La lampadina dell'ufficio del commissario Gianfranco Guglielmi continuava a giocare ad un fastidioso e ipnotico effetto discoteca; il telefono sulla scrivania aveva suonato senza sosta come mai prima d'ora da quando si era trasferito da Bolzano a Ostia.
« Franceschini? Franceschini! Cristo Santo, sono tre ore che ti chiamo, allora sto testimone c'è o no? » urlò l'ispettore sferrando l'ennesima botta alla lampada fulminata.
L'agente in questione entrò spalancando la porta semi aperta e con fare disorientato e impaurito presentò con gesto incerto un vecchio malcurato e ingobbito.
Il commissario lo squadrò dalla testa ai piedi, fece per sbuffare, ma proprio mentre puntava l'indice con fare rabbioso, entrò nella stanza anche l'agente Riccardo Ferrari e la sua collega Angela Foschi.« Spero che non sia uno scherzo! Al telefono oggi rompono i coglioni a intervalli di un minuto » disse Guglielmi sbattendo il pugno sulla scrivania ridotta già ad un vero e proprio Caporetto.
« Ha trovato per primo i corpi e... » provò a parlare Riccardo. « E che cazzo ti posso fare io! Ragazzi, siete dolcissimi, volenterosi, ma portatelo a Caprari nella sezione testimoni, io adesso ho da fare con il procuratore e stampa » altro pugno ben assestato alla scrivania.
« Il punto non è questo, Riccardo voleva dire che il nostro testimone potrebbe avere il primo identikit del nostro sospettato » rincarò la dose Angela guardando con aria stanca il suo collega.
Calò il silenzio, rotto soltanto dal crollo definitivo della lampada al centro del tavolo.
Carlo Costantini_ Testimone omicidi comitiva spiaggia [Rapporto 1]
21/06/2017
La tazza di caffè non accennava a smettere di fumare e Guglielmi cominciava ad averne abbastanza di tutta quella faccenda; sua figlia sarebbe uscita da scuola presto quel giorno, la sua ex moglie era stata chiara, anche il più breve dei ritardi e si sarebbe proceduto per vie legali con l'affidamento esclusivo alla consorte.
Il testimone era troppo lento oltre che sconclusionato ed esigente, era già alla terza richiesta, un caffè bollente, un ventilatore sparato vicino alla sua sedia e una chiamata alla sorella.
Gli occhi del commissario erano ormai fuori dalle orbite, ma alla fine l'uomo si decise a parlare.« Stavo tornando dal mercato, un mio caro amico e collega, Francesco Foschi, io dico i nomi perché così poi verificate e non mi date problemi eh... » « Vada avanti per Dio, non serve la lista delle cose fatte nella sua vita! » irruppe il commissario.
« Con calma commissario, con calma è arrabbiato da quando sono entrato. Ecco non mi guardi così, adesso continuo e faccio il bravo. Comunque dicevo che siccome era già l'alba, avevamo consegnato tutto, ho deciso di deviare per la spiaggia vicino al Pontile, sapete oggi fa un caldo bestiale, ma vi rendete conto che già dalle cinque e mezz... » il commissario bloccò di nuovo il testimone, ma questa volta non tenne a bada la sua collera nemmeno dinanzi ai suoi colleghi.
« Io, io adesso ti faccio sbattere dentro per occultamento delle prove e favoreggiamento di omicidio, quanto è vera la Madonna! O parli o mi basta una chiamata, una! » il commissario sgusciò dalla presa di Riccardo afferrando il malcapitato per il bavero del colletto.
Riccardo ed Angela non dissero una parola, lanciarono solo sguardi di tensione verso Franceschini che si limitava a guardare fissa la tastiera del computer con aria stravolta.
Il testimone deglutì, di colpo il suo sguardo perse ogni ilarità precedente, il sudore tornò ad inondargli le tempie, nonostante il ventilatore si agitasse intorno a lui come un tarantolato.« Scusate, scusate veramente, sapete non è facile raccontare quello che ho visto, è scioccante, volevo incartare un po' la paura » « Non me ne frega un cazzo, parla! È un'ora che sei qui dentro, falla finita! » tuonò ancora il commissario.
« Ok, ok! Ho passato dal Pontile ho tagliato direttamente per la spiaggia, volevo camminare sulla sabbia, ma, ma arrivato già oltre tre o quattro stabilimenti. Oh, Cristo Santo, non so come togliermelo dal naso, ma c'era una puzza di carne abbrustolita nell'aria. Mi avvicino verso il rogo, non era una braciolata, non c'era nessuno. Mai però avrei immaginato che in mezzo al fuoco ci potessero essere dei ragazzini bruciati e squartati. Ma che in mondo di merda siamo? Avranno l'età di mio nipote » l'uomo gesticolava ad ogni parola e le sue pupille sembravano muoversi seguendo il ticchettio fulminato della vecchia lampadina dell'ufficio.
« Risparmia inutili prediche, ho già avuto le foto dei corpi, so a memoria l'accaduto, non ce la faccio più a sentire budella, carne bruciata e ragazzini morti. Spara questo maledetto sospettato! » disse il commissario schiaffeggiandosi il volto guardando l'orologio.
« Sì, sì, mi dispiace tanto. Era una brava persona, ma perché è scappato dal suo posto di lavoro? Non si muove mai da lì. Mi dispiace davvero, ma credo che il guardiano dello stabilimento in cui i ragazzi sono stati fatti a pezzi, possa essere coinvolto con l'omicidio » il testimone sparò a raffica le parole quasi senza mai rifiatare.
« Bene, ottimo. Ma una cosa a me non va giù. Faccio questo mestiere da ventidue anni, ventidue anni in mezzo a gente malata mentale e bugiarda come te. Forse puoi incartare due ragazzini come questi agenti, ma a me chi me lo dice che non ci sei di mezzo pure te e stai buttando merda a uno sconosciuto qualunque » il commissario si avvicinò con cattive intenzioni, ma fu in quel preciso istante che Angela bloccò il polso dell'uomo.
« Ha ragione, c'eravamo noi e la squadra mobile. Si tratta di Vlado Sirko, ucraino, in Italia dal 2005. È un cittadino regolare e guardiano e manutentore dello stabilimento "L'Arca" dal 2010. È scomparso, il suo dormitorio era vuoto, nessuna traccia » gli sguardi di Angela e quello del commissario si irretirono a vicenda.
Guglielmi guardò l'orologio, segnava le 12:00 in punto, a breve la sua bambina sarebbe uscita da scuola, ancora unto di sudore tra la fronte e le guance, lanciò un'occhiata distratta verso Franceschini e Ferrari.
« Voglio dei posti di blocco qua e là per il quartiere, solo se necessario, ripeto solo se necessario, avvisate le altre autorità per controlli approfonditi in città. Ma tanto non dovrebbero servire, uno schifo del genere non può essere andato tanto lontano » il commissario afferrò il cellulare e le chiavi della sua auto dalla scrivania, non guardò in faccia nemmeno i suoi colleghi, ma proprio mentre i suoi passi sgattaiolavano verso l'uscita il telefono squillò di nuovo.
Nella stanza calò una specie di stallo alla messicana, con Riccardo, Franceschini, Guglielmi e il testimone paralizzati dal suono aggressivo proveniente dalla cornetta.
Angela guardò stizzita tutti e con un balzo riuscì a rispondere alla chiamata poco prima dell'ultimo suono.La voce della donna fu ferma e decisa come il suo sguardo, ma furono decisivi pochi secondi per annientarli in stupore e terrore.
La chiamata si interruppe e senza neanche dar tempo ai colleghi di aprir bocca, Angela disse con occhi persi:« Hanno trovato Sirko...Era in un contenitore della spazzatura nell'area del bar dello stabilimento. È, è stato fatto in piccoli pezzi, la scientifica ha fatto fatica a riconoscerlo »
Il primo capitolo è andato, spero che il primo impatto sia di vostro gradimento. Se aveste voglia di suggestioni, domande e commenti, siete tutti ben accetti. Vi aspetto per le prossime puntate, le indagini sono appena iniziate. 😉💀
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Giudizio Serpente
Misterio / SuspensoIl giovane giornalista free-lance Billy Moretti documenta con la sua telecamera il primo caso di cronaca della sua vita. In una località balneare di Roma, Ostia, un falò tra amici per accogliere l'inizio dell'estate si trasforma in un tragico massa...