Capitolo 1, Parte 1: L'incantesimo della Memoria

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bip, bip.
L'odore di disinfettante aleggiava nell'aria all'interno della camera del San Francisco Memorial.
bip, bip

L'odore era così forte da bruciare le narici delle tre persone presenti nella stanza. Un giovane adulto di media statura dai capelli nero corvino e la pelle rosa pallido era in coma farmacologico, con ustioni di terzo grado che si prolungavano dalla spalla al polso sinistro. Il suo nome era Joel Matthews ed era uno stregone, ma questo lui non lo ricordava più.

Jay Stevens era ai piedi del letto. Dava le spalle a Joel ed era rivolto verso una donna di mezza età vestita con una lunga tonaca bianca e oro.

«È il tuo primo incarico e non è roba da poco, stiamo parlando di un discendente della famiglia Halliwell» disse la donna.

Jay sgranò gli occhi. «No, non posso farlo, non sono pronto!». La donna lo guardò indispettita. Lui era stato chiamato da poco. Credeva soltanto di dover curare una persona in fin di vita, e invece ai piani alti gli avevano rifilato il ben servito.

«Lo sei eccome invece, hai letto il manuale da cima a fondo e hai tutte le potenzialità per potercela fare. Non voglio sentire alcun "no" da parte tua, intesi?». Jay spostò lo sguardo al di fuori della finestra, concentrandosi sul parcheggio dell'ospedale dal quale entravano e uscivano macchine con una frequenza costante.

Avrebbe voluto ridursi a tante piccole particelle bianche e azzurre e approdare lontano da quell'ospedale. In poche parole, avrebbe voluto orbitare via. Magari qualcun altro si sarebbe occupato di Joel, ma non lui. Lui non era pronto a questo.
«Lo devi curare, devi svegliarlo prima che altri lo vengano a cercare. Subito.» continuò la donna con tono autoritario. Jay girò la testa di scatto e guardò l'Anziano, come se in qualche modo il suo sguardo tagliente potesse ferirla.

«Agli ordini.» si arrese, con la rabbia che ribolliva dentro di lui. Jay diede le spalle all'anziana donna che, avvolta da un fascio di luci bianche e azzurre, svanì nell'aria. «Odiosi Anziani» disse fra sé e sé.

Una volta avvicinatosi al letto, allungò le mani verso il corpo di Joel, una verso la spalla ustionata, l'altra verso la testa. Dai palmi fu emanata una fioca luce giallo-arancio. Il braccio del ragazzo guarì totalmente, delle ustioni non ve ne rimase traccia. Guarito quello, Jay spostò la mano libera sulla testa di Joel, aspettando il suo risveglio.

Lo stregone aprì lentamente gli occhi. Tutto intorno a lui era sfocato, non riusciva a distinguere nessuna figura.
«Ben svegliato» disse ironicamente Jay, allontanandosi di un passo dal lettino d'ospedale. Joel avvertiva un terribile dolore alla schiena, probabilmente era stato steso a letto per un bel po'.
«Dove sono?» chiese con un filo di voce.

«In ospedale, gli Anziani mi hanno detto che hai subito un brutto scontro...».
«Chi sei tu?» chiese Joel, scrutando il volto di Jay. Cercò di attribuire il viso pallido dalle rosee labbra a qualcuno di sua conoscenza, ma non aveva la minima idea di chi potesse essere. Pensò a un ipotetico parente, ma nella famiglia Halliwell nessuno aveva mai avuto i capelli rosso naturale.

«Sono il tuo nuovo Angelo Bianco.» fu difficile per Jay pronunciare quelle parole, ma ormai ai piani alti era stato già deciso tutto e lui non poteva fare diversamente.
«Il mio... cosa?» chiese Joel, corrugando la fronte. «Ehm... Joel, qual è il tuo ultimo ricordo?».

Lo stregone si sforzò di ricordare cosa potesse essere successo, il motivo per cui si trovasse intubato in una camera d'ospedale, ma nella sua mente c'era solo il vuoto.

«Ero al P3, il mio locale. Ero dietro al bancone e...». Il panico iniziò a diffondersi dentro di lui lentamente. La sua agitazione fu fatta palese dai macchinari ospedalieri a cui era collegato, difatti l'assordante bip che conteggiava i battiti del suo cuore aumentò velocemente. Non ricordava nulla. Niente di niente.

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