Epilogo, Parte 2: Le paure di Joel

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Il buio che avvolse Joel fu sostituito da una penombra dovuta a un fuoco acceso dentro un bidone dell'immondizia. Era sera. Joel era steso sotto una coperta bucherellata, sentiva freddo e aveva molta fame.

Si alzò sui gomiti e si guardò intorno: non era a casa; era in una baraccopoli di senzatetto. Si mise in piedi e cercò di capire in che punto della città si trovasse, mentre alcuni sconosciuti sporchi di terra e vestiti di stracci camminavano con passo claudicante verso le loro rispettive tane, pronti per degustare la loro povera cena.

Capì di essere a Northen Beach, quindi non era molto lontano da casa. Tentò di orbitare ma non ci riuscì, a quel punto si chiese se fosse stato catapultato in un epoca antecedente a quella in cui era vivo, poi ricordò cos'era successo.

«Barbas» sussurrò.
A passo svelto uscì dalla baraccopoli e si diresse verso la Van Ness Avenue, la strada più breve per casa Halliwell. Lì avrebbe consultato il Libro delle Ombre, avrebbe recuperato i suoi poteri e avrebbe distrutto Barbas.

Quando arrivò a Prescott Street iniziò a correre in direzione della sua casa. Salì i gradini che lo separavano dalla porta di ingresso, poi a gamba tesa entrò nell'atrio.

Gli bastò percorrere pochi metri per capire che qualcosa era cambiato: i mobili antichi delle sue nonne erano spariti. Al loro posto, un arredamento moderno: divani in pelle, televisore al plasma, lampade a LED.

Joel rimase lì in palato sotto l'arco del soggiorno. Un bambino si affacciò dalla sala da pranzo, sgranò gli occhi quando lo vide: «Mamma! I ladri!» urlò.
Joel andò in panico, non capiva cosa stesse succedendo.

«Mamma! Mamma!» urlò ancora il bambino.
«Frankie, che diamine urli!?» disse la voce di una donna che scese le scale di corsa, arrivando in soggiorno col fiatone.

Quando si voltò verso Joel, sgranò gli occhi anche lei e iniziò ad urlare.
«Fuori da casa mia! Fuori da casa mia!» urlava la donna, che aprì la porta del sottoscala e prese un ombrello.

«Ma questa è casa mia! Ehi! Giù le mani!» boccheggiò Joel mentre la donna cercava di colpirlo con l'ombrello nero.

«Frankie chiama il 911» urlò la donna mentre agitava l'ombrello per aria cercando di colpire lo stregone.

Joel indietreggiò fino ad arrivare di nuovo alla porta di ingresso. Sferrando un colpo d'ombrello, la donna colpì il vetro della porta che si frantumò in mille pezzi.

Lo stregone uscì di casa e ripercorse i gradini che portavano alla strada: «Quel vetro me lo pagherà!» urlò mentre correva nuovamente lungo Prescott Street.

Raggiungere il libro sarebbe stato più difficile del previsto. Svoltò l'angolo e si fermò nell'oscurità di un vicolo umido. Riprese fiato.
Per risolvere questa situazione avrebbe avuto bisogno di una mano.

«Jay!» urlò.
Niente.
«Jay! Jay!» urlò ancora.
L'Angelo Bianco non comparve.

«Dannazione!» disse sommessamente, battendo un pugno sul muro.
Barbas avrà creato una realtà dove non ho poteri magici, pensò.

Ancora una volta si ritrovava a dover fronteggiare un problema senza i suoi poteri. Doveva recuperare il libro nella soffitta di casa sua, e poteva farlo solo in un modo.
«Jade» sussurrò.

✵ ✵ ✵

La sera tramutò in notte e le strade della città iniziarono a svuotarsi pian piano. Joel aveva vagato per la città verso casa di Jade, lei sicuramente lo avrebbe aiutato in qualche modo.

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