La Ragazza Nuova-Capitolo 2

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Le lezioni passarono in fretta e al cambio di ogni ora notavo che il ragazzo che mi ha infastidito il giorno prima mi guardava, da quanto avevo sentito era piú grande di me di un'anno.
Solo che l'avevano bocciato, ma grazie al cielo non era in classe con me.
Mentre tornavo a casa, a piedi, presi una scorciatoia per accorciare la strada.
A metá strada della scorciatoia notai due ragazzi, uno di loro mi notò a sua volta e mi fissò negli occhi.
Disse qualcosa al suo amico e si incamminarono verso di me.
"Che belle gambe bambolina,quando aprono al pubblico?" Chiese uno dei due mettendosi davanti a me.
Con un gesto rapido estrassi la pistola che tenevo nella tasca della giacca e la puntai contro di loro.
"Aprono esattamente quando il premo il grilletto, vuoi che le apra subito?" Chiesi con un tono di voce calmo.
I due deglutirono e si allontanarono.
La pistola era finta, ma la gente era talmente tanto stupida che non se ne accorgeva.
Continuai a camminare per la mia strada.
Arrivai a casa verso le 2:00pm e trovai un post-it di mia madre.
"Sono a lavoro, ti ho lasciato i soldi per ordinare una pizza, a stasera ciao." c'era scritto.
Chiamai la pizzeria e ordinai una pizza margherita, la mia preferita.
Aspettai circa 20 minuti e me la portarono.
Diedi la mancia al fattorino e chiusi la porta.
Mangia e feci i pochi compiti che avevo.

JOHNATAN'S POV

"Mi han detto che la ragazza nuova ti ha dato filo da torcere" disse Cam.
"Ma sta zitto, non l'ho toccata solo perché è una femmina" dissi.
"Però intanto sei finito in infermiera per il dolore al braccio" disse con tono divertito.
"Ma non mi rompere" dissi prima di alzarmi dalla panchina e avviarmi verso casa.
Quella ragazzina non sa contro chi si é messa.
Domani vedrá.

IL GIORNO SEGUENTE.

AUDREY'S POV.

Sono le 6:00am e come a mio solito faccio la solita routin.
Finito di prepararmi, salí in macchina aspettando mia madre.
Una volta salita anche lei partimmo.
"Voglio fare la patente" dissi.
"La farai" rispose lei.
"Quando?" Chiesi.
"Quando imparerai a trattarmi con rispetto." Disse in risposta.
"Ma mamma" dissi girandomi di scatto verso lei.
"Non c'è ne se ne ma" disse lei.
Sbuffai e mi girai verso il finestrino.
Arrivai scuola.
Scesi dall'auto di mia madre e chiusi la portiera.
Andai verso l'armadietto e presi il necessario per la prima ora.
Mi diressi verso la mia classe.
Entrai e presi posto in fondo alla classe vicino alla finestra.
Mi chiedo perché vado ancora a scuola, quando si ha 16 anni non c'è più l'obbligo.
Sbuffai e mi sistemai meglio sulla sedia.
Guardavo i miei compagni di classe, da una parte c'erano dei ragazzi che facevano qualche equazione, dall'altra invece un gruppo di cheerleder.
Ad un certo punto entrò una ragazza bassa, i capelli mossi e marroni, gli occhi non riuscivo a vederli perché guardava in basso.
Portava grandi occhiali neri e aveva in mano i libri per la lezione, guardava costantemente in basso.
Era vicino al gruppo delle cheerleder quando una di loro si alzò e andò davanti alla ragazza dai capelli arancioni.
Le fece cadere i libri e mentre la ragazza con i capelli marroni si abbassava per prenderli, la cheerleder la spinse e la fece cadere.
Io mi alzai e mi diressi verso di loro.
Mi posizionai dietro alla cheerleder e con l'indice le picchiettai sulla spalla per richiamare la sua attenzione, si girò verso di me.
Mi guardò da cima a fondo.
"Che vuoi?" Disse.
"Lasciala stare" dissi io.
"Se no che mi fai? Non mi fai paura stronzetta, andiamo ragazze" disse mentre schioccava le dita e si girava per andarsene.
La guardai incredula.
Era già in corridoio, stava andando verso un gruppo di ragazzi.
C'era anche il ragazzo a cui ho girato il braccio.
Mi avviai verso la cheerleder a passo svelto e una volta arrivata da lei la presi per le spalle e la spinsi forte sull'armadietto.
Lei si girò dalla mia parte e io le diedi un pugno in faccia, la feci cadere e le dissi.
"Avvicinati un'altra volta a lei, e te ne pentirai" puntandole il dito addosso.
"Io le posso fare tutto il male che voglio, lei é mia sorella, potrei andare proprio ora li da lei e farle quello che mi hai fatto te" disse.
"Hai solo da provarci brutta troia" dissi avvicinandomi pericolosamente.
Stavo per darle un'altro pugno quando senti due mani prendermi per il fianchi e trattenermi.
Cercai di calmarmi e mi voltai.
Ancora quel ragazzo?
"Ti avevo detto di non toccarmi mai più" dissi guardandolo negli occhi.
"Quindi?" Chiese lui.
Tolsi le sue mani dai miei fianchi e me ne ritornai in classe.
Appena entrata ritornai al mio posto.
Il professore entrò in classe e la lezione iniziò.
A metá lezione si sentí.
"La studentessa Audrey Smith é pregata di venire in presidenza" la voce del preside.
Mi alzai sbuffando e mi incamminai verso la presidenza.
Davanti alla porta trovai il gruppetto delle cheerleder, mi guardavano tutte con un sorriso da strafottente.
Entrai e mi sedetti.
"sei qui da due giorni e hai già fatto una rissa, spero tu abbia un spiegazione valida." Disse.
Rimasi zitta per qualche secondo.
"Certo che ce l'ho" dissi con le mani incrociate al petto.
"Avanti parli" disse.
"Stava infastidendo una mia compagna di classe, sua sorella, e visto che lei non si è voluta difendere l'ho fatto io" dissi.
"E al posto di usare le mani perché non sei venuta qui a dirmelo?" Chiese.
"Perché così ha imparato la lezione, almeno lo spero per lei" dissi indifferente.
"La prossima volta che succede vieni qui senza agire di impulso" disse severo.
"No perché voi non fate mai nulla, son stata vittima di bullismo anche io e ogni volta che andavo dal preside a dire le cose lui non faceva mai nulla perché il padre del ragazzo che mi picchiava donava molti soldi alla scuola, e seconda cosa, nessuno mi dice cosa devo fare" dissi alzandomi dalla sedia e uscendo dalla presidenza.
Restai fuori per tutta la lezione e rientrai alla seconda ora, quando ero più calma.
Rientrai in classe e andai al mio posto.
Notai uno zaino sul banco affianco al mio.
Sopra al banco c'erano anche un'astuccio e un libro.

Ad un certo punto entrò qualcuno in classe, era la ragazza con i capelli marroni.
Camminò fino al banco vicino al mio e si sedette sulla sedia, quindi sarebbe stata lei la mia compagna di banco, okay.
"Ciao" disse timida.
Io la guardai solamente senza dire nulla.
"Mi chiamo Elsie, grazi per prima, nessuno lo aveva mai fatto per me, é stato un gesto davvero tanto gentile da parte tua" disse guardando in basso, era una cosa c'è faceva spesso.
"Figurati" dissi.
"Come ti chiami?" Mi chiese.
"Audrey" risposi.
"É davvero un bel nome" disse, finalmente guardandomi negli occhi, aveva gli occhi marroni un po' piú chiari dei miei. Aveva un gran bel sorriso, solo che gli occhi non erano cosí tanto felici.
Aveva i vestiti neri, molti braccialetti e gli occhi erano truccati con ombretto nero e matita sempre nera.
" Grazie " le sorrisi.
"Signorina Johnson e signorina Smith, volete condividere quello che state dicendo, con tutta la classe?" Chiese il professore.
"Non vedo perché dovremmo" dissi io.
"Al prossimo sgarro vi voglio fuori dalla classe" disse.
"Ce ne andiamo molto volentieri, vero Elsie?" Chiesi alla mia compagna di banco.
" Beh in effetti non mi dispiacerebbe" disse arrossendo.
É una ragazza davvero molto timida.
"Se permette, ora noi andremmo fuori dalla classe, arrivederci" dissi alzandomi e perdendo il braccio di Elsie, lei si alzò e prese il libro che era poggiato sul banco e mi seguí.
"Arrivederci professore" disse timida.
Così uscimmo dalla classe sotto lo sguardo divertito di tutti i miei compagni di classe, ovviamente tranne quello della sorella di Elsie che ci guardava con sguardo omicida.
La giornata la passai interamente con Elsie, e mi divertí molto a stare con lei, forse mia madre non ha sbagliato a farmi cambiare scuola.

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