CINQUE.

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Jungkook guardò ancora una volta dietro di sé prima di chiudere la porta della sua camera: le lenzuola arruffate, le ciabatte spaiate, i vetri appannati, la felpa buttata per terra, accanto al materasso. Ogni elemento era prova lampante di ciò che era successo un attimo prima.
Si toccò leguance bollenti e arrossate e si tirò un pizzicotto nel tentativo di dimostrare a sè stesso di essere sveglio e di aver davvero appena baciato Jimin.
Rimasto al buio nel corridoietto della casa sul lago si incamminò verso il prato, dove il maggiore lo stava aspettando con la zanzariera distrutta in mano.

L'aria era fresca e il cielo limpidissimo. La luna piena illuminava i loro visi ed era così splendente da rendere quasi invisibili le stelle.

Jimin stava tremando, aveva dimenticato le sue cose dentro, nella fretta di uscire.

"Jungkook-ah, io vado, sto congelando!" Disse saltellando sul posto. Peccato che fece giusto in tempo a percorrere tre metri prima di volare per terra.

Un urletto, seguito da un rumore metallico, riecheggiò nella notte, facendo preoccupare il maknae.

"Hyung, tutto bene, ti sei fatto male? Riesci ad alzarti?"
Jungkook si avvicinò cautamente a Jimin e lo osservò scrupolosamente. I lineamenti del suo viso erano corrucciati, come se stesse soffrendo.

"Mi sono fatto male ad una gamba, maledetti ferri."
Il maggiore era un tutt'uno con la rete bianca e i montanti della zanzariera ormai distrutti.

"Lasciala perdere, se ne occuperà lo staff domani mattina, vieni qui."

Il maknae si accucciò, mise un braccio dietro alla schiena di Jimin e l'altro sotto alle sue ginocchia, dopodiché lo sollevò, stringendolo forte a sé.
La sua pelle, a contatto con quella del minore, sembrava ghiacciata.
JK la sfiorò delicatamente con il pollice, facendogli venire i brividi.
Jimin allacciò dunque istintivamente le braccia intorno al suo collo e appoggiò la testa sulla sua spalla. La punta del naso contro il suo collo.

"Se avessi saputo che mi avresti portato in camera così, nel caso in cui mi fossi fatto male, sarei caduto prima, avresti potuto dirmelo."

Il maknae soffocò una risata e scosse la testa rassegnato e divertito al tempo stesso.
I loro corpi si incastravano alla perfezione. Per qualche minuto si udirono soltanto i passi di Jungkook sull'erba e i loro respiri delicati.

Quando raggiunsero la residenza secondaria, JK fece scendere controvoglia il maggiore, che si tenne comunque stretto a lui come un piccolo koala.

"Vieni", disse Jungkook aprendo la porta, "stenditi un pochino sul letto, io intanto vado a prendere del ghiaccio."

Il maknae andò in cucina e aprì il congelatore alla ricerca di qualcosa di freddo da mettere sopra la gamba. Quando si intrufolò nella camera di Jimin, quest'ultimo era in mutande e maglietta nera, steso sulle coperte, con gli occhi socchiusi.

Aveva le braccia sotto la testa, al posto del cuscino che aveva invece messo sotto alla coscia sinistra.

Aprì un occhio nel momento esatto in cui lo sentì entrare e un sorrisino malizioso fece capolino sul suo bellissimo viso quando vide ciò che JK aveva in mano.

"Sul serio? Un sacchetto di piselli congelati?"

Jungkookie iniziò ad arrossire. "Non ho trovato di meglio, mi dispiace."
Si avvicinò a Jimin cercando di non farsi prendere dal panico. La coscia presentava un brutto livido che non sarebbe andato via tanto presto. Si sedette sul letto e posò il pacchetto sulla ferita.

Don't Leave Me | JIKOOK ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora