One day

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Sono un ragazzo di 22 anni e mi chiamo Tom Carver, vivo da solo senza parenti. Ho una vita che nessuno può desiderare: con pochissimi soldi e con un lavoro con cui riesco a pagare la casa e comprarmi un po' di cibo.
Lavoro come maggiordomo nella casa della famiglia Kray, credo che si dica cosí.
Ho i capelli indomabili, castani, occhi color cioccolata. Mi vesto normalmente con una canottiera nera, jeans scuri e un paio di Vans nere rovinate.
Mi sveglio durante la notte, sono in ansia per il primo giorno di lavoro, osservo l'orologio, le quattro. Non credo che riuscirò a riaddormentarmi in tempo, per cui mi alzo e preparo la colazione. Questa famiglia è molto sofisticata e devo dimostrare di essere una persona capace, anche se è la prima volta!
Verso le otto mi avviai per raggiungere la casa che stava a poca distanza dalla mia. Quando arrivo mi accolgono con dolcezza, sono in tre: Ben, il padre, Simona, la madre e Stephany la figlia di 22 anni.
Stephany è una ragazza molto fanatica e si vanta spesso, non è il mio tipo: si veste sempre di colori vivaci come il giallo o il rosa, si trucca in modo esagerato da farla sembrare qualche anno più avanti. Ha i capelli molto lunghi tenuti sempre da una coda di cavallo, biondi, occhi marroni, ha la pelle di un colorito chiaro.
Ben e Simona, invece, sono molto simpatici e mi trovo a mio agio con loro!
Hanno una casa molto grande con mobili in legno decorato, è bella e spaziosa, ma tutte quelle stanze sono inutili, a me sembra un spreco.
"Benvenuto Tom, ti chiami così giusto?" Chiede Ben con un tono regolare
"Sí, mi chiamo così, piacere" dico sorpreso per la gentilezza con cui mi hanno accolto
"Il piacere è tutto mio!" Dice Ben allegro.
La famiglia mi mostra la casa mentre osservo che Stephany mi sta fissando continuamente, non capisco cosa trova di speciale in me.
Comincio subito a lavorare e capisco che per vivere in quella casa avevano bisogno di molti aiuti. Mi diverto a pulire, è una cosa che facevo da piccolo per aiutare la mamma, ormai sola, era malata e quindi dovevo fare tutto io anche perché i parenti non c'erano.
[...]passa un po' di tempo
Torno a casa soddisfatto per il primo giorno di lavoro, mi cambio e vado a fare una passeggiata nel parco del paese. Vedo gente ridere e scherzare, portare fuori il cane oppure rotolarsi nell'erba fresca e rigogliosa.
Torno a casa, mangio un fettina di carne, l'insalata e mi butto sul letto.

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