25 Febbraio 2019.

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Ciao papi,
È un po’ che non ti scrivo
, non perché non ti pensi, ma allontanare il pensiero del tempo che passa mi lascia degli intervalli per respirare a pieni polmoni.
Da quando non ci sei l’aria è come se fosse inquinata, a respiri corti e silenziosi supero queste giornate d’inverno, che come se fosse uno scherzo del destino, sembrano le più fredde che ci siano mai state.
Le giornate che corrono non mi lasciano il tempo di pensare, ma nei momenti di pausa il mio cervello corre e scrivere mi libera.
E mi potrebbero anche criticare, per il mio esprimermi senza filtri sulla morte, ma tengo vivo il tuo ricordo , macchio di inchiostro ogni foglio bianco per raccontare le mie emozioni, sottolineo ogni ricordo per non scordarlo mai .. e sono anche un po’ masochista, riascolto le tue canzoni, riguardo le nostre foto, in continuazione, ma l’abitudinario per me non esiste più quindi mi viene istintivo allontanarmi dagli schemi, non nascondere il dolore, renderlo viv , toccarlo con mano, liberandomi dal peso dell’ignoto, correndo più veloce del previsto, non lasciando sfuggire nessun particolare .. perché i particolari sono la cura, sono la cura alle ferite più grandi, sono piccoli attimi di felicità che intervallati tra di loro lasciano il cuore meno vuoto.
Perché in un’istante tutto si fa chiaro, si lascia spazio al vero, senza finzioni, senza frasi fatte, senza virgolette, senza metafore o similitudini, la vita diventa lineare, facilmente spiegabile, come se fosse un libro da leggere, non da interpretare .. le interpretazioni sono solamente parentesi brevi, che in un modo o nell’altro vengono superate.
Dovremmo smetterla di cercare spiegazioni, di definire ogni cosa ci accada, la vita va presa come viene perché chest’è!!

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