Resterei ancora.

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"Beh, che ci fai da sola al parco? Hai bisogno di compagnia?" mi chiese lui, alzando le spalle e guardandomi come se volesse indurmi a dire "si, ne ho bisogno".
"Niente... Ho comprato un regalo di Natale ad una mia amica."
"Ah... E hai bisogno di compagnia?" insistette.
"Veramente ora dovrei...andare."

Nel suo viso si lesse un po' di tristezza, perché abbassò lo sguardo, disse "ok" e subito tornò a guardarmi negli occhi.

Non me ne sarei andata.

In fondo, anche se di lui sapevo solo il nome, per me era un piacere averlo accanto. Non so perché, ma mi piaceva la sua presenza.

"Perché continui a guardarmi?" gli chiesi.
Era una mia curiosità. Per un momento pensai di avere il mascara un po' colato, o la matita messa male.
Lui si alzò dalla panchina senza distogliere lo sguardo, prese fiato e mi disse: "perché sei bella."

Non mi ero mai sentita così bella. Forse in quel momento arrossii, forse diventai più rossa di un pomodoro, ma non mi importò. L'unica cosa alla quale riuscii a pensare in quel momento era "oh cazzo, ha detto che sono bella. Che dico? Ricambio il complimento? Ringrazio? Devo anche sorridere?".
Non avevo idea di cosa fare. Dopo una decina di secondi gli risposi, un po' imbarazzata ma comunque sorridente:
"Grazie, anche tu."
"Devi andare?"
"Si, dovrei... Però resterei volentieri ancora un po' con te."

Lui si risedette subito accanto a me.
"E quanto resti ancora?"
"Non so, tu?"
"Con te, qui sulla panchina?"
"Si... O vuoi andare da un'altra parte?"
"No, se ti piace stare qui, restiamo qui."
"E tu quanto puoi restare ancora?"
"Ci starei tutta la giornata qui accanto a te."

E restammo lì, su quella panchina, a parlare di noi fino a sera.
Le ore passarono così in fretta con lui, sembravano minuti. Eppure più che parlarci, ci guardammo negli occhi.
Com'erano belli i suoi occhi, quasi mi riscaldavano. Il marrone e il verde dei suoi occhi sembravano abbracciarsi e creare insieme la perfezione. C'era il marrone, che sembrava legna da ardere, e scioglieva i miei occhi color ghiaccio e la neve che c'era attorno a noi. Poi c'era il verde, verde come un prato in primavera. Amo la primavera.
È una stagione che unisce sia il caldo che il freddo.
C'è il sole, la bellezza dei fiori appena sbocciati, ma c'è anche il vento e la pioggia.
Un po' come ogni persona, a volte è tutto rose e fiori e a volte arrivano le tempeste.
Se dovessi paragonarmi ad una stagione sarei 'l'inverno', ma lì, con lui accanto, per qualche strano motivo mi sentivo 'l'estate'.

Tanto vinceremo noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora