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Disclaimer: Questa storia si può leggere tranquillamente senza aver letto le mie long e minilog precedenti ma per un'esperienza a tutto tondo sarebbe opportuno aver letto anche quelle


Niccolò è fermo, piantato in mezzo al marciapiede, le persone gli passano accanto, sono davvero tante perchè è quasi Natale, tutte sorridono, tutte sono felici con i loro acquisti nelle mani.

Lui nella mano sinistra tiene un'agenda, un'agenda piena di post-it, logora, vissuta e guarda dall'altra parte della strada, guarda una caffetteria con davanti due uomini, uno sta passando amorevolmente le dita sul viso dell'altro che, invece, non lo sta toccando.

Potrebbero sembrare una coppia alle prese con i primi contatti, un giovane amore che sta per sbocciare, il problema è che uno dei due porta all'anulare sinistro una fede, una fede del tutto identica a quella che si trova all'anulare della mano di Niccolò che stringe l'agenda.

Il problema è che uno di quei uomini è Martino, suo marito, e l'altro è il suo amico e collega di lavoro, Carlo, che gli sta toccando il viso come se ne avesse qualche diritto.

Il primo impulso di Niccolò è quello di buttarsi in mezzo alla strada, fermare le auto, fermare il mondo e tirare un pugno sui denti a Carlo, quei cazzo di denti perfetti, e una volta a terra lo vorrebbe prendere a calci, lo vorrebbe polverizzare, farlo sparire dall'universo.

Senza neanche che lo voglia comincia a piangere, le lacrime sono calde sulle sue guance congelate dell'aria di Dicembre, senza voltarsi torna a casa, chiude la porta, non riesce a respirare, è tutto troppo, troppo pesante, troppo opprimente.

Si cambia, si mette a letto, infila la faccia nel cuscino, piange, urla poi si volta e dal terzo cassetto del suo comodino, quello che non usa mai, tira fuori un preservativo.

No, non è un preservativo.

Quello è la prova che Niccolò ha fallito, ha fallitto in tutto, ha fallito in ogni cosa, ha fallito nel far sentire Martino amato, ha fallito nel stringerlo forte tra le sue braccia, ha fallito nel cercare di far funzionare quel matrimonio.

Lo stringe forte, lo stringe come fosse il collo di Carlo ma dopo interminabili minuti di rabbia arriva lei, la consapevolezza, consapevolezza che è tutto finito, consapevolezza che tutti i suoi dubbi erano reali, la consapevolezza che, dopo quindici anni di relazione e dodici di matrimonio, è finalmente giunto il momento di liberare Marti dalla gabbia in cui lo ha rinchiuso.

***

Sei mesi prima

Un rumore fastidioso si diffonde per la piccola casa, è sempre la stessa da quanto Martino e Niccolò hanno deciso di andare a vivere insieme a Maggio del 2019, ora quei tempi sembrano lontani, sembra quasi non siano mai esistiti.

"Cazzo"

Sibila Niccolò tra i denti, non riesce a eseguire quel brano, non riesce proprio, domani sera deve suonare in un locale, nonostante faccia il professore di musica da molti anni gli piace cimentarsi in qualche performance e se lo pagano ancora meglio.

Forse ha scelto un brano troppo difficile, forse si sta stressando troppo per questa serata in un locale piuttosto importante della Roma bene, fatto sta che ci sta provando da tutto il pomeriggio e arriva sempre a un punto in cui incespica, per il nervoso schiacchia forte tutti i tasti insieme producendo un suono sgradevole.

Questa cosa va avanti da un bel po' di giorni, si mette una sigaretta in bocca e prende in mano un accendino azzurro per accenderla ma schiaccia a vuoto.

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