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Purtroppo l'altra macchina l'avevano dovuta vendere per affittare l'appartamento a Milano, quindi si ritrovano loro due, in macchina, al buio davanti a casa della mamma di Martino e Angelo, Marti sa che dovrebbe slacciarsi la cintura e scendere, che dovrebbe andare via da quell'uomo che non lo vuole più eppure vuole stare ancora un po', a sentire la presenza di Niccolò accanto a lui, a respirare la sua stessa aria, a guardare di sottecchi il suo profilo spigoloso, ancora un po', ancora per poco.

Niccolò stringe il volante con tutta la forza che ha, deve una spiegazione a Martino, ora sono al sicuro, lontano da occhi e orecchi di terzi, sa che gli può dire tutto, spiegare le sue motivazioni e lui capirà perchè Martino ha sempre capito tutto.

Martino sente Niccolò sospirare, sa che gli sta per dire qualcosa, si aspetta solo quelle parole.

Sono innamorato di un altro.

Sono innamorato di un'altra.

Non sono più felice con te.

Non mi piace più il tuo corpo.

Mi soffochi.

Non ti amo più.

"Io so che hai-"

E la voce di Niccolò si mozza e si odia cazzo, si odia così tanto per avere trentaquattro anni e essere ancora quel bambino fragile che non riusciva a parlare senza piangere, senza stringere i pugni dal nervoso, sbattere i piedi per terra.

E' difficile pronunciare quelle parole, è tanto difficile perchè rende tutto reale, perchè la realtà è arrivata a Niccolò come un pugno in faccia, si è illuso di poter essere speciale per Martino, che un anello e una firma su un foglio lo avrebbero fatto stare tra le sue braccia per sempre e per un attimo, tra un viaggio e l'altro, tra un bacio e l'altro, ci aveva davvero creduto al suo "per sempre" ma lui non lo merita, non ha mai meritato un cazzo nella vita, figurarsi una persona splendida come Martino, deve essere solo grato per questi quindici anni di vita perfetta, dovrebbe solo ringraziarlo, prostarsi ai suoi piedi, Marti ha resistito fin troppo a sopportarlo.

"Io so che hai sc-sco... che sei andato a letto con Carlo"

Finalmente lo butta fuori, lo vomita, è come se vomitasse lo viscere, lo stomaco, si sente vuoto.

"Ho trovato un preservativo nella giacca con cui sei andato a Parigi e vi ho visti insieme l'altro giorno alla caffetteria, io... ti stavo riportando l'agenda"

Non ha il coraggio di guardare Martino, non ha più il coraggio di guardarlo perchè se incontrasse i suoi occhi sa che quegli occhioni nocciola non li lascerebbe mai più.

"Carlo è..."

Un bastardo, un maledetto, io Carlo lo ammazzerei, lo toglierei dal mondo, Carlo è perfetto, Carlo è divino, Carlo è gentile, spensierato, Carlo è tutto e io non sono niente.

"Davvero una brava persona, lui è... intelligente, sano, gentile, ti vuole davvero tanto bene..."

Cazzo quanto odia Carlo.

"Marti io..."

Basta, basta Niccolò, devi dire tutto, forse questa è l'ultima volta in cui vedrai Martino, gli devi dire ogni cosa.

"Io ci ho pensato per sei mesi a questa cosa, non voglio che pensi che sia una decisione presa così, io... io ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto in questi anni... Marti io voglio rimediare, ci sto provando te lo giuro..."

"Io ho pensato che... ho pensato che ti ho preso che eri un uccelino, eri giovane, un uccellino che non sapeva volare... e ti ho messo in una gabbia bellissima ma pur sempre una gabbia... dopo tanti anni io capisco che... che tu non sei fatto per stare in questa gabbia, ho aperto la porta ma tu hai paura e io... so che tu puoi volare, ti chiedo solo di non arrabbiarti con me per quello che ti ho fatto perchè... perchè non volevo ferirti ma io sono un casino e ti ho ferito tutto il tempo..."

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