che faccio diversamente dall'andare a lezione.
Spesso e volentieri l'anno scorso, durante la pausa pranzo, sprecavo la maggior parte del tempo nel bagno delle ragazze a fumare.
L'unica cosa snervante era sentire le voci delle ochette che sparlavano alle spalle delle loro povere vittime (inclusa me) o che cercavano di aggiustarsi vestiti e trucco esagerati, o ancora peggio, i gemiti incontrollati provenienti dalle altre cabine; il che giustifica in qualche modo gli auricolari ormai fossilizzati nelle mie orecchie.Aspiro il fumo.
Il sapore del tabacco è stranamente buono. Si lo so, è strano se consideriamo che fa male, ma dopotutto cosa ci si può aspettare da una "figlia di papà" come me.
Osservo lo spazio intorno a me.
Il prato è ben curato, come le siepi, che posseggono un colore verde brillante che stona però con gli alberi quasi del tutto spogli e dalle foglie dal colore spento.Aspiro ancora. Ancora. E ancora.
Butto la sigaretta ormai consumata sotto i miei piedi e inizio a dondolarmi come facevo da bambina.I bei ricordi si fanno largo davanti ai miei occhi come se potessi viverli da un altro punto di vista. Quello di una ragazza ormai cresciuta che ammira due bambine parlare anch'esse su delle altalene colorate di rosso e verde e le farfalle svolazzare in aria come a completare quel bel quadretto.
Quando mi alzo è quasi sera e il sole sta tramontando.
Entro in camera e non riesco neanche a tirare un sospiro di sollievo che Miriam mi assale preoccupata.
<<Dove sei stata?! Stai bene?!>>
Preoccupata è davvero dire poco.Mi tocca e controlla dappertutto freneticamente.
<<Miriam, calmati! Sto bene! Come mai tanta agitazione?>> La allontano delicatamente ma continuo a guardarla leggermente male.
<<Beh non tornavi a casa e poi c'è stato un incidente->>
Incidente?
Giro lo sguardo verso la TV accesa sul notiziario che ne sta appunto parlando.
<<Tu non hai sentito niente?>> Chiede.
<<Cos'avrei dovuto sentire?>> Cosa stai per dirmi biondina?
<<Una ragazza è stata investita non tanto lontano dalla nostra palestra. A quanto pare a causare l'incidente è stata una macchina nera che ha continuato la sua corsa dopo l'impatto. La polizia sta cercando di recuperare più indizi possibili per trovare l'assalitore; l'unica cosa certa è che la ragazza è caduta in mezzo alla strada poco prima di essere investita.>>
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𝑯𝑬𝑨𝑹𝑻 𝑫𝑬𝑽𝑶𝑰𝑫 𝑶𝑭 𝑳𝑶𝑽𝑬
FantasySelena Carter è una ragazza stupenda e dai genitori ricchi e influenti nella grande città di New York. Come tutte le ragazze, è apparentemente normale se non fosse per il suo brusco passato dove offese e prese in giro erano ormai il suo pane quotidi...