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I'm not yours anymore

(Nome) sapeva che dopo quella domanda, le cose sarebbero cambiate trai due. Lei non lo avrebbe probabilmente mai più rivisto. E quella era la dolorosa realtà.

Il ragazzo non aveva cambiato di molto la sua vita, eppure le poche ore che aveva speso con lui era state abbastanza per far crescere un profondo interesse per lui nel suo cuore. E quell'interesse sarebbe stato molto difficile da dimenticare.

Ma, anche se significa rovinare qualsiasi tipo di relazione c'era tra loro, lei doveva sapere. Doveva sapere perché la sua espressione era la stessa che aveva lei. Perché i suoi occhi erano freddi e vuoti come quelli che aveva lei, nonostante la sua personalità giocosa e infantile.

Doveva sapere se lui era davvero come lei, distrutto e irreparabile. O se la sua mente malata si stava immaginando tutto.

Nel peggiore dei casi, il suo cuore si sarebbe distrutto ancora di più, portandosi con lui tutte le sue emozioni.

"Perché?" Mormorò, persa nei sui pensieri. "Perché hai sempre quello sguardo negli occhi?"

"C-che sguardo? C-c'è qualcosa che non va con i miei occhi?" Oikawa fu sorpreso dalla sua domanda. Sapeva esattamente a cosa si stava riferendo, ma non era ancora pronto a esporre i suoi sentimenti.

(Nome) scosse solamente la testa. Se lo doveva aspettare. Ovviamente non avrebbe rivelato qualcosa di così personale così facilmente. Dopotutto, la loro relazione non era una di amicizia e fiducia, scopavano solamente una volta a settimana.

Non avrebbe risposto neanche lei se fosse stato lui a chiederlo.

"Niente. Non preoccuparti." Cercò di distogliere l'attenzione di lui dalla domanda. "Sono solo molto stanca, sto probabilmente immaginando cose che non ci sono."

Poi, le sue mani cominciarono a tremare. Doveva calmarsi immediatamente se non voleva essere colpita da un altro attacco di panico. Cercò freneticamene nelle sue tasche per il pacchetto di sigarette che aveva sempre con sé e l'accendino. Dopo averli trovati, mise una sigaretta tra le labbra e cercò di accenderla, ma il tremito delle sue mani non la stava aiutando affatto. Oikawa, vedendola faticare, prese l'accendino dalle sue dita fredde e lo accese al suo posto, porgendoglielo davanti alla sigaretta.

"Non sapevo fumassi, (Nome)." Oikawa le fece notare, guardandola con attenzione mentre cominciò a far uscire il fumo dal naso. Notò anche come i suoi brividi si bloccarono immediatamente il momento stesso in cui la sostanza cancerogena le entrò nei polmoni.

"Non sai niente di me." La ragazza dai capelli (colore) replicò in modo freddo. La sua voce era roca a causa del fumo che le usciva alla bocca. "Ne vuoi una?" Chiese poi, cercando di essere più gentile. Non voleva essere scortese, ma in quel momento la sua mente non riusciva a concentrarsi troppo sulle parole che le uscivano dalle labbra.

Oikawa osservò le poche sigarette rimaste nel pacchetto con curiosità, prima di scuotere la testa. Voleva davvero provarle per vedere se il fumo avrebbe potuto aiutare anche lui. Poi, immagini dei suoi duri allenamenti di pallavolo gli tornarono alla mente. "No, grazie. Non fumo."

Poi, la frase detta prima gli ritornò alla mente. Non sapeva davvero nulla della ragazza, così come lei non sapeva nulla di lui. E per qualche motivo, la cosa non gli andava bene. 

Voleva sapere. Voleva sapere perché fumava, quando aveva iniziato, perché era così triste e spezzata. E voleva anche dirle perché lui era sempre lì da solo, perché si trovava tra le braccia di una ragazza diversa ogni sera, perché aveva quello sguardo nei suoi occhi.

"Mi dispiace, ma stasera non ce la faccio a venire a casa tua, Oik-Tooru." Oikawa fu risvegliato dai suoi pensieri dalla sua voce. La ragazza si alzò velocemente dal tavolo, lasciando i soldi necessari a pagare i drink bevuti. "Meglio che me ne vada, almeno non ti disturbo più. Addio."

"Oh, aspetta!" Cercò di fermarla, ma la musica alta impedì alle sue parole di raggiungere le orecchie di lei.

Oikawa la osservò mentre faceva qualche passo nel locale affollato, prima di alzarsi e correrle dietro. "Aspetta, per favore." La pregò di nuovo. Un'improvvisa voglia di parlarle ancora lo pervase, voleva avere una vera conversazione con la ragazza.

(Nome) inciampò sui suoi stessi piedi, a causa dell'alcol che aveva bevuto quella sera, per poi osservare il ragazzo che stava attraversando la folla per arrivare a lei. Piegò la testa leggermente di lato, confusa. Era sicura che, dopo l'ultima, imbarazzante conversazione, lui non la avrebbe mai più voluta rivedere. Allora, perché le stava correndo dietro? Si era per caso dimenticata qualcosa?

"Hai bisogno di qualcosa?" Chiese, una volta ritrovatasi il giovane uomo davanti. 

Lui le prese la mano senza dire una parola e la guidò fuori dal locale rumoroso, nella fredda aria della notte. E lei si lasciò trascinare da lui, non più preoccupata di quello che le sarebbe accaduto di lì in avanti.

"Io...Umm...Volevo solo...P-parlare con te." Oikawa mormorò. Non era mai stato così nervoso davanti ad una ragazza. Eppure ora stava faticando a far uscire le parole dalle sue labbra tremanti.

"Parlare con me?" (Nome) era confusa. Perché voleva parlare con lei? Non aveva nulla di interessante da offrirgli. "Perché vuoi parlare con me?" Dopotutto, era solo un'altra ragazza che stava sfruttando per soddisfare i suoi bisogni, non c'era nessun guadagno nel confrontarsi con lei.

Perché voleva parlare con lei? Oikawa non lo ricordava, l'aveva seguita d'istinto. Oh, giusto, voleva imparare a conoscerla. "Volevo solo cominciare a conoscerti meglio." Trasformò i suoi pensieri in parole.

(Nome) era solo più sorpresa ora. Pensava fossero solo scopamici. Qual era il punto di conoscere meglio l'altro? "Ancora non capisco. Perché vorresti conoscere una persona come me? Dopotutto, sono solo un'altra troia in cerca di un po' di soddisfazione per te."

Gli occhi di Oikawa si spalancarono a quelle parole. "No, non lo sei. Tu sei diversa. E fidati, questo non lo dico a tutte le ragazze che mi passano davanti solo per portarmele a letto." Lei poteva capire dalla sua espressione che, per una volta, era sincero. "Dopotutto, siamo uguali, no? Lo hai detto anche te, abbiamo lo stesso sguardo vuoto."

Quindi, lo ha notato anche lui, eh. Pensò. La aveva lasciata senza parole. Quindi rimase semplicemente lì, ferma, ad assaporare la fredda aria della notte, tremando leggermente, sia dal freddo che dall'ansia. Guardò per terra, spaventata che lui potesse leggere le emozioni che stava provando semplicemente guardandole gli occhi.

Oikawa prese le mani di lei tra le sue. "Ora è tardi, stai tremando. Tieni, prendi questa." Poi mise la sua giacca sulle spalle tremanti della ragazza. Era troppo grande per lei, finendo per coprire tutte le sue curve.

Mise la sua mano sulla giacca. Era calda, e aveva l'odore di lui. Quell'odore riuscì a calmarla.

"Dovremmo parlare domani. Sei libera nel pomeriggio?" La voce di lui le sembrò distante.

Allora era serio, quando aveva detto che voleva conoscerla meglio. (Nome) doveva ammettere, che anche lei era interessata a scoprire nuove cose su di lui. Si sentiva attratta da lui e voleva scoprire cos'era ad averla fatta avvicinare così tanto al ragazzo.

"Sì."

"Bene, allora, ti mando un messaggio domattina con l'orario e il luogo. Assicurati di venire, non ti perdonerò mai se mi abbandoni!" Sorrise un'ultima volta, prima di chiamare un taxi che avrebbe riportato a casa la giovane donna.

No, I, I'm not yours anymore

I'm not yours || Oikawa Tooru -ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora