Tempo

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Sai, quando incontrai tuo padre avevo solo 17 anni. Ero una ragazza molto timida, e non avevo molti amici. Andavo in una scuola molto prestigiosa, perciò avrei dovuto avere grandi ambizioni per l'università. Insomma, avrei avuto un pretesto per pensare al futuro. Lo conobbi un giorno d'ottobre, quando il freddo iniziava ad entrarci nelle ossa, facendosi spazio nel nostro vuoto interiore. Il coraggio di tuo padre lo notai subito. Il giorno in cui lo vidi la prima volta, litigava col preside. Voleva far ammettere la sorellina in quella scuola, dandole la possibilità che lui non ebbe mai. La storia di tuo padre è davvero triste. La morte dei suoi genitori lo costrinse ad abbandonare gli studi. Dovette lavorare per mantenere la sorellina per la quale avrebbe dato la vita. Così, a soli 16 anni iniziò a lavorare come commesso di un piccolo negozio. Dopo 4 anni, era giunto il momento che lei iniziasse le scuole superiori, ma l'ammissione in quella scuola le era stata negata. La verità è che non avrebbero mai ammesso chi non manteneva un certo tenore di vita. Quando lo vidi, qualcosa mi spinse a fermarmi, e ad ascoltare la discussione. In realtà avrei voluto fermare la sua ira con un abbraccio. Ma non ebbi nemmeno la forza di fermarlo non appena finì il diverbio. Notai però un particolare, sebbene fossi lontana: i suoi occhi azzurri stavano per esplodere in una cascata di lacrime. Eppure si contenne. Voleva solo dare un futuro alla persona più importante della sua vita.

Il giorno dopo si presentò con la sorella. Riuscii a fermarmi, e, da studentessa dell'ultimo anno, mi presentai alla nuova arrivata. I nostri occhi si incrociarono e fu magia dal primo istante. Col tempo capii che persona fosse, e la sua bontà d'animo era ammirevole. I suoi vent'anni erano solo un numero, perché dentro ne aveva molti di più. Anni interi di dolore tormentavano il suo passato, ma lo nascondeva sempre. Questo era tuo padre: un uomo orgoglioso e forte, ma soprattutto sensibile. Per lui mandai a monte il mio futuro, provocando l'odio della mia famiglia. Il benestare aveva distrutto l'amore in cui dovevo nascere. Ma, adesso, non voglio parlare di me.

Dopo cinque anni ci sposammo e fu il giorno più bello della mia vita. Non avevamo abbastanza soldi per permetterci una cerimonia lussuosa, ma non ci importava. Eravamo felici. Iniziammo a costruire le basi della nostra nuova avventura. La sorella, grazie ad una borsa di studio, poté frequentare l'università di Stanford. Andare a vivere oltreoceano sarebbe stato difficile, ma alla notizia d'ammissione, tuo padre pianse come un bambino. I suoi sforzi erano stati ripagati e la vita di sua sorella poteva solo migliorare.

Il mio amore per tuo padre era immenso, ma, dopo solo 6 mesi dal nostro matrimonio, fui costretta ad andarmene. Quel dannato giorno persi ciò che avevo di più prezioso: la vita. La leucemia è così, e la scoprimmo solo qualche settimana prima della mia morte. Per la prima volta vidi tuo padre mostrare il suo dolore. Da questo posto vedevo tutto. A volte ripenso a cosa sarebbe accaduto se non me ne fossi andata così.

Tuo padre passò mesi in un limbo e sapevo che non si sarebbe mai ripreso davvero. Infatti era cambiato. Iniziò a bere, ricordando, in risate rigate di lacrime, la morte dei suoi genitori, la morte della sua adolescenza, la morte di sua moglie. E rideva, come se le lacrime non ci fossero, come se fosse tutto un incubo da cui basta svegliarsi per tornare alla normalità. La realtà però era diversa, e la disperazione gli fece conoscere l'eroina. Non sono mai stata capace di vederlo in questo stato. Per causa mia stava rovinando la sua vita. Smise di lavorare, di mangiare, di vivere, e non potevo fermarlo. Finché il coma non lo allontanò dalla sofferenza.

Rimase in coma per tre settimane.

Quando si svegliò, tornò a casa come se niente fosse. Una volta entrato, però, osservò una nostra foto. La ricordo bene quella foto: eravamo al ballo di fine liceo. Era così elegante e ballammo insieme tutta la notte. Rischiò persino di non presentarsi al lavoro il giorno dopo Adoravo il suo sorriso, adoravo i suoi occhi.

Rimanendo assorto in quella foto, non riuscì a ricordare quel momento. Non riuscì a ricordare la prima volta che ballammo insieme. Entrando nel panico, prese tutte le nostre foto, e si rese conto che aveva dimenticato tutto. I ricordi erano troppo sfocati, non riusciva a rammentare nulla. Il coma gli aveva portato via anche i suoi ricordi. Nessun essere umano potrebbe mai sopportare tutto questo. Ma lui era tuo padre, ed era forte.

Si disintossicò e ricominciò la sua vita. Era convinto che i suoi ricordi sarebbero tornati nel tempo. Nonostante ciò, ebbe la possibilità di iniziare una nuova vita. In fondo aveva solo 26 anni.

Sai, io amo tuo padre, e ci sono volte in cui l'amore spezza anche il tempo. Un giorno riuscì a vedermi, ma vedermi davvero. Tutt'ora non riesco a credere come sia stato possibile. Così, come se separati da un vetro, incrociammo ancora una volta lo sguardo. Non sentivamo le rispettive voci, eppure quando gli occhi parlano non serve la voce. Cercava perdono perché aveva dimenticato tutto di noi, cercava perdono perché non era stato capace di salvarmi. In realtà il vero perdono ero io a cercarlo. Nel vetro appannato appoggiammo le mani, senza mai riuscire a toccarci. Il cuore stava per esplodermi, sforzandomi inutilmente di non piangere. Fu un istante che non passò mai. Poi tutto fu nero, e lui tornò nella vita vera.

D'un tratto si ricordò tutto. Ricordò il nostro primo bacio, sotto la pioggia. Ricordò il nostro primo ballo. Ricordò la prima volta che facemmo l'amore. Ricordò il nostro matrimonio. Ricordò la vita che passò con me. Sì, perché quei sei anni rimarranno eterni. Quei sei anni sono i nostri anni, che il passato non cancellerà mai. Anche se era giunto il momento di guardare avanti.

Figlio mio, tu non sei mai nato, e chiedere perdono anche a te sarà difficile. Ti giuro, non so nemmeno come chiedertelo. Mi dispiace, l'ho abbandonato, ma soprattutto ti ho abbandonato. Posso solo dirti che la tua vita sarebbe stata perfetta grazie a tuo padre. Saresti stato forte come lui, bello e sensibile come lui. I tuoi occhi sarebbero stati come i suoi, la tua vita sarebbe stata priva di dolore, perché ti avrebbe impedito di soffrire. Figlio mio, tuo padre ti avrebbe detto di sorridere sempre, di non giudicarti per le scelte sbagliate e di essere sempre te stesso. Ti avrebbe detto che l'amore ti fa vedere oltre la realtà, anche oltre il tempo. Per questo lui ti vede, per questo lui ci vede.

Perché ci ama ancora.

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