Il mio strano essere

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Dopo una notte passata a guardare il soffitto, finalmente riuscii a prendere sonno. Quella giornata fu così stancante che, dopo essere tornata dal corso di inglese, non potei far altro che sdraiarmi sul letto e riposarmi un po'. Sentii il leggero scricchiolio della maniglia che piano piano si abbassava, e subito dopo il suono della voce di mia madre che dolcemente mi disse:

"Giuly, non ti svegli? Devi ancora finire i compiti, se continui a dormire stanotte sicuramente non riuscirai a prendere sonno..."

Sagge parole mamma, grazie. Ogni cosa che dice mamma prima o poi si avvera. Anche quella volta ha avuto ragione, infatti feci davvero fatica ad addormentarmi.
Fui svegliata dal lamento di Kitty, il mio gatto, quel piccolo angioletto bianco con macchiette nere che il mattino si trasforma in una peste.
Ogni giorno, puntualmente, alle 6:45 di mattina comincia a miagolare senza fermarsi finché non mi sveglio per andargli ad aprire la porta del terrazzo. Certe volte mi chiedo proprio come faccio a sopportarlo, ma in fondo anche lui sopporta me, credo sia uno dei pochi.
Beh, gli animali sanno dimostrare tramite piccoli gesti l'amore che provano verso le persone a loro vicine ogni giorno. Io invece no. Credo che Kitty sia l'esatto contrario di quella che sono io. Io non amo essere dolce, quando lo sono o cerco di esserlo mi sento stupida, ma a volte non riesco proprio a trattenermi dall'abbracciare le persone alle quali voglio veramente bene.
Non troverò mai qualcuno al mondo capace di sciogliere il mio cuore.. Ne sono certa.

Tanto vinceremo noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora