<<cosa ci fai tu qui? >>
Dico quasi in un sussurro.
<<sono venuto a prenderti>> dice privo di emozioni.
<<e da quando ti preoccupi per me?>> rispondo stizzita. In questi anni non ha mai avuto interesse a come io mi sentissi senza la sua protezione e mia madre idem.<<da quando abbiamo ingaggiato un cliente molto generoso>>
Certo! Ti pareva se non era per lavoro!
<<e con questo? Io cosa centro?>>
<<devi venire con noi a Manhattan per conoscere di persona la famiglia del nostro migliore cliente e fargli firmare il contratto.>>
<<e se io non volessi venire?>>
<<come scusa?>> dice alzando il tono di voce.<<non vi siete mai interessati a me, né di ciò che mi accadeva, quindi, perché io adesso dovrei farti il favore di venire a conoscere questo tuo fatidico cliente? Che poi, se devo essere sincera, credo sia più una lei che altro.>> dico alzando anche io di poco la voce.
<<prima di tutto non era una richiesta, secondo, non ti permetto di dire certe infamità sul mio conto, ti ricordo che sei mia figlia e devi portarmi rispetto!>>
se lo sogna!<<ah perfetto! Secondo me dovresti ringraziare la mamma per questo affare piuttosto che pensare alla mia presenza!>> dico scoppiando in una risata amara.
Appena riapro gli occhi posso notare che il volto di.... Mio padre....si è arrossato e non poco.<<tu adesso mi ascolti! Vai immediatamente a preparare la valigia e porti il culo in macchina, intesi?!>>
Sbarro gli occhi sorpresa dalla sua reazione, non mi ha mai urlato in questo modo e certamente la prima volta è la più dolorosa.<<intesi...>> rispondo secca abbassando lo sguardo verso il freddo pavimento rovinato dal tempo.
Inizio a correre verso la mia stanza e per poco non cado ma non m'interessa. Entro facendo sbattere la porta alle mie spalle e scoppiando in un pianto silenzioso.
<<hei ma che succede? Perché sei entrata così di fretta? >>
Ignoro la biondina è mi dirigo verso il mio letto. Da sotto il materasso tiro fuori una valigia rossa iniziando a riempirla di vestiti senza nemmeno prendermi il lusso di piegarli.<<perché prepari la valigia?>>
Esito un attimo ma alla fine decido di risponderle.
<<vado a Manhattan per qualche giorno....lavoro.>>
<<oh capisco, bhe allora ci si vede!>>
Esco dalla camera sbattendo la porta. Odio vedere il sorriso sui volti della gente! Invidio così tanto coloro che riescono a mantenere la testa tra le nuvole, sorridendo sempre.
Salgo in macchina - una limousine si può definire una macchina vero?- e mi siedo vicino al finestrino.
Vicino a me c'è mio padre intento a parlare a telefono mentre davanti a noi c'è l autista, con indosso la sua solita uniforme da lavoro e quel cappellino che gli da un aria da giullare.Metto gli auricolari ed inizio ad ascoltare una delle 81 canzoni che ho in playlist, nonché Demons degli imagine dragons.
<<Selena!>>
Apro di scatto gli occhi.
<<dimmi...>> devo essermi addormentata.
<<ci stiamo fermando in autogrill, vuoi qualcosa da mangiare?>>
<<mh>>
rospondo riponendo il cellulare nella tasca del giubbotto in pelle e guardandomi intorno.Appena scendo dalla macchina l aria fresca mi colpisce in pieno volto. Ho sempre amato Manhattan, da piccola sognavo di andarci ma non ho mai potuto a causa della mancanza dei miei. Si potrebbe quasi dire che nonostante io sia loro figlia, non mi conoscano minimamente. Anzi no, ho sbagliato, una cosa la sanno:
-nome
-cognome
-età
(sempre se ancora si ricordano il mio compleanno visto che nemmeno gli auguri mi hanno fatto)Appena attraverso la porta in vetro sento il delizioso profumo di brioche e panini appena preparati misto al profumo di caffè. Chiudo gli occhi un attimo assaporando questo momento.
Come avrei voluto la mattina svegliarmi e sentire lo stesso profumo e godermi la colazione con le persone che sarebbero dovute essere, le più importanti nella mia vita.
Mi riprendo velocemente richiudendo, come sempre, le mie emozioni in quello che definisco il mio vaso di pandora, dove racchiudo ciò che provo come fosse un oggetto.
Ciò che ho imparato in questi anni ènon mostrare mai le tue vere emozioni, rende solo deboli agli occhi altrui.
Arrivati al banco ordiniamo ognuno il proprio spuntino. Io prendo una ciambella mentre mio padre (non posso credere di averlo detto) un tramezzino.
Arrivati alla cassa, l'uomo accanto a me si fa avanti per pagare ma prima che faccia un passo in più, lo fermo e lo sorpasso con nonchalance.
<<quanto le devo?>>
<<sono 6,50 grazie!>> risponde altezzosa la cassiera che potrà avere sui 19 anni scarsi.
<<sarebbe possibile pagare il coretto e il tramezzino separatamente?>> chiedo vedendo con la coda dell'occhio mio padre fare una faccia perplessa.
<<certamente! Allora, vediamo....perfetto! Sono 2€!>>
<<grazie mille>> rispondo freddamente.
<<grazie a lei, torni a trovarci!>>
Mamma mia, manco fosse na tavola calda.Qualche ora più tardi
<<siamo arrivati>>
Guardo l'orologio. Sono le 19 e 15.
<<prendi la valigia e seguimi.>>
Fatto ciò che dice mi ritrovo in un edificio enorme che potrebbe fare concorrenza a quello in cui sono cresciuta fino a 14 anni.
Mi guardo intorno e noto che l'arredamento è molto moderno, basato sul bianco ed ebano.
Cammino fino ad arrivare in una stanza con un camino, un tavolo in vetro e sedie, che a mio parere, stonano molto con il resto dell'arredamento, sull'antico.Improvvisamente una donna sbuca da una delle tante porte qui presenti.
<<Jeff! Tesoro!>> si ferma a guardarmi con curiosità.
<<tu devi essere...>> chiede sospettosa.
<<oh, sono Selena Carter, mio padre lavora a New York alla->>
<<certo! Come posso essere così Ceca! Sei talmente identica a tuo padre eppure non ti ho riconosciuta!>> dice buttandosi una mano in fronte.<<piacere mio, io sono Elena, la moglie del cliente di tuo padre.>> dice porge domi la mano è sorridendomi con spensieratezza.
<<cara, eccomi!>> a parlare è un uomo sulla cinquantina, non tanto alto, in abito elegante.
<<oh!eccoti caro! Lei è la figlia di Carter, Selena, giusto?>>
Annuisco.<<piacere di conoscerti piccolina!>>
No per favore non iniziamo coi nomignoli.... HO 19 ANNI CAVOLO!<<oh tesoro, vai a chiamare quelle 2 pesti! Come al solito hanno fatto tardi! >>
Dopo circa 10 minuti nella stanza rientra l'uomo di prima seguito da mio padre e successivamente da un ragazzo e una ragaz- aspetta!
No! Non posso crederci!<<cara, loro sono i miei due angioletto, Ivan e->>
<<Miriam!>>
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𝑯𝑬𝑨𝑹𝑻 𝑫𝑬𝑽𝑶𝑰𝑫 𝑶𝑭 𝑳𝑶𝑽𝑬
FantasySelena Carter è una ragazza stupenda e dai genitori ricchi e influenti nella grande città di New York. Come tutte le ragazze, è apparentemente normale se non fosse per il suo brusco passato dove offese e prese in giro erano ormai il suo pane quotidi...