III

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Light me up I cigarette and put it in my mouth

(Nome) si svegliò per la terza volta nell'ormai conosciuto letto, tra le braccia del ragazzo che stava cominciando a invadere il suo cuore bisognoso. Gli occhi le si aprirono lentamente, una visione quasi paradisiaca si aprì davanti a lei.

Oikawa era ancora profondamente addormentato. I suoi occhi che di solito mostravano tristezza erano chiusi, i suoi capelli castani erano scompigliati grazie alle mani di una certa ragazza la notte prima. Il suo petto nudo si intravedeva attraverso le coperte abbassate, mentre si alzava e abbassava ritmicamente con ogni respiro. Sembrava così tranquillo e felice in quel momento.

Un sorriso delicato si appoggiò sulle sue labbra quando lo vide. Un istinto sconosciuto portò (Nome) a scompigliare i capelli morbidi del ragazzo. Ma quando si rese conto dell'azione che stava facendo, si fermò immediatamente, per paura di svegliarlo.

Era la terza volta che riusciva finalmente a dormire decentemente, senza svegliarsi di continuo a causa di qualche terribile incubo. Le altre due volte erano state le notti precedenti durante le quali era sempre stata accanto a lui. Quando era da sola, nel suo letto freddo, ansia e solitudine regnavano nella sua mente, impedendo al sonno di rapirla dalla realtà.

Il timido sorriso che si era formato scomparve velocemente quando si ricordò la sua posizione. Doveva andarsene, di nuovo. Tutto questo non era reale. Questa non era casa sua. Lui non era suo.

La dura realtà era che lei era ancora sola, miserabile, e nulla poteva essere fatto per cambiare ciò.

(Nome) cercò di liberarsi delle calde braccia intorno a lei, le stesse braccia che stava cominciando a trovare molto comode, ma Oikawa le tenne ferme attorno al suo corpo.

"Mmmmhh...Non andare, per favore." La pregò nel sonno, con un tono triste. "Non lasciarmi solo."

Gli occhi di (Nome) cominciarono a bagnarsi di lacrime alle sue parole. Lei voleva restare lì con lui per sempre. Ma il suo posto non era tra le sue braccia, purtroppo. La ragazza scosse velocemente la testa, cercando di liberare la mente da tutti i pensieri.

Cercò di lasciare il letto un'altra volta. Fu in quel momento che gli occhi di Oikawa cominciarono ad aprirsi e le sue braccia si strinsero ancora di più attorno il corpo tremante di lei.

"Ancora un minuto." La sua voce mattutina, roca, la implorò.

Oikawa non voleva che lei se ne andasse, non ancora. Era felice quando aveva la ragazza accanto. Insieme alla pallavolo, il suo calore era l'unica cosa che riusciva a tranquillizzarlo.

(Nome) non poteva disubbidirgli, non ora che glielo aveva chiesto in un tono così sottomesso, come se stesse per rompersi da un momento all'altro. Così, si avvicinò al suo petto, posizionando l'orecchio proprio sopra il cuore di lui. Stava battendo forte, proprio come quello di lei.

Lui cominciò ad accarezzarle la testa gentilmente, prima di nascondere la sua faccia rossa tra il suo collo sottile. Alcuni succhiotti che le aveva fatto la notte precedente risplendevano ancora di rosso. Il ragazzo baciò frettolosamente il morso che le aveva lasciato sulla spalla. La pelle di lei era calda.

"Oikawa-sa-"

"Ti ho già detto ieri di chiamarmi Tooru, o sbaglio?" La interruppe, la sua voce soffocata dalla pelle di lei a contatto con le sue labbra.

"Ma non siamo così amici da chiamarci con i nostri nomi." Quelle parole non ferirono solo il ragazzo, ma anche lei stessa. Avrebbe semplicemente dovuto dire il suo nome, invece di rifiutare la sua proposta amichevole.

"Se non ricordo male, ieri sera non avevi nessun problema ad urlarlo." Un sorrisetto beffardo prese forma sulle labbra di lui. (Nome) arrossì di un rosso leggero, tirandogli un pugno abbastanza forte da fagli abbastanza male da lamentarsi, ma non esagerando.

"Tooru, devo andare ora." La sua voce era spezzata. Non voleva andarsene, e neache lui voleva lasciarla allontanare.

"Perché?" Le braccia di lui non mollarono la loro presa su di lei, anzi si strinsero ancora di più, lasciandola quasi senza respiro.

"Oik-Tooru, mi stai uccidendo, smettila di stringermi così tanto." Riuscì a dire, facendolo finalmente allentare la presa. "Devo semplicemente andare. Non posso più stare qui."

E dopo quelle parole, lui la lasciò andare. Un improvviso brivido freddo corse lungo le loro schiene. (Nome) sentì immediatamente la mancanza del calore che le braccia di lui emettevano, e Oikawa si accorse subito del cambiamento che il suo spostarsi aveva portato.

La ragazza si rivestì velocemente, cercando di pettinarsi i capelli all'indietro, riuscendo però solo a peggiorare la situazione. Infine lasciò l'appartamento in fretta e furia, non girandosi nemmeno a salutare il giovane uomo, sapendo che se lo avesse fatto, non sarebbe più stata in grado di andarsene.

Oikawa la guardò mentre se ne andava, senza muoversi. Sapeva che il sabato successivo si sarebbe svegliato nuovamente accanto a lei, eppure faceva ancora male. Lasciarla andare faceva male. Voleva tenerla accanto a sé per sempre, e lui sapeva che con molte probabilità anche lei voleva lo stesso.

Ma nessuno dei due era ancora pronto a ciò. Non con i loro cuori ancora ghiacciati dentro il loro petto. Dovevano aspettare ancora un po' di tempo. Ancora un po'.

☹☻☹☻☹☻☹☻☹☻☹☻☹☻☹

(Nome) corse a casa sotto la pioggia ghiacciata, i suoi vestiti ormai completamente fradici. Si chiuse la porta dell'appartamento alle spalle, con un rumoroso rimbombo. Il suo respiro era affaticato.

Questo era sbagliato. Molto sbagliato. Estremamente sbagliato.

Stava cominciando a innamorarsi di lui.

Accesse una sigaretta con il suo adorato zippo. Lo aveva avuto dal momento in cui aveva cominciato a fumare.

Il fumo amaro che le entrò nei polmoni riuscì a calmare almeno un poco il suo cuore palpitante. Riuscì anche a rimandare indietro le lacrime che stavano cominciando a bagnarle gli occhi.

Non poteva innamorarsi di lui. Molto tempo fa, aveva promesso a sé stessa di non dipendere mai più da nessuno.

Non ho bisogno di nessuno. Ce la posso fare da sola. Devo farcela da sola. Non ho bisogno di lui.

(Nome) si ripeté ancora e ancora come un mantra, cercando di non impazzire del tutto.

Le ore passarono, e lei si ritrovò sdraiata sul pavimento freddo. L'orologio del suo telefono ormai scarico indicava che erano le dieci di sera. Attorno a lei, erano sparsi mozziconi di sigarette e il pacchetto vuoto era ancora nella sua mano. La sua testa stava pulsando e i suoi arti dolevano a causa della posizione scomoda in cui era rimasta tutto quel tempo.

Non molto prima, si trovava tra le calde braccia di un meraviglioso ragazzo, e ora era sola nel suo freddo appartamento, chiedendosi cosa avesse mai fatto di così sbagliato nella vita per finire in quella posizione.

Troppo stanca per raggiungere la camera da letto, gattonò fino al divano e si sdraiò lì, senza nessuna coperta a tenerla al sicuro dalla fredda aria della oscura notte.

You're the only one that wants me to die

I'm not yours || Oikawa Tooru -ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora