VI

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Jump into your white mobile and run away

Il giorno seguente, (Nome) si ritrovò davanti al cancello di un parco. Nonostante fosse abbastanza vicino a casa sua, non ci era mai stata. Era grande, e verde, e pieno di fiori, e...tutto quello che un normale parco dovrebbe essere. Il sole splendeva alto nel cielo e qualche persona stava correndo o camminando qua e là sul sentiero. Eppure, la ragazza si aspettava di vederne molte di più data la meravigliosa giornata invernale.

Davvero? Un parco? C'è qualcosa di più cliché di così? Pensò, tirando fuori una sigaretta dal pacchetto quasi finito. La testa le pulsava ancora a causa dei postumi della sbornia, ma non tanto quanto quella mattina.

Pensieri negativi cominciarono a navigare nella sua mente. Verrà veramente? E se tutto questo fosse solo uno scherzo di pessimo gusto per ferirmi ancora di più? Perché sono venuta? Voglio tornare a casa.

Dieci minuti passarono. Doveva star arrivando, era l'orario prefissato da lui dopotutto. Altri dieci minuti passarono. La ragazza stava diventando sempre più ansiosa ogni minuto che passava e cominciò a pensare di andarsene a casa e lasciarlo lì da solo, sempre se avesse davvero intenzione di venire. Si sentiva così pietosa, in piedi, da sola, davanti all'entrata del parco, mentre si guardava intorno ogni momento.

"Heeeeyyyy!!" Giunse una voce da dietro di lei. Oikawa ansimante si fermò proprio davanti a lei, con le mani appoggiate sulle ginocchia, piegato in due. "Scusa, sono in ritardo." Riuscì a dire, mentre cercava di respirare. Doveva aver corso fino a lì. "Purtroppo, è una mia brutta abitudine. Sono sempre in ritardo. Dopotutto, devo presentarmi ogni volta in modo perfetto."

Sei sempre perfetto, non importa cosa fai. Ma (Nome) cercò di scacciare quel pensiero velocemente, per evitare di arrossire.

Dopo un po' il suo respiro si calmò, e riuscì a ghignare in direzione della ragazza, osservando come era vestita. Stava indossando un parka verde militare con una felpa (colore preferito) sotto, jeans strappati, un paio di vans e niente trucco. Non l'aveva mai vista vestita così casuale, ma pensava che era molto più bella in quegli abiti rispetto a quando indossava vestiti eleganti per le loro avventure notturne.

"Sei venuto." (Nome) tirò un sospiro di sollievo, spegnendo la sigaretta quasi finita e buttando nel cestino il mozzicone. Ora si sentiva stupida per aver dubitato di lui.

"Ovvio che sono venuto. Sono stato io ad invitarti, perché non sarei dovuto venire?" Poi lui prese la delicata mano della ragazza nella sua. Un brivido sconosciuto attraversò la schiena di entrambi. La notte prima, a causa dell'alcol, (Nome) non aveva notato come le loro dita combaciavano perfettamente. Un leggero rossore si formò sulle sue guance, facendola guardare a terra, vergognandosi delle proprie emozioni.

"Forza! Entriamo!" Oikawa la spinse attraverso il cancello, sempre tenendola per mano. La sua personalità festosa si rimanifestò.

Dopo aver camminato per un po' in silenzio sul sentiero sterrato che li avrebbe portati sul piccolo laghetto al centro del parco, (Nome) decise di parlare. "Non mi avevi portato qui per cominciare a conoscermi meglio? Forza, chiedimi quello che vuoi sapere."

Oikawa fu sorpreso dalle sue parole. "O-okay." Non aveva idea di cosa chiederle in quel momento. "Allora...qual è il tuo colore preferito?"

Seriamente? Pensò, il tutto stava diventando sempre più cliché, ma rispose comunque. "(Colore)." E non aggiunse altro. Il silenzio calò nuovamente su di loro, mentre lei aspettava la prossima domanda.

"Ora, tu fai una domanda a me." Oikawa la incoraggiò, mostrandole un altro sorriso.

"Non lo so..." Cominciò a pensare ad una domanda che non fosse troppo strana né troppo usata. "Fai qualche sport?" Non la migliore, ma sempre meglio di quella di lui.

Gli occhi di Oikawa si illuminarono quando sentì cosa aveva chiesto e un vero sorriso si formò sulle sue labbra. "Ho giocato a pallavolo fin da quando sono nato, è la mia vita. Sai come si gioca?" Si era emozionato forse un po' troppo alla sua domanda innocente.

(Nome) scosse la testa. "So le regole basilari, ma non ho mai giocato seriamente."

"Allora un giorno, ti inviterò a guardare una delle mie partite e vedrai quanto sono bravo." Disse con orgoglio, mettendo una mano sul cuore e guardandola dritta negli occhi.

Un sorriso leggero apparse sulle sue labbra, ma non uno forzato, o uno finto. Un vero sorriso. Era meravigliata dalla passione che aveva mostrato il ragazzo per lo sport solo attraverso le sue parole. E ora, non vedeva l'ora di andare a vederlo giocare. "Okay." Disse con enfasi.

"Whoa! Hai sorriso. Un vero sorriso!" Oikawa esclamò, sorridendo a sua volta. Vederla mostrare quel piccolo gesto di felicità lo riempì di gioia e orgoglio. Si stava davvero innamorando della ragazza, eh? "Dovresti sorridere di più. Sei molto più bella così!"

"Stai dicendo che quando non sorrido sono brutta?" Chiese lei in modo scherzoso.

"C-cosa? N-no...No. Solo che..." Balbettò nervosamente. Non era la prima volta che si ritrovava senza parole davanti a lei. Oikawa pensava che era sempre bellissima, non importava come era vestita o cosa stava facendo, ma questo non voleva ammetterlo, non ancora almeno.

"Ahah, calmati. Stavo scherzando." La sua risata lieve risonò nelle orecchie del ragazzo. Era uno dei suoni più piacevoli che lui avesse mai sentito. La osservò intentamente, e notò che i suoi occhi non erano più freddi e distaccati come prima. Stava riuscendo a sciogliere lentamente il cuore di lei dal ghiaccio che lo inglobava. Mentre lei stava riempiendo il suo di amore.

Anche lei lo aveva notato. Da quando avevano messo piede nel parco, la solitudine sempre presente negli occhi del ragazzo era scomparsa.

"Perché hai scelto questo posto?" (Nome) pose la sua seconda domanda.

"Hey! Era il mio turno." Oikawa sbuffò, ma le rispose comunque. "Amo questo parco, non so perché, ma mi aiuta a calmarmi. Soprattutto il lago. Venivo sempre qui quando ero bambino, specialmente quando mi succedeva qualcosa di brutto. Come quando perdevo una partita." Un sorriso nostalgico si presentò sulla sua faccia durante il discorso. "Per favore, è il mio posto segreto, quindi non parlarne con nessuno. Non lo sa neanche il mio migliore amico. Sei qui solo perché sei speciale."

"Non sapevo potessi essere così profondo e sentimentale, mi stai stupendo." Lo prese in giro ancora una volta, per rilassare un po' l'atmosfera.

"Io sono qui, a cercare di aprire il mio cuore, e te mi prendi in giro. Sei una persona crudele, (Nome)." Le diede una leggera spinta sulla spalla, ricevendo in cambio un pugno nello stesso punto.

E dopo ciò, i due continuarono a camminare verso il lago, condividendo informazioni su sé stessi e sulle loro vite.

You're always leaving me behind

I'm not yours || Oikawa Tooru -ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora