Tempi duri

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"Fa ancora discutere il video shock inserito in rete dall'utente BM Network. La sequenza mostra immagini forti, con protagonista uno spietato serial killer intento a torturare una vittima ancora sconosciuta agli inquirenti.
Resta da capire ora, se la raccapricciante scena sia frutto di una sceneggiata di cattivo gusto o sia un'ulteriore pista per i misteriosi omicidi degli ultimi tempi nel quartiere di Ostia a Roma"

La voce dell'inviata si concluse all'unisono con lo spegnimento della Tv da parte del commissario Guglielmi. L'uomo era scuro in volto e fu più volte vicino a colpire Billy seduto dinanzi a lui.
Lorenzi e l'agente Riccardo Ferrari riuscirono in qualche modo a farlo ragionare, ma ogni qualvolta le notizie sul video rimbalzavano, al commissario veniva l'orticaria alle mani.

« Ma io dico, io dico che cazzo hai nella testa. Ragazzino di merda, giocare a fare l'investigatore privato dei miei coglioni! » urlava di continuo il commissario.

« Intanto è grazie a me se avete una pista seria, ora » disse Billy mantenendo un tono per nulla dimesso.

Il commissario sgranò gli occhi e proprio quando fu in una distanza pericolosa dal ragazzo, intervenne deciso Lorenzi.

« Tu adesso ti calmi ed esci un attimo. Uscite tutti, rimango io con lui. Stai complicando ancora di più questo casino! » l'ispettore mantenne il tono della voce altissimo.

Guglielmi fece per rispondere, ma al solo accorgersi che l'amico non alleggerisse lo sguardo, rimase in silenzio, si avvicinò alla porta, non prima di lanciare un'ultima occhiata di astio al giovane giornalista.
Seguirono tutti in fila indiana il commissario, ma proprio quando Angela era pronta a lasciare la sala, Lorenzi la redarguì.
« Signorina, lei rimane assolutamente ».
Angela dovette quasi reggersi il petto per l'effetto sorpresa; che cosa voleva da lei l'ispettore Lorenzi?

« Bene, chiuda la porta e ora cominciamo a fare sul serio » l'ispettore accese una sigaretta quasi con fare scenico. Massaggiava con dolcezza la barba curata stesa lungo mento e non perdeva neanche una mossa del suo interlocutore.

« Ve l'ho già detto. Sono un giornalista iscritto all'albo della regione Lazio, da più di un anno ormai. Ho studiato gran parte della mia vita a New Orleans e...» disse Billy prima di venire interrotto da Lorenzi.

« Voglio sapere che cosa ti ha detto la signora Bolseni, voglio sapere perché ha chiamato te e non noi. So benissimo che anche tu hai un grande sospetto. Chiamare un giornalista alle prime armi, piuttosto che la polizia per una roba del genere. Non credo che la Bolseni sia regredita allo stadio di non saper né intendere e né volere » le parole dell'ispettore furono chiare, dirette e coincise. Angela osservò quasi ammagliata, accorgendosi inoltre che il giovane stesse cambiando atteggiamento.

Billy cominciò a perdere quelle piccole certezze che tanto avevano funzionato fino a quel momento, la tempra e la solidità di Lorenzi erano un muro di cemento, rispetto alle nuvole di fumo rappresentate dal commissario Guglielmi.

« Allora Billy? Vogliamo aprire un bel fascicolo su di te? Basta una piccola schedatura su un coinvolgimento di depistaggio, dopo tutto un caso così delicato di pluriomicidio è cosa più che grave. Il  tuo patentino da giornalista così lo potrai presto usare come cleenex, magari per soffiarti il naso nella tua New Orleans » il tono dell'ispettore rimase fermo e impassibile.

Il giornalista pensò subito a casa, la sola immagine di suo padre in giacca e cravatta, la Moretti Freedoom Invest, gli uffici della compagnia aziendale, la segretaria con il grado di quoziente intellettivo più basso dell'intera America del Nord e i dipendenti lecca suole, lo fecero cadere in uno stato febbrile.
Un rigurgito di orrore e rifiuto pervasero le tonsille di Billy.

Giudizio SerpenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora