Charmed Again

Capitolo 1, Parte 2: La memoria ritrovata

L'incantesimo della memoria non ebbe un effetto istantaneo. I ricordi di Joel ritornarono alla sua mente in maniera graduale, tutte le sue lacune legate all'esistenza del mondo magico si stavano colmando a poco a poco. Per un attimo pensò di star morendo, perché la sua vita iniziò a scorrergli davanti agli occhi dall'infanzia al suo presente.

Non ha sempre vissuto al 1329 di Prescott Street, per un breve periodo ha vissuto con i suoi genitori in un'altra abitazione, nella periferia di San Francisco. Poi, sua nonna Piper lo aveva accolto in casa sua, lo aveva accudito e cresciuto, e con lei anche nonna Paige e nonna Phoebe, difendendolo di tanto in tanto da qualche demone che tentava vanamente di ucciderle.

Dei suoi genitori aveva ricordi vaghi, la maggior parte spiacevoli: sua madre aveva fatto parte della sua vita per poco tempo, poi un grande male l'aveva spinta ad andare via. Non era morta, aveva semplicemente deciso di andarsene, e di lei non si ebbero più notizie.

Suo padre, invece, morì poco tempo dopo: era un Angelo Bianco e fu ucciso dalla freccia avvelenata di un Angelo Nero mentre accudiva un suo protetto. Date le sue origini, Joel capì di non essere solo uno stregone, ma per metà anche Angelo Bianco. Questo spiegava il perché potesse orbitare e anche guarire le ferite altrui.

La perdita dei suoi genitori fu solo il primo dei tanti periodi bui della sua vita: un secondo periodo buio arrivò quando, anno dopo anno, le sue nonne iniziarono a morire. Gli avevano dato tanto amore, gli avevano fatto ben capire la differenza fra il bene e il male e perderle fu devastante. Ma Joel non si lasciò abbattere, aveva imparato tanto, voleva mettere in pratica tutto ciò che aveva appreso.

Ma era presto, troppo presto per mettersi in gioco. Dopo la morte delle nonne furono i suoi zii a prendersi cura di lui, il fratello e la sorella gemella di sua madre. Nonostante quello che era successo ai suoi genitori, non poteva dire di aver vissuto un'infanzia e un'adolescenza nella solitudine più totale, ma di certo, quel tratto della sua vita fu estremamente particolare.

Non poche volte era costretto a trasferirsi dall'uno o dall'altro zio, perché oltre a essere persone che sostenevano una vita normale erano anche degli stregoni, e avevano delle responsabilità. Joel legò con tutti i membri della sua famiglia: dai figli di nonna Piper e nonna Phoebe, ai suoi cugini. La sua famiglia era molto unita, creando un ambiente pieno d'amore e di affetto.

Poi gli anni passarono, i più piccoli diventarono adulti, gli adulti invecchiarono. Iniziarono ad esserci le ambizioni, le aspirazioni, ognuno di loro aveva voglia di lasciare il proprio nido per volare lontano.

E così, a mano a mano, ognuno iniziò a prendere la propria strada. Tutti tranne Joel, il più piccolo degli Halliwell, che aveva deciso di restare ancorato alle proprie origini e restare a San Francisco, mentre la sua famiglia si distribuiva in tutta America e in tutto il resto del mondo.

Aveva volontariamente deciso di prendersi in carico il P3, il locale di sua nonna Piper, che gli aveva dato la possibilità di poter sostenere un certo tenore di vita. Ed è proprio al P3 che risale il suo ultimo ricordo, che si palesò nella sua mente in maniera più vivida rispetto agli altri, come se stesse rivivendo gli ultimi momenti prima del coma.

✵ ✵ ✵

«QUANTE VOLTE VI HO DETTO DI NON ATTACCARMI AL P3!?» urlò Joel mentre era accovacciato sotto al bancone dell'ampio locale illuminato, in quel momento chiuso per riordino inventario. O almeno, quello che Joel stava cercando di fare.

Ad aggredirlo erano un demone di basso livello, che poteva sconfiggere facilmente con una pozione, e un Angelo Nero, che gli dava invece filo da torcere.
Il demone, un uomo bruto e dai vestiti logori, generò una sfera di fuoco e la lanciò verso il bancone sotto al quale Joel si era rifugiato, distruggendo buona parte delle bottiglie e dei bicchieri, i cui cocci si sparsero tintinnando sul pavimento.