CAPITOLO 9: infinity

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Era già mattino inoltrato quando Dean, aprendo gli occhi, rimase senza fiato davanti alla scena che si trovò davanti, così tenera e allo stesso tempo eccitante, che gli riportava alla memoria ciò che era appena successo: l'angelo che aveva sognato per anni di stringere tra le sue braccia riposava ora proprio lì, steso dolcemente accanto a lui, ancora a contatto con quella pelle calda e morbida che amava tanto.

Anche attraverso i suoi occhi chiusi, riusciva perfettamente ad immaginare quel colore azzurro magico, che la notte prima si era trasformato in qualcosa di bestiale, facendolo impazzire. Ormai ne era sicuro: non era certo da lui, e non sarebbe mai stato facile manifestare i propri sentimenti, ma, indubbiamente, non si sarebbe mai e poi mai pentito della notte appena trascorsa. Non solo Cass gli aveva salvato la vita (non era certo la prima né sarebbe stata l'ultima volta), ma erano finalmente riusciti ad amarsi.

Dean sentiva scorrere nelle sue vene una felicità ed un'emozione mai provate fin'ora. Sapeva che l'angelo non dormiva, al limite poteva fingere tenendo gli occhi chiusi, dopo aver passato gran parte della notte ad osservarlo anche mentre riposava, ma decise comunque di assecondarlo e di riportarlo alla loro magica realtà.

***

L'umano chiamò a sè l'angelo con un bacio delicato, seguendo i movimenti delle sue labbra umide e ancora gonfie di piacere che si aprivano per accogliere la sua lingua, mentre gli accarezzava lentamente la schiena, soprattutto l'area dove aveva intuito l'attaccatura delle sue sofficissime ali, cosa che fece agitare l'altro, il quale sembrò percosso da una piccolissima scossa elettrica, lasciandogli una parvenza di pelle d'oca. Poi, indovinando l'emozione crescente in quegli occhi angelici ancora chiusi, lo fece girare e, incoraggiato dai sospiri e dai gemiti che l'angelo si lasciava scappare con quel basso tono assonnato, cominciò a mordicchiarlo e assaporare il suo collo e le sue clavicole, scendendo sempre più in basso, con dei movimenti decisi ma estremamente lenti ed estenuanti.

Castiel cercò all'inizio di resistergli, senza mostrarsi completamente dipendente dal suo tocco, ma, per gioia del cacciatore, non ebbe molto successo. Appena Dean lo ebbe intuito, lasciò vagare le sue mani sempre più in basso, fino a giungere in mezzo alle sue cosce ancora nude, ma che ardevano al solo contatto con la pelle dell'altro. Cass credeva che sarebbe scoppiato.

"Ti prego, Dean..."
"Cosa c'è, angelo?", chiese maliziosamente, gli occhi desiderosi e avidi di lui.
"Fallo e basta", riuscì a mormorare, ancora ad occhi chiusi.

Allora il cacciatore, che pure faticava a mantenere il controllo, passò le dita su quel rigonfiamento sotto le lenzuola, facendo agitare ancora di più l'angelo, che ormai era completamente succube a lui. Quando lo toccò, gli occhi blu si spalancarono di getto e già si poteva scorgere quella scintilla e quell'intensità di colore della notte precedente, il mix perfetto insieme ai suoi gemiti supplicanti. Finalmente, dopo qualche altro secondo di strazio, le labbra rosee di Dean si avvolsero intorno al sesso dell'angelo, il Suo Angelo, che si perse in quella sensazione di piacere e inarcò impercettibilmente la schiena seguendo i movimenti costanti dell'amante, il quale veniva incoraggiato a sua volta da quelle eccitanti reazioni angeliche.

Castiel dovette sforzarsi non poco per trattenersi e, con questa speranza, affondò le mani nei capelli dell'altro, stringendo lievemente come per tentare di controllare il ritmo dell'altro. Di conseguenza, Dean, che aveva compreso subito le sue vane intenzioni, alzò improvvisamente lo sguardo e regalò alla creatura la vista più bella che avesse mai potuto desiderare. L'angelo osservò ipnotizzato il Suo Cacciatore, sistemato tra le sue gambe e con il volto chino su di lui, ma con quelle magnetiche pozze verdissime fisse nelle sue pupille. Era molto più di una semplice connessione fisica, i due sentivano qualcosa di estraneo al loro mondo, che nessuno sarebbe mai stato in grado nemmeno di immaginare.

Quella beatitudine durò ben poco e, nel giro di qualche istante, Castiel raggiunse l'apice del piacere, che generò un ultimo sensuale mormorio dell'angelo, accompagnato da una reazione simile che ciò provocò anche a Dean, ormai soddisfatto e completamente perduto. Infine, i due si sdraiarono lentamente l'uno a fianco all'altro, ancora pregni di quelle sensazioni che ormai li avevano sfiniti, ascoltando in silenzio i loro cuori battere insieme e perdendosi reciprocamente nei loro occhi.

***

In mezzo a dolci baci pieni di passione e parole d'amore che finalmente venivano alla luce, dopo tutti questi anni, l'angelo e il cacciatore riflettevano sulla spiegazione che avrebbero dato a Sam, senza sapere però che il fratello minore, attento osservatore e amico più intimo di entrambi, aveva già scommesso con sé stesso su quanto tempo potessero resistere separate quelle due anime gemelle prima di essere ricongiunte in eterno.

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