30 Marzo 2020.

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Ciao papà!
Troppi perché balenano nella mia mente, gli occhi socchiusi che immaginano luoghi sconfinati dove gridare il dolore e dove nessuno finge sorrisi.
Il dolore è palpabile negli occhi di chi porta cicatrici così profonde da poterci nuotare dentro.
Mi ritrovo a macchiare d'inchiostro l'ennesimo foglio bianco, con una penna quasi scarica che rappresenta il mio modo di approcciarmi con il mondo, ormai sbiadito, ma con la speranza che qualcosa di bello da scrivere ci sia ancora.
Spesso metto i sentimenti da parte perché ho sempre sostenuto che la razionalità sia l'unica cosa che mi fa comprendere a pieno tutto questo casino, ma la mia parte vulnerabile spesso bussa alla porta ed è difficile non farla entrare, mettermi faccia a faccia con i miei demoni è la cosa che mi mette più in difficoltà, è una lotta continua a chi ha l'ultima parola, spesso penso di aver preso così tanti colpi che ormai sento di aver imparato ad incassare, ad incassellare i pensieri negativi e tirare fuori l'armatura pesante, ma davanti questo foglio mi rendo conto di quante cose ho da cacciare via, da concretizzare per riuscire a studiarle e capirle fino in fondo.
Ci sono quei giorni felici dove la paura scompare ed è in quei momenti che capisco che qualcosa per cui lottare c'è.. E trovo la forza in quella pazza di mia madre, la trovo negli abbracci dei miei amici che non mi hanno mai lasciato la mano, negli sguardi pieni d'amore dei miei cagnolini, trovo la forza in ogni pranzo della domenica circondata dalla mia famiglia, ma la forza più grande la trovo dentro di me, in queste parole che scorrono come se fossero già state predestinate ad essere scritte.
Ho troppe cose da raccontare per smettere di crederci, ho una storia da scrivere e niente risulterà mai insuperabile ai miei occhi, sarò sempre un passo avanti.

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