Capitolo 7

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«Cosa stai leggendo secchione?», la voce calda del professore Jungkook mi aveva riportato in mente la scena di alcuni giorni fa, con il suo corpo contratto al mio, stretti in una morsa di orrore e strana eccitazione.

Feci finta di non averlo sentito, rimanendo contratto nella mia posizione come si fanno con i tirannosauri: se tu non ti muovi loro non si accorgeranno della tua presenza. Ma, per mia sfortuna, il signor Jeon non è un dinosauro ormai estinto e, alla mia reazione, si infuriò ancora di più.

Mi sembrò quasi di rivivere il periodo delle medie vedere il docente Jungkook davanti a me con la mascella serrata in un'espressione di odio e le mani serrate in pugno, talmente tante strette da permettermi la visione delle sue vene pulsanti negli avambracci. Mi squadrò da capo a piedi e poggiò successivamente le sue nocche sul tavolo della sala insegnanti, davanti a me.

«Che c'è il fidanzatino si è infilato la tua lingua in culo?», mi domandò saccente, sorridendo alla sua stessa battuta dato che nessun altro lo aveva fatto. Si passò la lingua prima tra i denti e poi sulle labbra per un secondo, non smettendo mai di abbassare quello sguardo felino.

Il suo linguaggio inappropriato non bastò per farmi arrabbiare come lui desiderava e, sinceramente, non mi importava più di tanto cosa avrebbe pensato o fatto lui. Con tutta tranquillità raccolsi il mio materiale che risiedeva sul bancone e lo riposi nella mia borsa per scuola, tutte le mie cose tranne il mio libro su Pirandello. Quello lo stringevo al mio petto come le mamme canguro preservano i propri cuccioli nel marsupio dai carnivori.

«Le auguro buona giornata signor Jeon», gli risposi elegante, alzandomi dalla sedia e avviandomi verso la porta d'uscita.

Questo mio comportamento strafottente fece inalberare ancora di più il ragazzo che, con voce prepotente, tuonò nella stanza. «Kim Taehyung!», mi chiamò, affrettandosi a raggiungermi per poi chiudere alle sue spalle la porta.

Se prima faticavo a non perdere la pazienza e per rimanere tranquillo, ora tutte le mie mascherine stavano crollando sul pavimento frantumandosi in mille pezzi. Per mia disgrazia prima ancora di riuscire ad abbassarmi per raccogliere ciò che rimaneva per terra, Jungkook era già pronto a trafiggermi con altre frecce al petto, con la sua solita arroganza tagliente.

«Se qualcuno ti fa una domanda, si risponde», si avvicinò a me senza farsi sentire. Prese tra le dita alcune ciocche dei miei capelli e li osservò attentamente. Mi soffermai anche io a guardare il signor Jeon, e mi maledissi nell'ammettere che era forse uno tra gli uomini più belli che mai potessi incontrare. Forse indugiai troppo perché quando lui riportò fulmineo le iridi a me, dovetti sforzarmi dal non deglutire rumorosamente. «O forse non è usanza per le persone come te?», mi sussurrò nell'orecchio opposto alla ciocca che ancora stringeva saldamente.

Dovetti sorreggermi sulle punte dei piedi, perché ormai i talloni e le piante non reggevano più tutto quello sforzo. Ero come un cane legato che abbaiava al pezzo di carne posto troppo lontano da lui. La catena rovente che mi stringeva il collo, a mio malgrado, possedeva nome: Hoseok. Io amavo quel ragazzo e lui lo stesso, non mi sarei mai perdonato che a causa di un pezzo di carne qualunque la mia relazione andasse in malora.
Così oltre che al collo, mi bendai gli occhi e la bocca.

«Si riprenda Jeon Jungkook, la giornata deve ancora iniziare», gli sussurrai cominciando a prendere le distanze, poggiando le affusolate mani sul suo petto e spingendolo lentamente da me.

Il suo sguardo passo dalle mie dita ai miei occhi, come una pallina di ping pong. Per la  prima volta nella mia vita, immaginai che stesse pesando cosa fare. Forse era un cruccio se torturarmi ancora un po' finché non ne sarebbe rimasto sazio di me o se lasciarmi andare.

Per alcuni attimi vidi nei suoi occhi una luce particolare, come se stesse valutando veramente se fosse saggia o no la sua prossima azione. Fece per aprire la bocca e per dire qualcosa che sicuramente sarebbe stata sensata ma quella strana speranza che mi era sorta si spezzò. Jungkook mi precedette e mi spinse di prepotenza lontano da lui, come se d'un tratto avessi iniziato a bruciare. Caddi per terra e con me anche il mio amato libro di Pirandello con allegati i fogli con annessi i miei appunti, che si sparsero per terra. Appena il mio sedere cadde per terra intravidi con la coda dell'occhio la figura del professore Jeon uscire dalla stanza, lasciandomi da solo e con i cocci delle mie maschere per terra, distrutti.

Quel ragazzo mi stava cominciando a creare più problemi ora che eravamo adulti che prima da ragazzini.

Leggi qua mannaggina
Ok, vi ricordate quando vi avevo detto "i prossimi capitoli non dovrebbero uscire fra un anno"? Non vi avevo detto che stavo scherzando?? Non mi insultate in massa plz. Comunque scusatemi ma in questi anni la voglia di tornare a scrivere è calata mostruosamente e forse si nota anche dalla mia scrittura arrugginita. Però in questi giorni ho ritrovato la voglia grazie ad un altro libro che sto scrivendo che è in stesura (sto preparando un po' di capitoli così da non dover farvi aspettare letteralmente gli anni per un aggiornamenti) e, rileggendo i vostri commenti e "Pirandello" (che mi sono accorta anche che con il passare degli anni sono passata dalla terza alla prima persona e che quindi dovrei revisionare in un secondo momento come dovrei fare con "Shut up" che ai miei occhi è un orrore) sono giunta ad una conclusione: scrivere un nuovo capitolo! Confidiamo nella madre santa in un nuovo aggiornamento nel 2021 e vi auguro buona giornata. Perdonatemi anche il capitolo corto e per eventuali errori grammaticali o di stesura ma sono molto ma mooolto stanca, però ci tenevo a tenervi aggiornati su questa storia.
Vi amo❤️

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 19, 2021 ⏰

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